domenica 14 febbraio 2010

Dominio dell'uomo?


Qualche giorno fa, in una delle rare occasioni in cui ho acceso la tv negli ultimi tempi, per l'ennesima volta ho sentito accennare, da quello che è uno dei massimi divulgatori scientifici italiani, sulla prima rete nazionale, in prima serata, qualcosa a proposito del dominio della specie umana sul pianeta.
Non ci siamo proprio.
Non è possibile che un tale messaggio continui ad essere diffuso, per di più sulla rete pubblica, che tutti finanziamo con le nostre tasche, e da persone che hanno un gran seguito.
E' un messaggio non corretto che alimenta ulteriormente quel circolo vizioso in cui la nostra cultura devastatrice continua a stare, per una comodità che sta cominciando a far emergere i suoi costi.
Continuiamo a ritenerci i dominatori del mondo, invece di ragionare in termini di coesistenza con gli altri abitanti del pianeta, e andremo veramente lontano!
Certo, se consideriamo il significato negativo del concetto di dominio in effetti è così: deprediamo, distruggiamo, alteriamo tutto quanto ci circonda solo per dar sfogo al desiderio di asservire tutto alle nostre esigenze.
Inoltre, se andiamo effettivamente a vedere non siamo ne la specie dominante ne tantomeno, come spesso ulteriormente ci raccontiamo, la più evoluta.
Ragionando sotto quest'ultimo aspetto basti considerare che se rapportiamo l'età della Terra dalla sua origine ad oggi alle ultime 24 ore, i primi ominidi comparvero 30 secondi fa e le civiltà che per convenzione abbiamo individuato come inizio della Storia, un decimo di secondo fa.... Non si può parlare di un essere più evoluto di un altro perché ognuno ha il suo percorso evolutivo e siamo tutti sullo stesso piano. Inoltre, se considerassimo solo il fattore tempo, gli insetti o, ad esempio, le piante sarebbero organismi molto più evoluti del genere umano perché presenti sulla Terra da più tempo (queste ultime, ad esempio, in rapporto alla scala temporale di 24 h citata, avrebbero conquistato la terra ferma circa 2 ore fa).
Per quanto riguarda il presunto dominio poi: qualcuno si è mai perso in un bosco al calare della notte? E ha mai avuto la fortuna di sentire in quel frangente quali sensazioni si provano nell'ascoltare l'ululato di un lupo in lontananza? Ha mai attraversato il deserto a piedi? E l'Antartide?
A guardar bene un semplicissimo atlante geografico si nota che la distribuzione degli insediamenti umani è tutta in una fascia particolare e che ci sono quindi dei luoghi, anche sul nostro piccolo pianeta, in cui l'uomo non vive perché li... non riesce a sopravvivere. Sia per questioni climatiche sia per questioni legate alle sue capacità e caratteristiche (nessuno di noi è mai riuscito solamente a raggiungere gli abissi marini, ad esempio. Pochi le più alte vette della Terra). Altro che dominio! Abbiamo "scoperto" la socialità, il cui culmine è stato raggiunto con le megalopoli odierne, proprio perchè individualmente eravamo (siamo) molto meno in grado di far fronte a tutte le nostre necessità per la sopravvivenza.
Il concetto di dominanza è legato a un punto di vista antropomorfo, che è proprio quello che dovremmo cambiare, e velocemente, se non vogliamo sparire dal pianeta prima del tempo.
Dobbiamo iniziare (tornare) a ragionare come facevano i nativi di ogni parte del mondo, che fossero i Pellerossa del continente americano o i Sami della Scandinavia o gli abitanti delle isole della Polinesia: noi siamo parte del Tutto e dobbiamo sentirne l'appartenenza ad esso e sostenerla, non dominarlo. Non ce n'è bisogno di dominarlo il mondo: lo dimostrano, fin qui, i fatti.

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