sabato 25 settembre 2010

Catastrofi


Mi capita sempre più spesso di incontrare persone che, di fronte ai mali endemici della nostra società, affermano che la soluzione a questi può essere solo una catastrofe, una tragedia collettiva che riporti tutti davanti alla necessità di rimboccarsi davvero le maniche, nell'impossibilità obiettiva di fare altro, e risolvere le questioni veramente importanti che fanno da sfondo alle nostre vite: l'ingiustizia, la diseguaglianza, la povertà, le guerre, i cambiamenti climatici,....
Sembra quasi un ragionamento ineccepibile di fronte alla reiterata tendenza dell'essere umano ad aspettare il "botto", a consumare il fondo dell'unico barile che abbiamo a forza di raschiarlo, prima di invertire la direzione. Direzione che, in effetti, in molte questioni non solo è quella sbagliata ma che stiamo percorrendo in questi tempi con una continua costante accellerazione.
E', invece, purtroppo, l'ennesimo scoraggiante tentativo di delegare a qualcosa al di fuori di noi il cambiamento che vorremmo vedere nel mondo.
Una mancanza profonda di assunzione di responsabilità individuale di fronte a quello che si vede accadere quotidianamente davanti ai propri occhi. Che, tragicamente, va a braccetto con il desiderio tipico dell'uomo contemporaneo (occidentale) dell'ottenere tutto e subito.
E' desolante che si possa arrivare a questo. Attendere che a darci una spinta a muoverci sia un qualcosa di non auspicabile per nessuno è sinonimo di enorme codardia.

Quello che stiamo vivendo e che i media chiamano "crisi" non è nulla di temporaneo. E' solo l'inizio di un epocale cambiamento verso un mondo di "incertezze" da quello che invece è stato un mondo, almeno il nostro, di "certezze", di crescita post-bellica, la catastrofe precedente che poco ha insegnato a quelli che ne attendono un'altra, anche questa risolutiva.
Fuori ci attende un mondo nettamente migliorabile in tanti aspetti fondamentali per le vite di tutti, soprattutto nel nostro Paese. Prima però c'è da guardare - e rapidamente ma non superficialmente - al mondo che ci attende dentro di noi.
Altro che necessità di catastrofi: c'è necessità di darsi da fare! Con coraggio, qui e ora!

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