domenica 23 gennaio 2011

Escursioni infrasettimanali serali


Mercoledì scorso ero a Roma e, incautamente, non ero affatto al corrente che fosse il giorno dell'atteso derby di Coppa Italia tra Roma e Lazio. Mi ero pertanto mosso per lavoro con l'auto e, nel pomeriggio al rientro, mi sono trovato nel mezzo degli enormi ingorghi che hanno bloccato parte della città a causa di questo evento (questa volta...).
C'è da dire che i derby e le altre partite (infrasettimanali e non) ci sono da sempre, così come le manifestazioni o gli scioperi dei mezzi pubblici, e possiamo considerare che la città riesce a reggerne l'impatto semplicemente perché le lancette dell'orologio universale non si fermano e quindi, dopo un lasso di tempo più o meno a lungo a seconda delle circostanze, ad un certo punto si torna ad una qualche normalità (in attesa di ricominciare il giorno successivo).
C'è anche da dire che, da un po' di tempo a questa parte, l'Amministrazione e le Forze dell'Ordine, per motivi di sicurezza, hanno deciso di chiudere al traffico le strade intorno allo stadio, amplificando all'ennesima potenza i problemi derivanti dalla concentrazione di un quantitativo enorme di auto deviate verso direzioni obbligatorie e quindi super-affollate. E, nonostante questo, i tifosi continuano ad accoltellarsi lo stesso, come avvenuto appunto anche mercoledì sera, o a essere nella possibilità di scagliare sanpietrini contro i pullman della squadra avversaria, come successo appunto anche mercoledì sera.... Ma non ho intenzione di parlare di politica su questo blog. Anche se, a voler ben guardare, vi si parla, invece, di Politica, quella con la P maiuscola, quella del senso etimologico del termine....

Mercoledì sera, dopo aver cercato invano vie di fuga dal delirio per arrivare a destinazione (ma dovevo raggiungere una zona relativamente vicina alla stadio) sono rimasto invischiato in una parte del mega ingorgo che ha caratterizzato il Lungotevere e molte delle vie e direttrici limitrofe, distanti anche diversi chilometri dal fiume.
Negli ultimi anni la mia insofferenza per le code in auto è aumentata esponenzialmente perché le percepisco come la rappresentazione più evidente della follia intrinseca al nostro attuale modo di vivere - tutti quanti chiusi e stressati in queste scatolette inquinanti e rumorose per fare, il più delle volte, pochi km a velocità inferiore del "passo d'uomo" - e perché sono stufo di perdere il prezioso tempo di cui dispongo in questa vita in quel modo.
Uno dei pensieri che attraversano la mia mente quando mi ritrovo in questo tipo di situazioni è di abbandonare l'auto lì in mezzo e andarmene via a piedi.
Questa volta l'ho fatto (e sono stato anche ligio).

Dopo aver attraversato buona parte della città e aver trascorso gli ultimi venti minuti ad avanzare di un solo centinaio di metri, non vedendo una rapida fine alla drammatica situazione ed essendo relativamente vicino alla meta, con uno scatto che gli occupanti delle auto vicine avranno di certo notato tanto è stato improvviso, quando mi è stato possibile muovermi ho conquistato un buco che si era presentificato fra le auto parcheggiate lungo il marciapiede. Ho spento la macchina, ho preso le mie cose e sono sceso allontanandomi per proseguire a piedi, senza curarmi più di tanto del fatto che sarei dovuto tornare, prima o poi e di sicuro entro la mattina del giorno dopo, a riprendere la macchina.
Immediatamente, la sensazione di una riacquistata reale libertà ha pervaso tutto il mio organismo e il delirio collettivo esterno era come se non esistesse più.
Fischiettando (si, mi sono ritrovato a fischiettare dopo pochi passi), tra gli urli di clacson e inestricabili grovigli di auto, superati agilmente zig-zagando tra cofani e marmitte incandescenti, ho raggiunto agevolmente a piedi in ulteriori venti minuti la mia meta, assistendo nel contempo anche ad alcune tra le peggiori manifestazioni degli esseri umani (o presunti tali) in coda.
Dopo cena, a partita ancora in corso, mi sono incamminato di nuovo a piedi per andare a recuperare la macchina attraversando di nuovo e in senso inverso quella stessa parte di città, ora vuota e quasi tranquilla come se nulla fosse accaduto fino a un ora prima.
Camminando ho ripensato a quanto vissuto "all'andata" e in particolare a quella sensazione di leggerezza e di distacco che ha fatto sì che nemmeno mi venisse in mente di scattare una foto ai chilometri di auto ferme che ora mi sarebbe stata utile come testimonianza dell'evento da allegare a questo post con l'intento di lasciare una piccola traccia della realtà, visto che siamo così bravi e ostinati ad accantonarla in men che non si dica e ricominciare come se nulla fosse accaduto.

[Bilancio della decisione presa: ho raggiunto la mia destinanzione molto più velocemente che se fossi rimasto in macchina; sono arrivato più sereno e senza eccessivo stress; ho evitato di stressare anche il motore e la frizione della macchina consentendole una vita più lunga inoltre, lasciandola, ho contribuito a snellire, di poco ma in maniera sostanziale, il traffico, riducendo la massa circolante; ho consumato meno benzina e consumato più calorie contribuendo alla discesa del PIL ma aumentando il mio benessere (e anche quello degli altri); ho contribuito a ridurre l'inquinamento anche se, personalmente, ho respirato per via diretta qualche minuto in più di smog, ma ne è valsa la pena; ho contibuito ad anticipare di qualche minuto il ritiro delle nostre truppe e di quelle dei Paesi occidentali dall'Iraq, dall'Afghanistan e dalle altre zone dove si combatte per il petrolio (mi piace pensare di aver risparmiato qualche vita umana); ho fatto quello che desideravo fare ed esprimendo me stesso o dato una mano all'universo ad autorealizzarsi e, in ultimo ma non ultimo, forse sono stato un esempio da seguire per qualcun altro.]

1 commento:

  1. Ciao Riccardo

    io ho scelto di non avere la macchina. Lo dichiaro, è vero, è una mia scelta ma non me ne pento. Anzi, sebbene ne rimetto a indipendenza ma è piu' forte di me. Soffro a veder gli altri guidare, cambiano di espressione aumentando il rischio di perdere il buon umore, si passano ore a girare per i parcheggi come quando una volta girai sotto casa di alcuni amici, al tuscolano, per due ore dall'una e mezza alle quattro quasi del mattino. Giurai a me stessa di non farmi la macchina. Un incubo fra giri e speranze disilluse per l'assenza di posti auto. Ogni qualvolta vedo ingorghi, intrappolamenti e code piu' lente di una lumaca dico fermamente a me stessa di aver fatto la cosa piu' giusta preferendo non scegliere di avere un mezzo. Cammino. Si puo' fare. Mi muovo ed il guadagno è notevole: la linea è asciutta perchè coprendo discrete distanze le calorie vengono bruciate; la mente è sgombra dai pensieri perchè subentra una dolce distrazione e gli occhi ammirano vetrine in saldo, incontri in zona le persone del quartiere e si fanno due chiacchiere come essere in paese. Si risparmia di far pesi in palestra -al chiuso oltretutto- portando le buste della spesa fino a casa. Poi lo stress è quasi azzerato perchè eviti paradossali e strazianti scenari di facce stanche e appesantite che devono sorbirsi interi viali in macchina. Non inquino, risparmio ma soprattutto sono libera in poche decine di minuti di prender la metrò e andare dove voglio in breve tempo. Roma diventa piccola: da anagnina a laurentina, da battistini a rebibbia coprendo in 25 minuti distanze che impiegherei due ore a farle in macchine nelle ore di punta. E ti senti subito leggera come un grissino e veloce come Quicksilver l'eroe veloce di ghiaccio dei fumetti della Marvel. Con un po' di fantasia e ce ne metto di mia:-) i quattro capolinea diventano la rosa dei venti in cui volare da nord a sud e da est a ovest. Il senso di libertà è notevole specie se sei sola e vai dove vuoi..non rinuncio al mio senso di libertà in cambio dell'ultimo modello "mignon" di macchina adatta ad esser parcheggiata in un metro quadro. Tanto le macchine tipo smart sono costrette ad avere un passeggero. Ecco un altra costrizione..penso tra me e me. E quindi se tanto mi dà tanto sola per sola scelgo le gambe o la libertà di camminare e guardare il cielo della sera. La patente ce l'ho..è in un cassetto..prendo raramente la macchina. L'unico posto dove mi si puo' vedere guidare un mezzo è Torre Colimena, nel Salento vicino Porto Cesareo prima di Torre Lapillo: un posto incantato fatto di dune e sabbia, mare e scogli, odore di timo e radici di liquirizia, tra corbezzoli e more a settembre. Sì se devo proprio guidare ed essere costretta a farlo scelgo di raggiungere una spiaggia lontana in bicicletta barattando la guida chiusa dell'abitacolo in un piccolo paese di 1000 abitanti in cambio di tanto posto per parcheggiare, con al massimo un semaforo ma fuori paese dove l'unico giorno in cui si crea qualche fila è il 15 agosto, giorno di ferragosto perchè in tanti vogliono vedere questo posto a zero macchine, zero semafori, zero stress e zero inquinamento. Il cambio è notevole..siamo in Paradiso. Forse vi è venuta voglia di andare in Salento ma non veniteci proprio a Ferragosto. Non ho nostalgia della città. E se proprio vi viene voglia di visitare Torre Colimena e le sue spiagge bianche dove nidificano uccelli rari tra Riserve Naturali di macchia mediterranea e laghi si sale cristallizzato create per preservare questo posticino paradisiaco..bè fatelo a settembre! E pensare che chi mi sente parlare mi dice in città " ma come fai a non avere una macchina??" Si fa, volere è potere e le soluzioni ci sono. Al di là del naso oltre il torace e scendendo giu' per i fianchi scivolando tra una gamba e l'altra ci sono due piedi in attesa di sgambettare tra un vicolo e l'altro di Roma Antica o magari in una prossima escursione..che ne dici, Riccardo? Un saluto da Floriana

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