martedì 29 marzo 2011

Primavera



Domenica scorsa eravamo in sedici e siamo saliti sulla vetta del Monte Gennaro, una grande classica che non delude mai, in qualsiasi stagione dell'anno. I membri del gruppo che accompagnavo - in partenza dall'Umbria, soci dell'associazione sportiva Ettore Majorana di Orvieto - non erano mai stati da quelle parti, pertanto hanno apprezzato molto non solo la novità ma anche l'itinerario in sé che, anche se caratterizzato ancora solo dallo sbocciare della primavera, riserva sempre delle piacevoli sensazioni per i contrasti tra gli ambienti che attraversa: la stretta Valle Cavalera con i suoi faggi secolari che dominano lo sconnesso tratturo che l'attraversa, in un'atmosfera a metà tra il fatato e lo spaventoso; l'ampio e arioso (e morbido) Pratone ai piedi della cima e le mirabili aperture della brulla vetta, raggiunta passando accanto a splendidi e verdissimi esemplari di agrifoglio.



Una gran bella giornata passata insieme, classicamente primaverile nelle manifestazioni del tempo meteorologico e nelle numerose prime confusionarie frequentazioni da parte di amanti del pic-nic poco rispettosi sui pianori di Prato Favale, all'inizio del sentiero.

Per me in particolare è stata molto piacevole anche per una serie di incontri che abbiamo fatto sul sentiero. Alla partenza Livia, che spesso partecipa alle uscite in partenza da Roma con Four Seasons, dalla quale ho ricevuto moltissimi lusinghieri complimenti davanti a tutti per il mio "stile di conduzione" e pure per la mia persona. Più avanti l'incrocio con un altro gruppo di Roma, tra i partecipanti del quale c'erano altre due persone che ho accompagnato. Una di queste ha preso parte al VelaTrekking dello scorso anno e ha colto al volo l'occasione per chiedermi di tenerla assolutamente informata sulle date di questa iniziativa per quest'anno, perché non ha intenzione di perdersela; un'altra che mi ha riconosciuto subito (e anche io lei) nonostante abbia partecipato solo a una delle mie prime escursioni, 6 anni fa...; un altro ancora, che non ricordo di aver conosciuto, che spiegava dettagliatamente agli altri membri del gruppo, sorpresi per la notorietà del sottoscritto tra i loro compagni di escursione, chi fossi....
Tornando a casa riflettevo ancora una volta sul fatto che queste sono vere soddisfazioni. Non ce ne sono di più grandi.
Nonostante le difficoltà (in primis economiche, che ricadono, ovviamente, anche sulla vita familiare) dell'attività che fa parte di un settore per definizione "povero" e dagli spiccati caratteri di aleatorietà e di discontinuità; nonostante la fatica fisica, che a volte si cela al gruppo ma che invece incide, eccome; nonostante i tanti km percorsi in auto (l'aspetto che meno amo di questo lavoro, non solo perché contribuiscono ad aumentare la stanchezza ma anche per il solo fatto di essere per primo un gran consumatore di carburante ed emittitore di fumi); nonostante tutto ciò, il sapere di aver lavorato bene e di aver lasciato un segno così forte nelle persone che ho incontrato, magari anche solo per un giorno, ripaga, e di molto, gli sforzi profusi. E - a fronte anche di un ruolo, quale è quello della Guida, in cui è facile trovare motivi per gonfiare il proprio ego - l'aver conferma che sono proprio, invece, la grande attenzione al prossimo (gli accompagnati), il non lasciare nulla al caso, la dedizione incondizionata e la sincera passione che fanno la differenza, dimostra, ancora una volta, che questa è la direzione giusta.

1 commento:

  1. caro riccardo hai fatto un quadro preciso ... allora , come ti ho detto a nche avoce, un grazie sincero anche alle famiglie delle guide..che rendono possibile la vostra/tua presenza sugli itinerari ,,nonostante tutto!! :))
    a presto , Claudio Maria Santelli

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