martedì 27 settembre 2011

Vivere a debito


E' ufficiale: anche quest'anno abbiamo raggiunto con largo anticipo l'Earth Overshoot Day, ovvero il giorno in cui abbiamo consumato tutte le risorse che la Terra riesce a generare in un anno.
E' accaduto ieri, 27 settembre, e da oggi stiamo vivendo a debito, il che, trattandosi delle risorse naturali del piccolo pianeta che ci ospita, non è che sia proprio un'ottima notizia.
Siamo arrivati a ciò in soli 9 mesi e, alla fine della fiera, nel 2011 avremo consumato il 135% delle risorse naturali planetarie.
Una buona notizia a riguardo, su cui però c'è poco che da gongolarsi, è il fatto che, rispetto allo scorso anno, siamo riusciti ad allungare di un mese la scadenza di questo tragico obiettivo. Sarà per via della crisi economica planetaria che, volenti o nolenti, ha portato a una riduzione dei consumi degli abitanti dei paesi più sviluppati?
Se così fosse, e la cosa non mi sembra così tanto campata in aria, sarebbe la dimostrazione concreta che nel problema è insita già la soluzione: i capi di governo delle economie più industrializzate non perdono occasione di affermare che è necessario "far ripartire la crescita". Ma nulla cresce all'infinito, nemmeno le economie pompate del mondo "occidentale".
La grande sfida del futuro e, prima ancora, del presente, sarà quella di consumare tutti meno e, al contempo, lavorare per una ottimizzazione dell'uso delle risorse, in qualsiasi campo o settore economico.
"Economia" letteralmente significa "la capacità di gestire le risorse della propria casa". Quello che è stato fatto fino ad adesso è "Sperpero", non economia. Non a caso, la crisi che stiamo vivendo viene rappresentata dai media come crisi innanzitutto economica, una crisi dovuta anche e soprattutto allo stile di vita a debito (finanziario) del cittadino occidentale medio. E' arrivato il momento di cominciare a mettere in pratica i principi di questa disciplina sacra e fondamentale che non si apprende solamente al cospetto di cattedre universitarie, anzi, e i cui valori, invece, dovrebbero essere attinti dalla antica sapienza di quelli che ci hanno anticipato. E' più semplice a dirsi che a farsi e le questioni, in un mondo interconesso come il nostro, sono tante (penso ad esempio, ma non solo, al problema della sovrapopolazione) ma tutto parte dal necessario e auspicabile desiderio di ognuno di porsi l'obiettivo di lasciare al suo passaggio un'impronta che il sia il meno profonda possibile.
Altrimenti il tasso di interesse da pagare sarà davvero molto alto.

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