domenica 2 settembre 2018

Passaggio a nord ovest


Settimana Verde CRALI 2018 - Bardonecchia (TO) - 4-11 Agosto 2018

Tiro fuori la copia della cartina dalla tasca dei pantaloni. La apro e dò un'occhiata.
Ho bisogno di una conferma in merito all'itinerario da percorrere, pertanto: verifico.
Uno del gruppo, uno dei centoquaranta di quel giorno, se ne esce e, secondo lui per fare una battuta, dice davanti a tutti: "ah, ecco, non conosce il sentiero, quindi apre la cartina perché sennò ci perdiamo!"
Una pausa di giusto qualche frazione di secondo per riordinare le idee, per tamponare la sottile ma enorme violenza arrivata, e rispondo: "Caro Amico, il punto non è che io conosca la zona, il punto è che io vi sappia riportare tutti - e siete veramente tanti - a casa. Che è cosa ben diversa". Silenzio; nessuna ribattuta.
Qualche giorno dopo la tragedia sul torrente Raganello, in Calabria. Dove, tra l'altro, ha perso la vita, insieme ad altre nove persone investite nel canyon scavato dal torrente da un'ondata di piena definita inaspettata ed eccezionale, il miglior amico di un mio allievo dei corsi di escursionismo, che di lui aveva postato la foto, che avevo visto, qualche giorno prima sui social, raccontando in merito al loro affiatamento e delle loro mille peripezie da quando erano bambini. Cosa che ci fa capire come, in fondo, siamo tutti legati.
Dunque: quanto conoscevano la zona "le Guide" del posto che conducevano il gruppo quel giorno?
Quanto mai si conosce realmente una zona, un sentiero, quanto mai se ne conoscono i pericoli e la loro evoluzione temporale e spaziale?
Una cosa è conoscere il sentiero, altra cosa è imboccarlo, dice Morpheus in Matrix. Vero.


Ci si riempie la mente di false sicurezze, illusioni, e poi si pensa che siano vere.
La realtà è che se sei tornato a casa perché conoscevi la zona, vuol dire che non ne sei mai uscito. Si chiama, ufficialmente e da tempo, comfort-zone, infatti.
In questo e in poche parole, a mio avviso, è la differenza tra una Guida e un Accompagnatore.
Il secondo, non a caso, è un appellativo che viene dato e riconosciuto solo alle figure tipiche delle associazioni escursionistiche di volontariato: Accompagnatori di Escursionismo del CAI; Accompagnatori Nazionali di Escursionismo della FIE, ecc. (Tranne per il caso degli Accompagnatori di Media Montagna, che però, pur essendo una figura professionale - molto controversa, tra l'altro - è una figura letteralmente subordinata alle Guide Alpine, che, invece, in quanto tali - appunto - si considerano, e in parte effettivamente lo sono, il non plus ultra del mondo della montagna).
Il Mercato, la sua domanda, dunque, non percepisce ancora la differenza tra Guida e Accompagnatore. Che è già un problema non da poco.
Tuttavia, mi sento di dire, alla luce dell'esperienza maturata di questi anni: nemmeno la quasi totalità delle G.A.E., ovvero ciò che costituisce l'offerta.
Motivo per cui ancora siamo - e facciamo finta che non sia così - dopo venticinque anni dall'"invenzione" di questa figura professionale, ancora nel limbo del riconoscimento-non riconoscimento professionale, e in balìa della proposta di legge dell'assessore regionale di turno o della luna storta di un giudice, il giorno che deve pronunciarsi su una causa verso di noi, intentata per abuso di professione (reato vero proprio, regolamentato dal Codice Penale...).
Ecco perché le Guide Ambientali Escursionistiche non riescono ad emergere in termini di riconoscimento. Una volta per tutte, in modalità duratura.
Siamo i primi a soffrire di complessi di inferiorità; di sindrome di inadeguatezza rispetto a questo contesto.

Io proseguo per la strada imboccata più di un decennio fa.
Vado - e vi porto (in sicurezza) - pure dove non conosco.
Lungi dal fare le cose con superficialità, fa parte dell'avventura reciproca. Perché o tale è, oppure è tutta una grandiosa, poco utile, routine, in fin dei conti. Il tutto organizzato, l'all inclusive, della vita (artefatta) in Natura.


Quest'anno sono partito con un po' di tensione. Per tanti motivi, non solo meramente tecnici (rispetto ai quali avevo, rilevate da guide e cartine, informazioni discordanti sui sentieri della zona, quindi una difficoltà maggiore a creare un programma adeguato per il gruppo).
Ma tutto, come di consueto, si è sciolto poi nel momento in cui ho infilato gli spallacci dello zaino e siamo entrati nel vivo delle attività della settimana. Varcando la soglia del Villaggio Olimpico di Bardonecchia al nostro arrivo, cosa che, se non fosse per i 25 anni dopo e il vestire panni totalmente diversi, ha funzionato come una leva di ulteriore stimolo, derivante dalla soddisfazione per l'obiettivo raggiunto, da sogno nel cassetto realizzato.

Un territorio, quello delle valli di Bardonecchia (comune più a ovest di Italia) in alta Val di Susa, accogliente, piacevole, vario, autentico nella sua rusticità ma anche nella sua complessità nelle dinamiche di territorio di frontiera, e, a mio avviso, senza nulla di meno delle tanto blasonate e ricercate Dolomiti, all'estremo opposto della catena alpina. Dolomiti che ormai sono un immenso parco giochi, h24 e quattro stagioni, per la salvezza del quale, dell'industria del turismo che ne è proprietaria, si arriva a sacrificare gli Abitanti Originari: montanari e animali (si pensi alla sentita necessità in Trentino di abbattimento di orsi e lupi per "la sicurezza dei turisti") che di quelle montagne sono il sangue che scorre.
Se non ci si rende conto di questi aspetti, se non si coglie, noi Guide, ogni volta l'occasione di lavorare per la definitiva trasformazione di questo, l'evoluzione della attività di conduzione escursionistica in natura - pur essendo al massimo della sua estensione e dei suoi "volumi" di movimento, come ogni trend di mercato che si rispetti - è giunta al suo capolinea. Rimarrà mero turismo, mera attività di svago, con tutto il suo rumore di fondo e le sue enormi contraddizioni, e nulla più.
Quando invece, quello che ci accomuna con chi come me ha scelto di dedicarsi a svolgere questa professione, è che, nella quasi totalità dei casi, lo ha fatto come scelta per invertire una rotta predestinata, per un ritorno reale alla Natura.
Il turismo fine a se stesso, anche quello naturalistico/escursionistico, attività di svago, che, lungi, oggigiorno, dall'essere una dimensione strettamente personale e individuale come dovrebbe, dai risvolti se vogliamo "spirituali" (in passato, coloro che potevano, i figli delle famiglie bene, partivano per il Gran Tour formativo), sviluppata all'ennesima potenza fino a dimensioni industriali è impattante sull'ambiente e l'uomo quanto ogni altra attività industriale meno "green", se non addirittura di più. E presenta aspetti di incoerenza interna tali da invalidare quello che è il suo scopo: il benessere dell'individuo, e dell'ambiente che lo ospita. E poi, magari, si imbocca un canyon, o un ghiacciaio, senza attrezzatura, senza adeguata preparazione.
Ferie dalla Vita non sono previste, appunto.
Ne sono consapevole, per quel che mi riguarda, motivo per cui imposto e indirizzo le attività che conduco, soprattutto questa, sempre verso determinati obiettivi di Sostenibilità - di Ecologia, anche delle scelte - complessiva.


Alla fine è stata una settimana che è sembrata essere passata molto rapidamente, molto più delle altre. A detta di molti peraltro, non solo del sottoscritto.
Ci siamo tolti come al solito discrete piccole grandi soddisfazioni; abbiamo "improvvisato" e ci siamo concessi il meglio. A ritmo. Senza strafare, e Gioiosamente.
Condotta con una sicurezza e naturalezza tali (anche di fronte al presentarsi di qualche errore fatto), che mi viene da citarle perché a volte sorprendono ancora anche me, ma invece sono proprie solo di chi ha profonda fiducia nel profondo Potenziale Innato di Ciascuno. In primis: il proprio. E decide di farlo emergere. Di usarlo.
Altro che conoscere bene una zona...

Ringraziamenti e gli immancabili calorosi abbracci con chi ogni anno si rivede in questa occasione, a conclusione della bella festa finale con la promessa di incontrarsi di nuovo, al più tardi tra un anno, chiudono la XXI Settimana Verde CRALI, e già lo sguardo si sposta alla prossima.

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