martedì 28 luglio 2009

La Vita, nell'Era Spaziale, non è niente male


"La vita nell'Era Spaziale non è niente male" cantava Lorenzo Jovanotti qualche anno fa.
In questi giorni cade il 40° anniversario dello sbarco sulla Luna (reale o presunto che sia stato) e i progetti di andare (realmente o virtualmente) anche su Marte sono ben noti da tempo. A fare cosa è meno noto.
Probabilmente a colonizzare un nuovo bacino di risorse da depredare. Meglio focalizzarsi su nuovi obiettivi esterni piuttosto che cercare di salvaguardare in tutti i modi possibili quelle poche risorse che restano del nostro Pianeta vicino al collasso e che consentono ci sia su di esso la vita, innanzitutto la nostra.
Le foto che mostro in questo post riguardano una bella scoperta che ho fatto girovagando all'interno della Riserva Naturale di Monte Mario, nel centro di Roma.
Nei pressi di Villa Mazzanti, sede della Casa del Parco, un ramo di fico cresce dal tronco di un cipresso!



Escludendo che qualcuno si sia cimentato in un ardito innesto dalla discutibile utilità, si può ipotizzare che un semino di fico, probabilmente portato lì da un uccello, è arrivato fin sul tronco del cipresso dove, all'interno di un incavo con un pochino di terra, è riuscito a germinare (il fico è un albero che riesce a nascere e vivere nelle condizioni più difficili). E' nata quindi la "piantina" che, in questo caso "auto-innestatasi", vive ora senza problemi come fosse un ramo del cipresso stesso.
La Vita, nell'Era Spaziale, non è niente male. Anzi, è straordinaria.

martedì 21 luglio 2009

La Città Eterna



Domenica scorsa, nell'ambito delle attività di Four Seasons, che gestisce la Casa del Parco della Riserva di Monte Mario, ho avuto modo di accompagnare un piccolo gruppo di visitatori in una breve passeggiata al tramonto in questa interessante area protetta nel cuore di Roma.
La passeggiata, partita da via Gomenizza, a livello del Tevere, non poteva non concludersi in cima al Monte, ai piedi della quattrocentesca Villa Mellini, la più antica tra le ville storiche della Riserva, sede dell'Osservatorio e Museo Astronomico.
Da lì, uno dei punti più alti della città, si può godere di un vasto panorama sulla Città Eterna , fino alle propaggini occidentali dell'Appennino Centrale.



La Città Eterna, dunque.
Proprio mentre ero lì, mi sono ricordato che quest'anno, dal 9 al 15 novembre, la Settimana UNESCO per l'Educazione allo Sviluppo Sostenibile sarà dedicata al tema: "Città e Cittadinanza" per "...sviluppare, negli individui come nelle collettività, la consapevolezza e le capacità operative necessarie a costruire una città ecologica e solidale, orientata alla qualità della vita e animata da una cittadinanza responsabile e democratica" . La Settimana s’inquadra nel ‘DESS - Decennio dell’Educazione allo Sviluppo Sostenibile 2005-2014’, campagna mondiale proclamata dall’ONU e coordinata dall’UNESCO, allo scopo di diffondere valori, conoscenze e stili di vita orientati al rispetto del bene comune e delle risorse del pianeta.
Che dire?

Una città come Roma - che non è ne la più grande al mondo, ne la più popolosa, anzi nella scala delle metropoli potremmo definirla medio-piccola - necessita di una quantità di sabbia e ciottoli (per creare calcestruzzo) pari a 18 milioni di tonnellate all'anno, equivalenti ad una cava profonda 10 metri per 1,3 km quadrati di estensione.



Nella periferia della città (come in molte altre) continuano a crescere come funghi palazzoni e centri commerciali, arrivati ormai ben oltre la cintura del G.R.A. e, notizia dell'altro ieri, è stato deciso, per decreto, che nei prossimi 5 anni verranno costruiti (in tutta Italia) 100.000 nuovi alloggi.
Tutto questo mentre decine di appartamenti di quelli appena costruiti sono ancora invenduti - chi ha fatto un giro tra i quartieri appena sorti se ne sarà di certo accorto - perchè le famiglie sono in difficoltà per la crisi economica, o semplicemente aspettano che i prezzi, che hanno iniziato a scendere in barba alla credenza che i prezzi delle case salgono sempre, lo facciano ancor di più (tipica scelta in un periodo di deflazione).
Le località di villeggiatura sono piene di seconde case vuote e chiuse, abitate solo per brevi periodi nel corso dell'anno. Non è quindi una questione di esigenza abitativa.
Mentre la cementificazione del Paese continua inesorabile, c'è da sperare che un altro terremoto non sbricioli come meringhe decine di vecchi edifici, abitati da centinaia di famiglie, in qualche altro angolo della nostra penisola ballerina.

Non è un qualcosa che riguarda solo gli abitati urbani. Lontano dalla città, tale fenomeno produce comunque evidenti effetti. Chi ha avuto modo di (ri)percorrere recentemente l'Autostrada del Sole in direzione di Firenze si è senza dubbio accorto che tra Attigliano e Fabro stanno aumentando a vista d'occhio enormi cave per l'estrazione di sabbie e ciottoli.... Il terreno lì è l'ideale perchè formato dai depositi alluvionali (sabbia e ciottoli appunto) portati dal Tevere e dal Paglia nel loro scorrere da milioni di anni. Queste cave pian piano si riempono d'acqua perchè il loro fondo è fatto di materiale impermeabile.
Tralasciando l'aspetto estetico della vicenda (campi coltivati sostituiti da enormi pozze d'acqua stagnante dalla sagoma squadrata) e le opportunità conseguenti per le attività umane e animali (pesca sportiva nel peggiore dei casi, un ulteriore area di sosta per uccelli acquatici migratori nella migliore, che farà sì che probabilmente qualche organizzazione ambientalista proporrà in futuro di annettere una parte di questi laghetti alla palude dell'Oasi di Alviano, già zona protetta), c'è da tenere in considerazione il cambiamento micro-climatico di quell'area. Chi abita da quelle parti, e mio nonno è uno di questi, garantisce di non aver mai visto la nebbia, se non di rado, prima degli ultimi 5-6 anni. Oggi è una costante importante della situazione meteorologica autunnale e invernale di quelle zone. Con conseguenze rilevanti anche sulla vita e le attività degli abitanti.

Perciò mi domando: arrivati a questo punto, è ancora possibile una "riconversione" ecologica di un sistema abitativo, e di conseguenza di stile di vita, quale è quello delle grandi città, Roma su tutte?
Cemento ovunque, risorse naturali depredate attraverso uno sfruttamento incontrollato dai territori limitrofi, inquinamento da smog e da rumore a livelli altissimi, variazione del microclima dell'aree circostanti e all'interno della città, impossibilità per gli abitanti di trovare spazi dove godere di un vero e proprio relax e un ambiente salubre, costo della vita insostenibile a fronte di ipotetiche maggiori opportunità lavorative e di vita... ma non sarà che la Città Eterna merita questo appellativo non per il suo straordinario patrimonio storico-artistico che abbraccia migliaia di anni ma perchè sopravviverà anche a noi stessi, intendo dire: il genere umano?
(e, in fin dei conti, se il Colosseo, per dirne uno, sta su da duemila anni essendo le tecniche costruttive degli antichi Romani più semplici delle nostre, i palazzoni in cemento armato che costituiscono le nostre città, quanto dureranno?
Sempre che, direte voi, non ci pensi qualche altro terremoto prima...)

mercoledì 15 luglio 2009

Una giornata da ricordare


Una gran bella esperienza quella di sabato scorso, una giornata da ricordare. In otto, due Guide e sei accompagnati, abbiamo effettuato la traversata Orte-Amelia, ricalcando l'itinerario che ogni anno ripercorriamo in quella zona in occasione del Cammino degli Angeli. Fin qui nulla di particolare se non fosse che dei sei accompagnati tre sono non-vedenti e i tre loro accompagnatori ipo-vedenti.
Persone comuni, con vite normali, famiglia-lavoro-interessi personali. Per questo preferisco non definirli "straordinari", e "incredibile" l'esperienza fatta. Conoscendoli un pochino adesso, so che storcerebbero il naso. E non a torto.
Non ha detto forse qualcuno che "lo straordinario risiede nella vita delle persone comuni"?
Di sicuro però si può dire che è ammirevole il loro mettersi in gioco, il modo di affrontare la difficoltà e il nuovo che, di certo, nella loro condizione oggettiva, è più ignoto che per tanti altri.
Non una lamentela nel corso della giornata, non una sbuffata. Tante risate invece, tante battute e, soprattutto, molta fiducia in noi Guide, lo scrivente e Marco Fazion, conosciuti sostanzialmente in questa occasione.



Siamo partiti a piedi da Orte, presso il ponte sull'Autostrada e giunti in breve alla Fonte dell'Acqua Acetosa, che, si dice, abbia dato da bere anche a San Francesco di ritorno da Roma verso Assisi. Da lì abbiamo proseguito per stradine di campagna a ridosso dell'autostrada, percorso il primo dei punti critici della giornata, un tratto della strada provinciale che collega Penna in Teverina ad Orte, e siamo giunti così all'antico Porto Romano di Seripola. Qui abbiamo fatto una lunga pausa per visitare, come si doveva, le interessanti rovine dell'insediamento, dedicando il tempo necessario all'esperienza tattile dei mosaici, del calidarium delle terme, degli infissi dei magazzini, e mettendoci un po' alla prova con alcuni passaggi un po' più impegnativi fra le rovine.



Lasciato il porto e attraversato afosi campi non arati, abbiamo affrontato il secondo dei punti critici della giornata: il guado del torrente Rio Grande che, per la prima volta negli ultimi anni, a causa delle pioggie degli scorsi mesi, quest'anno si presentava più impegnativo.
Da qui, sempre per stradine per campi, con l'intermezzo di un altro breve tratto di asfaltata, abbiamo raggiunto l'area della Solfatara, dove vi sono un paio di grandi pozze di acqua sulfurea ribollente, testimoni di un'attività vulcanica residuale riconducibile probabilmente a quella del Monte Cimino. Anche qui piacevole esperienza tattile per il ribollire delle acque, tra l'intenso odore di zolfo, dopodichè la meritata pausa pranzo (e sonno per qualcuno!) all'ombra di un grande pioppo sulla sponda del Rio Grande.





Dopo la pausa, ripreso il cammino seguendo il corso del torrente (guadato ancora una volta senza alcun problema), sotto il sole a picco ma con temperatura tutto sommato sopportabile, ripercorrendo le tracce dell'antica via Amerina abbiamo raggiunto l'Agriturismo Ayala che ci ha manifestato ancora una volta la sua ospitalità offendoci bottiglie di acqua fresca e frutta appena colta.





Ripartiti, dopo uno strappetto in salita, abbiamo raggiunto la provinciale Orte-Amelia che abbiamo percorso per un paio di chilometri fino a rientrare tra i campi nei pressi del Podere Pizzogallo. Una nuova ulteriore rampa in salita, che la fatica accumulata ha fatto sembrare non finire mai, affrontata però con lo stesso spirito scherzoso che ha caratterizzato l'intera giornata, ci ha permesso di arrivare in località Montenero , in vista di Amelia, raggiunta poi, stanchi ma soddisfatti, dopo un paio di chilometri e mezzo di strada provinciale.





Roberto, Maria, Luca, Marisa, Fabrizio, Margherita, vi ringrazio (vi ringraziamo) sinceramente per la splendida esperienza e mi auguro che sia uno sprone per tutti per farne insieme una ancor più bella e significativa: la percorrenza integrale del Cammino degli Angeli.

"Cos'è che fa dell'uomo un uomo? Forse le sue origini? Il modo in cui nasce alla vita? Io non lo credo... sono le scelte che fa; non come comincia le cose ma come decide di finirle" (dal film "Hellboy")

mercoledì 8 luglio 2009

Cipresso



Voglio inaugurare la sezione dedicata agli approfondimenti sulla flora dedicando questo post all'albero che è stato protagonista di una delle nostre ultime uscite, sui colli di Titignano, quando abbiamo attreversato l'affascinante Fosso dei Cipressi, un bosco naturale costituito dalla sola presenza di questa essenza, una situazione più unica che rara, a quanto ne sappia, dalle nostre parti.



Divisione: Spermatophyta
Sottodivisione: Gymnospermae
Classe: Coniferae
Famiglia: Cupressaceae
Genere: Cupressus

Come dice il nome, il Cipresso Comune (Cupressus Sempervirens) è un albero sempreverde. Ha un portamento colonnare e una chioma di colore verde scuro, tronco colonnare con un'alta densità di rami fin dalla base e una corteccia piuttosto sottile di colore grigio-bruno. Può raggiungere un'altezza di 30 m e il suo habitat va dal mare fino al piano collinare-pedemontano (0-800 m) su terreni sassosi e sostenzialmente aridi.
E' una specie tipicamente mediterranea che si stabilisce in aree dove il clima assicura inverni miti e piovosi ed estati calde e asciutte.
Le foglie sono squamiformi e lunghe fino ad 1 mm, di colore verde scuro, opposte e strettamente appressate in quattro file attorno ai rametti; presentano una ghiandola dorsale che sprigiona un aroma di incenso se strofinate.
Fiorisce nel periodo tra febbraio e maggio; le infiorescenze maschili sono ovali lunghe circa 3 mm, di colore giallo brunastro, poste alla fine dei ramuli, quelle femminili verdi, in piccoli grappoli.
I frutti sono galbuli legnosi con forma rotonda-ovale, lunghi fino a 4 cm, formati da 5-8 paia di squame irregolarmente poliedriche, di colore grigio-giallastro. Contengono un elevato tasso di tannino, con il quale i Romani usavano fare profumi.

Di origine orientale, si pensa sia stato portato in Italia dagli Etruschi o, più probabilmente, dai Fenici. Usato per scopi prevalentemente ornamentali, nel caso dello straordinario Fosso dei Cipressi ha trovato le condizioni per colonizzare un'intera area, formando un vero e proprio bosco sulle sponde del lago di Corbara. Anche in una delle altre nostre uscite abbiamo avuto modo di attraversare un'area, - il versante sud del Monte Costasole, sui Monti Ruffi, a est di Roma - caratterizzata dalla presenza di molti esemplari di cipresso, in quel caso più isolati e misti al querceto.



Anticamente, e ancora oggi in Oriente, il cipresso era simbolo di fertilità per il suo aspetto vagamente fallico. Da qui la tradizione a piantarlo nei pressi (o all'ingresso) degli appezzamenti di terreno. Tradizione che oggi prosegue più che altro per scopo ornamentale e che ha fatto la fortuna (meritata) per la sua bellezza caratteristica degli ambienti collinari della Toscana e, in parte, dell'Umbria. Inoltre, questo simbolismo è confermato, come riporta anche Catullo in una delle sue Poesie, dal fatto che al tempo dei Romani, in occasione delle nozze, gli sposi ricevevano un albero di cipresso tra i doni.





La fama funeraria invece deriva da un mito narrato da Ovidio nelle Metamorfosi e ripreso in epoche successive, che racconta del giovane Ciparisso che aveva uno splendido cervo dalle corna d'oro, da cui pendevano splendide gemme e pendenti preziosi, che si lasciava accarezzare da quanti lo volessero.
Un giorno, mentre si allenava al lancio del giavellotto, Ciparisso, inavvertitamente, con un lancio sbagliato, trafisse e uccise lo splendido cervo. Disperato, invocò gli dei affinchè uccidessero anche lui e chiese esplicitamente di poter mostrare lutto in eterno. Venne così mutato nell'albero che porta il suo nome.

A fronte di questa leggenda c'è l'aspetto "scientifico" che può giustificare l'uso di quest'albero come adatto a stare nei cimiteri: la sua forma e il suo aspetto "contenuto" e il fatto di avere radici che non si allargano molto e che quindi non vanno a disturbare le sepolture sotto terra.

Il suo legno è molto duro e resistente e, in passato, era considerato incorruttibile: con esso sono stati intagliati la freccia di Eros, lo scettro di Zeus e la mazza di Ercole

sabato 4 luglio 2009

Proposte 2° semestre 2009


Di seguito l'elenco delle proposte che ho già messo in calendario per i prossimi mesi nell'ambito del programma dell'Associazione Four Seasons Natura e Cultura, di cui sono socio e per la quale conduco uscite per gruppi di associati da diversi anni. Le escursioni sono aperte a tutti i soci in regola con l'iscrizione annuale all'Associazione Four Seasons. La quota associativa annuale è di € 8,00 (€ 4,00 per chi si tessera da luglio a dicembre 2009) e il costo per la singola escursione è di € 10,00.
Per maggiori informazioni e prenotazioni (aperte dal lunedì antecedente l'uscita) vi invito comunque a contattare Four Seasons al 0627800984 dal lunedì al venerdì dalle 9.00 alle 13.00 e dalle 15.00 alle 19.00 e il sabato dalle 9.00 alle 12.00.

Come di consueto, alcuni giorni prima dell'uscita scriverò un post con la descrizione e le caratteristiche dell'escursione in programma.
Eccole:

6 Settembre: Monte di Cambio - Monti Reatini;

20 Settembre: Monte Crepacuore - Monti Ernici;

4 Ottobre: Anello della via Cassia Medioevale - R.N. Lago di Vico;

1 Novembre: Monte Guardia - Parco Natur. Reg. Monti Lucretili;

22 Novembre: Monte Cacume - Monti Lepini;

29 Novembre: Monte Soratte - R.N. Monte Soratte


Queste sono quelle già fissate. Per saperne di più su tutte le altre iniziative, anche quelle non programmate in questo momento, basta seguire costentemente il blog e il suo aggiornamento oppure iscriversi alla newsletter.
Approfittate dell'estate per allenarvi al camminare!
A presto!