venerdì 18 dicembre 2015

Una Guida


Qualche tempo fa, di rientro a casa sull'autostrada nei pressi di Roma, nel guardarmi intorno fuori dal finestrino, ho realizzato che nei passati anni ho raggiunto, gruppo al seguito, tutte le principali vette che circondano la Capitale. ...Lì c'ero stato, e anche lì e anche su quella cima, e quell'altra.
Per carità, niente di eccezionale: "l'impresa", e più di questa, è stata e sarà realizzata senza dubbio da molti altri. In senso assoluto non costituisce, appunto, nemmeno un'impresa. La questione è strettamente personale.
In quel momento c'è stata una acquisizione di consapevolezza: ho percepito che si concludeva la fase di costruzione e affermazione professionale e iniziava una fase di maturità, con la necessaria condivisione di quanto appreso dall'esperienza nei precedenti anni.
Qualche settimana dopo sono partiti i primi corsi di base di escursionismo aperti a tutti da me organizzati, di cui ho parlato anche qui, e dai quali sono poi usciti una cinquantina di diplomati, a seguito del superamento dell'esame finale. Prime esperienze di insegnamento su temi professionali, fino poi a giungere, un paio di settimane fa, alla proposta ricevuta di tenere alcune docenze nell'ambito dei primi corsi nazionali per aspiranti Guide Ambientali Escursionistiche organizzati da AIGAE, l'associazione di categoria che le rappresenta, in particolar modo quelle relative all'area propedeutica del corso intensivo infrasettimanale, attualmente in essere. Proposta che ho accettato e che mi ha dato il piacere e l'onore, come ho esplicitato ai partecipanti al momento della presentazione, di essere il loro "maestro delle elementari" dal punto di vista professionale, all'interno di un corso lungo e articolato, che li vedrà assistere alle lezioni di molti altri diversi docenti, tutti validi (e alcuni noti) professionisti nel proprio campo.
Ognuno di noi ha incontrato nella propria vita molti insegnanti, ma i nostri maestri e maestre delle elementari, nel bene e nel male, non li dimenticheremo mai. Un compito quindi non secondario, e non per tutti, mi è stato assegnato, che ho accettato con grande piacere.

Quando ho iniziato, dieci anni fa - quasi undici ormai, ma non sto appunto parlando del Giurassico - avrei visto un corso del genere come un sogno. A quei tempi, è esperienza comune a quella di diversi altri colleghi, mi sono stati trasmessi giusto alcuni principi basilari della conduzione professionale e mi fu data la possibilità di affiancare un collega (a cui in questo senso devo molto) per un paio di uscite, una con gli adulti e una con i minori, e poi... è stata tutta esperienza diretta fatta sulla mia pelle!
A quei tempi avrei sognato un corso del genere, tuttavia oggi so che un corso così si tiene anche grazie a quello che anche io ho personalmente fatto in questi anni, che mi ha portato, direttamente o indirettamente, a stabilire dei parametri nell'ambito di questa professione.
Il più importante dei quali, ho compreso, probabilmente è che fare la Guida, essere una Guida, non vuol dire essere un ottimo escursionista, o un bravo docente, o un amante della montagna, o un preparato "tuttologo". O tutto questo insieme. Non basta.
Fare la Guida significa, innanzitutto, aver cura degli altri.
Tutto il resto lo si può diventare o preparare, ma questa è la prima qualità individuale che deve essere allenata e sviluppata da chi desidera svolgere questa funzione, che è tale prima ancora di essere una professione, come tante altre ce ne sono.
Un atteggiamento che bisogna costantemente allenare, e solo allenare perché già c'è, essendo una prerogativa naturale di tutti gli essere umani, che va solo manifestata.
Questo è il succo di quanto ho appreso sul campo in questi anni, è la mia storia, e quello da cui ho deciso di partire con gli allievi del primo corso nazionale AIGAE per aspiranti Guide Ambientali Escursionistiche, affermandolo al momento stesso dell'apertura, contemporaneamente alla mia presentazione personale.
Aver cura degli altri dunque, ma non sostituirsi a loro: ognuno è sovrano e responsabile del proprio cammino e una Guida, citando invece in questo caso la millenaria tradizione orientale, deve "solo" indicare la via con l'esempio concreto.
Aver cura degli altri non prescinde quindi dall'aver cura di se stessi.
E' impegnativo, ma ne vale senza dubbio la pena.

[foto di M. Nagni]

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