In 19, domenica scorsa, abbiamo camminato negli splendidi ambienti di quell'angolo del Parco dei Monti Simbruini compreso tra Campaegli, Campo dell'Osso e Livata, tra splendidi pianori erbosi e faggete e con una strepitosa giornata di primavera che ci ha accompagnato per tutta la durata dell'escursione.
Un bel gruppo, nel quale abbiamo avuto anche il piacere e l'onore di avere Fabrizio, un giovane non vedente accompagnato dalla sua amica Elisa, il quale ci ha manifestato con la sua presenza come sia proprio vero che i limiti sono solo quelli che ci poniamo nella nostra mente.
Dopo una breve sosta prima di partire a Cervara di Roma, il "Paese degli Artisti" (noto per le sue opere d'arte ricavate nella roccia che del paesino è anche le fondamenta) e straordinario balcone panoramico sulla sottostante Valle dell'Aniene, abbiamo raggiunto l'altipiano di Campaegli a 1400 m slm e abbiamo iniziato il nostro lungo anello attraversando il primo e più ampio dei pianori che avrebbero caratterizzato la nostra camminata.
Siamo così entrati nella tipica atmosfera ovattata della faggeta e ne siamo usciti ai margini di Campobuffone, che in parte abbiamo percorso per entrare nella bella cornice della Valle Maiura, percorsa in toto fino al centro residenziale e stazione invernale di Campo dell'Osso dopo alcune pause per raccontare un po' le abitudini della fauna selvatica - che annovera ta i componenti anche l'orso, di passaggio, e il lupo - e lo stupore di fronte ai residui nevai nelle zone d'ombra.
Dopo la pausa pranzo e quella per il caffè (che lusso!) ci siamo incamminati in discesa all'interno del Fosso dell'Acquaviva fino ai margini di Livata, concedendoci uno scherzoso collettivo momento di pausa sulle abitudini parassitarie del cuculo, di cui il caratteristico richiamo che risuonava nel bosco non ci era sfuggito.
Da qui, sul margine di un bosco di conifere da rimboschimento alle pendici del Monte Calvo, per una sterrata che a tratti ci ha regalato larghe vedute sulla sottostante Valle dell'Aniene, abbiamo raggiunto di nuovo il grande piano carsico di Campaegli che, per concludere in bellezza questa magnifica giornata, abbiamo attraversato di nuovo assaporandone lentamente la vastità ad ogni passo sul morbido tappeto erboso tappezzato da migliaia di fiori colorati.
Rientrati alle macchine, stanchi ma soddisfatti e rigenerati da una tale giornata, il momento degli arrivederci e dei ringraziamenti reciproci perchè, ancora una volta, la buona riuscita dell'escursione è dipesa dal contibuto di ogni singolo membro del gruppo.
Alla prossima!
[Nei prossimi giorni inserirò il post di presentazione dell'uscita di domenica prossima sul Monte Lupone. Chi volesse ricevere l'aggiornamento per email, può scrivermi lasciando il suo indirizzo che inserirò nella newsletter]
martedì 12 maggio 2009
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A proposito del cuculo: ho trovato tra le varie recensioni questa:
RispondiElimina"...Ma torniamo a Qualcuno volò sul nido del cuculo. Il titolo è curioso, in lingua originale è One Flew Over the Cuckoo’s Nest. In inglese “cuckoo” oltre che cuculo significa anche folle e questo probabilmente deriva dal fatto che il cuculo è un uccello che non fa il nido e depone le sue uova all’interno del nido degli altri uccelli e quando l’uovo si schiude il piccolo del cuculo elimina la concorrenza sbarazzandosi dei fratellastri e ne prende il posto ingannando i genitori adottivi. Kesey non poteva trova un titolo migliore per la sua storia mi pare..."
La segnalazione per i quad è stata inviata, se ho notizie le farò sapere.
ciao e grazie per la passeggiata
Benedetta
Molto interessante. Non sapevo che COCKOO avesse anche il significato di "folle". Grazie Benedetta, anche per la segnalazione relativa ai quad. E' un problema estremamente attuale ed è il caso che, almeno sui monti, chi si sposta a piedi (o in un altro modo "sostenibile") possa godersi pienamente quei luoghi in tranquillità.
RispondiEliminaUn saluto, a presto.
Riccardo