domenica 29 gennaio 2012
Inverno (ma non troppo)
Campo scuola nel Parco Nazionale d'Abruzzo, 23-27/01/2012
Lunedì, primo giorno.
Tommaso (8 anni): "Tu sei famoso?"
Riccardo: "Beh, non saprei dirlo, io. Secondo te?"
T: "Secondo me sei famoso"
R: "Questo è quello che conta, allora"
Giovedì sera, penultimo giorno.
T: "Ci verrai a trovare a scuola, un giorno?"
R: "A te fa piacere?"
T: "Si"
R:" Certamente: presto verrò a trovarvi anche a scuola"
Questo è uno dei tanti piacevoli scambi che mi capita di avere con i bambini e i ragazzi che accompagno in natura nell'ambito delle attività a cui partecipo come Guida.
In questo caso è stato con Tommaso, un bambino di 8 anni brillante e acuto, con una forse troppa consapevolezza di se al limite dell'arroganza; un piccolo adulto, purtroppo, per certi versi. Occhioni grandi e un talento che sarà importante orientare, nei prossimi anni, verso la giusta direzione.
Ho accompagnato lui e la sua classe, una terza elementare, per un campo scuola di 5 giorni nel Parco Nazionale d'Abruzzo, la settimana scorsa, quindi in pieno periodo invernale.
Si preannunciava una settimana complessa dal punto di vista della gestione del gruppo e delle attività, sia per via dell'età dei bambini in relazione al periodo - che si è confermato freddo e, in parte, nevoso - sia per le preoccupazioni espresse dall'insegnante prima di partire (e durante la permanenza), la quale evidentemente aveva scelto la destinazione e il periodo senza tener conto fino in fondo di tutte le variabili in campo e perdipiù mossa, mi sento di dire, da un atteggiamento di pretesa incalzante. Inoltre, si poteva presentare l'eventualità che a partecipare, almeno per qualche giorno, ci fosse anche uno dei componenti della classe, non vedente e caratterizzato da ritardo cognitivo.
E così, pure nella possibilità di poter scegliere un altro incarico, all'apparenza più facile (c'era in programma in contemporanea un altro campo scuola con condizioni di partenza meno "stressanti") ho deciso di assumere questo, determinando di trasformare tutte le situazioni al fine di realizzare, come sempre, una esperienza memorabile per i bambini. E, a giudicare da come andata, penso di esserci riuscito.
Tommaso, Giulia, Edoardo, Emma, Andrea e i loro compagni sono nati nel 2003. Anno che per me ha una valenza particolare essendo stato l'anno del "cambio di rotta", spartiacque tra la "vita di prima" e quella di adesso. Mentre essi, biologicamente parlando, venivano alla luce io, in pratica, sono ri-nato e proprio in quei giorni facevo scelte importanti che mi hanno portato a essere qui dove sono oggi. L'averli incontrati in questo momento della mia storia personale mi fa ritenere - insieme a tanti altri elementi che non sto qui ad approfondire -che un ciclo si sia concluso e che si stia aprendo una nuova fase, dal punto di vista lavorativo innanzitutto.
Chi segue questo blog da tempo ha senz'altro avuto modo di accorgersi che molte delle attività qui proposte e raccontate si stanno pian piano orientando verso parametri ben precisi e per alcuni aspetti diversi da quelli che hanno motivato le attività passate, quelle degli inizi. Una su tutte, è evidente, ho deciso, ad esempio, di limitare il più possibile le escursioni giornaliere, che, alla fine della fiera, sono senza dubbio le iniziative la cui realizzazione è più dispendiosa di risorse a parità di opportunità di esperienza di immersione nella natura creata per chi vi partecipa, scegliendo di condurre solo quelle che si svolgono in luoghi prossimi a casa. Decisione questa che, in sostanza, si colloca nell'ottica di sostenere attraverso il mio lavoro e le mie scelte di vita il ritorno a un 'pensiero ecologico' che è quello per cui mi adopero e a cui tutti dovremmo tendere.
Come andrà a finire avremo modo di vederlo insieme qui.
Nel frattempo, fondamentale obiettivo a breve scadenza sarà il mantenere la promessa fatta a Tommaso e agli altri.
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