giovedì 13 dicembre 2012
Gemelli
L'altro ieri sera, nonostante il freddo pungente, rientrando a casa intorno alle 22, mi sono concesso due passi sotto quello che, al momento, posso considerare il miglior cielo della stagione (in termini di visibilità). Le due giornate di "tramontana" hanno spazzato via ogni accenno di umidità è il firmamento appariva in tutta la sua bellezza.
Giusto due passi, data la temperatura sotto lo zero, per godere di tanta bellezza e sentirsi, come sempre mi capita in questi casi, in compagnia di tutti gli osservatori dei cieli di tutto il mondo, passati presenti e futuri.
In questo periodo, peraltro, abbiamo una combinazione di costellazioni presenti davvero notevole e ovunque volgi lo sguardo c'è qualcosa che merita di essere osservata per un po', a partire dal taglio netto che la Via Lattea fa al centro della volta blu.
Questa volta però lo sguardo si è soffermato di più - e, come tutte le cose, dato il periodo, non lo ritengo un caso - sulla costellazione dei Gemelli, che insieme a Orione, al Toro, l'Auriga i due Cani - e in questo periodo anche Giove - creano, ad est a quell'ora, un angolo davvero affascinante e luminoso.
I Gemelli sono una delle costellazioni più belle dell'intero cielo stellato, anche perché sono una delle più "realistiche", come la foto inserita all'inizio del post dimostra. E' facile scorgervi la "sagoma" di due esseri umani che si tengono uniti come in un abbraccio. Una delle più belle e anche una delle più significative, quindi.
Tra le altre cose, si tratta di una costellazione molto antica - come quasi tutte quelle dell'emisfero boreale - che risale probabilmente all'epoca babilonese.
Le due stelle principali sono Castore e Polluce (la seconda più luminosa della prima - 32 volte più del Sole... - anche se, per molto tempo, si è creduto il contrario) che rappresentano le due teste nella figura e, naturalmente, i due protagonisti dei miti legati alla costellazione.
Gli antichi greci raccontavano che Castore e Polluce fossero i Dioscuri, ovvero 'figli di Zeus'. In realtà poi precisavano che, dei due gemelli, solo Polluce era, in effetti, frutto dell’unione - extraconiugale - tra il padre degli dei e una donna mortale, Leda, e in virtù di questo, solo egli, godeva del privilegio dell’immortalità. Il fratello Castore, invece, era stato concepito da Leda e suo marito, il re spartano Tindaro, nel corso di un rapporto immediatamente successivo - la sera stessa - a quello che la donna ebbe con Zeus. Così i due nacquero gemelli ma uno immortale e l'altro no. Castore, infatti, pur essendo un giovane di notevole prestanza fisica, non godeva del privilegio di Polluce ed era assolutamente mortale. Molto legati tra loro, i due fratelli decisero d’unirsi alla spedizione degli Argonauti, guidata da Giasone, alla ricerca del Vello d’Oro, portando un contributo fattivo grazie alle loro impareggiabili doti: Castore si distingueva come un abile cavaliere, mentre Polluce era un imbattibile pugile. Durante il viaggio, e in diverse occasioni, furono d’importanza vitale per la riuscita della spedizione e, a tal proposito, Apollonio Rodio nelle sue Argonautiche, narra un episodio emblematico: durante una tempesta, la nave Argo rischiò l’affondamento; sulla testa dei due giovani apparve una luce e all’istante la tempesta si quietò.
In epoca romana, da questa leggenda, nacque la consuetudine di dipingere l’immagine dei gemelli sulle navi, considerati non solo protettori delle battaglie e numi tutelari dell’ospitalità ma anche, e soprattutto, protettori dei marinai. Le luci che sovente i naviganti riferiscono di scorgere sugli alberi delle navi durante le tempeste (i cosiddetti fuochi di Sant’Elmo) vengono interpretate come apparizioni di buon auspicio e, in epoca antica, opera dei Gemelli.
La vicenda mitica di Castore e Polluce raggiunge il culmine, e l'epilogo, nello scontro con i cugini Ida e Linceo per via di una contesa intercorsa tra le due coppie a proposito di due belle ragazze. Nella contesa Ida riuscì a ferire a morte Castore mentre Polluce ebbe la meglio su Linceo che rimase trafitto dalla sua lancia. La battaglia ebbe termine con l’intervento di Zeus che punì Ida incenerendolo con una folgore. Al termine dello scontro Polluce, disperato per la perdita del fratello che tanto amava, chiese al padre degli dei di poter donare la propria immortalità al gemello morto, pur di riportarlo in vita, oppure di raggiungerlo egli stesso nell’Ade, il regno dei morti. Zeus, commosso da tanto affetto e unione, decise che da quel momento i due avrebbero trascorso l’eternità insieme, e pose in cielo le due nobili anime, una accanto all'altra, come noi oggi ancora le vediamo.
Al di là del mito in se, a me piace pensare che i Gemelli siano stati "collocati" in cielo dai nostri antenati anche per l'alto valore simbolico che la figura rappresenta e perché siano di buon auspicio per le vicende dell'umanità tutta che ha abitato, che abita e che abiterà questo pianeta. L'amore fraterno che lega i fratelli di sangue è un valore imprescindibile che dovrebbe essere alla base di qualunque rapporto tra esseri umani, vicini e lontani, e, anche, con tutti gli esseri viventi. Messo in pratica cambiano davvero molte prospettive.
Così come anche la forza dello stare uniti, troppo spesso messa in discussione nella nostra epoca a causa dei tanti continui stimoli che inducono a romperla e a ricercare la via del procedere da soli, abbagliati da un'effimera maggiore facilità "di movimento" nella vita.
Nato in uno splendido giorno di fine maggio, secondo gli attuali calendari sono del segno dei Gemelli e voglio credere che questi aspetti, che personalmente mi sembra la normalità perseguire, siano stati impressi in me al momento dell'apparizione su questo pianeta. Fanno parte quindi del mio bagaglio e quindi anche delle vicende del mio cammino.
La figura dei Gemelli è legata anche a qualcosa di più ancestrale che riguarda l'aspetto duale di tutti fenomeni. Alfredo Cattabiani nel suo Planetario, il libro che mi ha portato ad approfondire fin da giovanissimo la mitoastronomia, scrive: "Tra il 6540 e il 4380 a.C., erano dunque i Gemelli a cominciare il corso dell'anno all'equinozio primaverile. Per questa ragione la leggenda dei gemelli, nelle fantastiche storie più antiche, narra solamente l'avvento di una nuova epoca, di un nuovo periodo, di una nuova era. «La leggenda è quella dei due fratelli che non possono restare insieme a lungo ma solo per una notte e uno di essi uccide l'altro. Tale è appunto il rapporto tra Luna e Sole, o tra le due ipostasi lunari, la splendente e la nera. La storia biblica s'inizia con Caino e Abele, quella romana con Romolo e Remo.»"
Non sono particolarmente appassionato di astrologia ma non posso non considerare - come dovrebbero fare tutti gli astronomi - che l'astronomia è praticamente nata dall'astrologia, tuttavia qui mi preme citare ancora Cattabiani, che dedica una ampia parte al simbolismo astrologico e ai caratteri del segno zodiacale, scrivendo che la forma geroglifica del segno è composta da due linee verticali - rappresentanti le modalità dell'energia creatice, quella attiva e quella ricettiva - inquadrate da due orizzontali, che sono il tempo e lo spazio in cui si manifestano. Ovvero: la vita promana dall'azione dei contrari, dalla fusione delle energie primordiali attive e ricettive.
Inoltre, a proposito dei caratteri del segno zodiacale, dice: "Tutto è duale nel segno dei Gemelli poiché, come s'è detto, è quello della polarità. Il suo legame con l'aria fa sì che chi vi è nato sia fondamentalmente un tipo rapido, dall'umore mutevole, volubile, flessibile, adattabile; ma anche connotato da una straordinaria immaginazione creatrice, da capacità inventive sia nelle arti sia nella vita quotidiana.
Possono coesistere in lui due opposti temperamenti: il primo, il tipo "Castore", è emotivo ma poco attivo, instabile, agitato da sentimenti, in preda a continue nuove emozioni e passioni disordinate; il secondo, il tipo "Polluce", è invece poco emotivo ma iperattivo, dotato di grande prontezza di spirito. E' abile nel destreggiarsi nelle situazioni più difficili, curioso, pratico, ingegnoso, ma anche arido di cuore e ironico se non sarcastico. (...)
A volte, a causa della volubilità, i Gemelli assumono atteggiamenti contradditori, non con l'intenzione di ingannare ma per un mutamento psichico improvviso."
Ammesso che queste caratteristiche rispecchino una parte della mia personalità (e non mi sento di escluderlo, anzi) e ammesso che si possa effettivamente considerare che, in quanto nato a maggio sia del segno dei Gemelli (la Precessione degli Equinozi lo sconferma) o che non si debba considerare, come effettiva apparizione sul pianeta, il momento del concepimento e non quello della nascita, questo è, secondo la visione degli orientali, parte del mio Karma. Come sia, sono qui per trasformarlo e l'ho riportato perchè, magari, qualcuno che legge, nel frattempo, mi incontra per strada... :-)
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