martedì 15 gennaio 2013
Antigone
Nell'ambito di un corso di aggiornamento per i collaboratori della Riserva Naturale di Monte Rufeno, al quale ho partecipato in questi giorni, è stata proposta ai partecipanti un'attività da svolgersi individualmente, con la condivisione in gruppo di quanto "prodotto".
L'attività consisteva nello scegliersi un luogo che piaceva dove sedersi tranquilli e immedesimarsi in una di queste due figure:
a) Antigone - "eroina" protagonista della tragedia greca che si era ribellata a una legge ritenuta assurda e che per questo era stata murata viva mentre guardava per l'ultima volta da un luogo panoramico la sua amata città, Tebe - oppure
b) in un cieco dalla nascita che riacquistava improvvisamente la vista e che, quindi, per la prima volta aveva la possibilità di vedere con i suoi occhi il mondo intorno a lui.
Una volta immedesimatisi in uno dei due per qualche decina di minuti, avremmo dovuto scrivere tutto ciò che ci veniva in mente in quel momento per poi condividerlo con gli altri.
Io ho scelto di immedesimarmi in Antigone, e nella condizione di essere quindi nella possibilità di vedere il "mio" mondo per l'ultima volta, e ho scritto un paio di cose che poi ho letto, come tutti, al gruppo.
Riporto qui la prima, la più immediata, da condividere con chi legge ora:
Ogni istante
è prezioso
per vedere il bello intorno a noi.
Ogni istante
è a disposizione
per provare gratitudine.
Ogni istante
è buono
per rinnovare la propria dedizione alla vita.
Ogni istante
è l'occasione
per sentire gioia nel proprio cuore.
Ogni istante,
anche questo,
anche se fosse l'ultimo.
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