lunedì 11 febbraio 2013
Tracce
A quasi tre mesi e mezzo di distanza, ieri sono tornato operativo con una escursione sul campo, nella stessa zona del Parco Nazionale dei Monti Sibillini dove mi ero fermato.
La sensazione è stata particolare: per un verso sembrava fosse passata una vita - in effetti tre mesi non sono pochi e ne sono accadute di cose - per un altro sembrava di essere stato lì il giorno prima, come se nulla di particolare fosse accaduto, in una routine lavorativa.
Il caso non esiste e sono certo che ci sia una ragione per cui la vita mi abbia dato l'occasione per ricominciare la mia attività proprio in quei luoghi.
Mi verrebbe da dire che a novembre si è chiuso un ciclo - durato anni - e che con ieri ne sia effettivamente cominciato un altro. Il tutto nel medesimo luogo - anche se un po' meno verde e decisamente più bianco - come a voler evidenziare il continuum. Le differenze di colore non sono mai così nette: io sono sempre io e sono stato lì sempre in veste di Guida, ma cambia la consapevolezza e l'esperienza di sè. E non è poco. Sfumature? No: sostanza.
Per di più, con l'occasione, si è inaugurata una nuova collaborazione, quella col gruppo escursionistico della Polisportiva di Castel Giorgio - che sono contento di aver costruito nei mesi scorsi e che caratterizzerà gran parte di quest'anno dal punto di vista escursionistico -, alcuni membri del quale hanno indossato ieri per la prima volta in vita loro un paio di ciaspole e, pur essendo umbri, mai erano stati in visita da quelle parti, senza dubbio tra le più famose a livello regionale.
Anche senza particolari squilli di trombe, è stato quindi per tutti un giorno di festa, svoltosi con leggerezza in una splendida giornata invernale: cielo terso, sole caldo e neve perfetta!
Eravamo 17 e abbiamo tutti provato la sensazione unica di lasciare per primi tracce nel delicato manto nevoso ai margini del bosco.
L'indomani - cioé oggi - mentre scrivo fuori fiocca anche qui, e penso un po' in tutto il centro-nord Italia.
Come a voler ricordare ancora una volta che sulla neve le impronte sono più profonde che sulla terra asciutta.
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