domenica 17 marzo 2013
La sostenibile leggerezza dell'essere
Sarà perché quella di oggi era la prima escursione che ho affrontato dopo aver cambiato, in meglio, la mia alimentazione, cosa che mi ha fatto perdere 6 kg, raggiungendo così un peso che non registravo - credo - dalle scuole medie e permettendo al mio fisico di tendere beneficamente verso la presenza di una maggioranza di massa magra e sprigionare una energia e una vitalità superiori al passato.
Sarà perché camminavamo - con la sensazione di volare - sul Monte Soratte, oggi un'isola che si erge, dominandola dall'alto, sulla vasta Campagna Romana, dopo essere stato, per milioni di anni, una vera e propria isola al largo del mare che ricopriva l'intero territorio.
Sarà perché la montagna è considerata sacra dalla notte dei tempi e la sua sacralità si incontra tuttora nei diversi eremi che sorgono alle sue pendici e in vetta, nella tante cappelle che costellano i sentieri, negli enormi lecci secolari sparsi nel bosco.
Sarà perché, nonostante l'enorme difficoltà del momento storico che stiamo vivendo, tutti sentiamo essersi riaccesa in noi, anche per via dei recenti eventi di attualità, la fiammella di una rinnovata speranza in un futuro di grande cambiamento (in effetti, una della cose più importanti che ho imparato dall'analisi tecnica dei mercati finanziari che praticavo nell'ambito della mia professione precedente è che: "i trend finiscono sempre al massimo della loro forza e al massimo della loro ampiezza").
Sarà per questi e per molti altri motivi che l'uscita di oggi è stata davvero una gran bella passeggiata, affrontata con leggerezza e partecipazione e, quindi, con grande piacevolezza. Per la prima volta da che io ricordi, un'escursione domenicale senza distrazioni dovute a dibattiti accesisi (inutili, in quei frangenti) sulla politica o l'attualità o il calcio (quando saremo in grado di eliminare anche le chiamate al cellulare nel mezzo dell'immersione nel bosco, saremo vicini all'optimum!).
Un'atmosfera rilassata - con tutti quanti i partecipanti dediti, nel proprio ma nel contempo in condivisione con gli altri, a godersi il luogo e il momento, senza farsi comunque mancare un atteggiamento goliardico - ha contraddistinto per intero la giornata.
Un gruppo, quello della Polisportiva di Castel Giorgio - a cui, alla fine, a riguardo ho fatto i miei complimenti - per il quale l'escursionismo realmente non è un fine (cosa che poi implica l'opinabile necessità di dover raggiungere per forza una méta) ma un mezzo. Per stare insieme, conoscere nuovi posti, scoprire, meravigliarsi. Divertirsi, insomma.
E io non posso che essere contento di contribuire con il mio apporto a queste esperienze comuni.
Alla prossima, quindi!
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