martedì 23 luglio 2013

Educazione democratica: prove generali


Campo estivo "Natura e Inglese" - Parco Nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise, 13-21 luglio 2013

Qualche mese fa mi è capitato sottomano, e l'ho acquistato senza esitazioni, il libro Liberi di imparare, di F. Codello e I. Stella, che riporta le esperienze di scuola non autoritaria in Italia e all'estero raccontate dai protagonisti - alunni e insegnanti - e che tratta di un'idea definita dagli autori stessi, nella prefazione, "scomoda" - quella su cui si fonda la cosiddetta educazione libertaria, o democratica - ma che invece dovrebbe essere uno dei pilastri fondamentali su cui costruire il sistema educativo e, con esso, una società fatta di uomini e donne consapevoli, autentici, realizzati,...felici.
Gia dalla prime pagine, il libro ha catturato il mio interesse soprattutto perché, mentre procedevo nella lettura, vi ho trovato un approccio di fondo che coincide con quello che porto avanti da anni nell'ambito delle iniziative a cui partecipo, soprattutto quelle che vedono protagonisti bambini e ragazzi.
L'idea scomoda è che "ogni bambino o bambina, nel rispetto degli altri, ha il diritto di decidere quello che vuole fare", che "amare è lasciare liberi", che dobbiamo "educare a essere" e non "educare a dover essere". Insomma: un'idea rivoluzionaria e sostanziale per il vero progresso della nostra civiltà.
Da qui la necessità di rivedere il sistema educativo attuale e di costruire quello del futuro su una scuola che non sia autoritaria, che non imponga i suoi programmi, che sia senza voti (rispetto ai quali il più delle volte è orientato lo studio invece che verso un reale apprendimento) e senza interrogazioni, e in cui, soprattutto, gli alunni abbiamo voce rispetto alle decisioni che riguardano loro stessi e tutto l'ambiente scolastico di cui fanno parte, programmi didattici e loro insegnanti compresi.
Rimando alla lettura del libro per gli approfondimenti perché qui voglio, come sempre, parlare delle nostre esperienze e quello che ho anticipato è semplicemente un accenno, senza presunzione di completezza. Anche perché, come si legge nel libro, le esperienze nel mondo su questo tipo di aspetto sono molte e variegate.

Non mi occupo direttamente di scuola, al momento, ma, sarebbe sciocco negarlo, l'iniziativa rivolta ai ragazzi di cui si parla qui, come per le precedenti, pur essendo una vacanza per loro, ha molti aspetti educativi che la caratterizzano, non solo perché in programma ci sono ore dedicate quotidianamente allo "studio" della lingua inglese. E proprio in questo ambito si è focalizzato il nostro impegno, quantomeno il mio: fare in modo che i ragazzi partecipanti - adolescenti che non si conoscevano e provenienti da ogni parte di Italia - avessero occasione di apprendere cose nuove e di importanza sostanziale per la propria vita, tirando fuori da se e non attraverso l'imposizione di concetti e nozioni (che spesso sono mascherati dagli "educatori" da giochi o gare a punti), bensì attraverso l'esperienza di se stessi e del gruppo, dell'emozione e della condivisione di una settimana con altri ragazzi che vengono a formare per alcuni giorni una comunità indissolubile, rispetto alle attività della quale sono chiamati anche a decidere o a proporre soluzioni.


Il mio impegno è stato così nello stimolare la capacità di ascolto, nell'arginare la tendenza al giudizio, nel percecipere il piacere di stare insieme e del fare le cose anche per gli altri, nel sottolineare loro ogni volta le manifestazioni di non gratitudine rispetto a quello che stavano vivendo - per nulla ovvio -, il tutto naturalmente partendo innanzitutto da me stesso e dal mio atteggiamento e cercando di dare in tal modo il buon esempio, come una Guida che intenda definirsi tale a mio avviso deve fare, in ogni aspetto del suo intervento col gruppo.
Ho voluto personalmente coinvolgerli sempre nelle decisioni che riguardavano loro e il gruppo tutto, noi adulti accompagnatori compresi, e ho cercato di stimolare lo spirito critico, ma costruttivo, per ogni aspetto della settimana in cui era possibile farlo e che li riguardasse direttamente, cercando il più possibile di percepire e rispettare quali fossero i tempi, i ritmi e gli spazi giusti per farlo - cioé i loro - nel proporre un'attività o nel coinvolgerli in una decisione.


Il risultato è stata una settimana intensa, lunga ma "nutritiva". Per tutti.
Si è formato un bel gruppo, equilibrato, solidale, fondamentalmente partecipativo. E, soprattutto, unito.
Diversi di loro hanno fatto trasformazioni dell'atteggiamento che sembravano impensabili a inizio campo, e personalmente ne sono rimasto molto meravigliato.
Tra le altre, nessuno si è mai lamentato di dover, ad esempio, a turno, apparecchiare la tavola o porgere il piatto con il cibo a un altro o di doversi occupare della raccolta differenziata dei rifiuti (pochi) prodotti con i residui del pranzo al sacco. Nessuno ha sentito la mancanza di gare a punti per essere motivato a fare quello che bisognava fare, per se stessi e per il gruppo. Nessuno ha sofferto per l'imposizione di ritmi o di decisioni innaturali e fuori contesto. E, alla fine, nessuno, me compreso, ha fatto salti di gioia per la conclusione del campo. Anzi...
Ma, si sa, ogni cosa ha un inizio e una fine. Il campo estivo è finito però tante amicizie sono cominciate. E questo è quello che tutti desideravamo.


[Ancora un abbraccio - si, è bello ricevere il vostro abbraccio quando ripartite! - e un sincero arrivederci a: Marianna, Carlotta, Nicole, Nure, Benedetta, Giorgia, Martina, Martina, Ludovica, Francesca, Matteo, Davide, Francesco, Lorenzo, Daniele, Luigi, Roberto, Alessandro, Ken, Alberto, Andrea, Andrea e alla mia collega Daniela]

2 commenti:

  1. "Amare è lasciare liberi" . Non me lo immaginavo che avrebbe camminato così tanto. Anno dopo anno , campo dopo campo, ora con il supporto ed i parametri assai chiari e saldi del WWF, le esperienze con questi fanciulli e fanciulle si assommano...dalle sculture rupestri ai caltelloni e disegni alle indimenticabili affermazioni, domande ed esclamazioni, Una commozione perpetua che in un Cuore adulto si deve fare rinnovati impegnio e determinazione a non mollare l'obiettivo , a non modificare i parametri, A non cedere alle continue farreagginosità burocratiche ed organizzative, alle insipienze, talvolta alla vera entropia ambientale..Sapere , per certo, delle esperienze che questi bimbi/e vivono , della loro scoperta e felicità, della soddisfazione e attimo di respiro delle famiglie che si sentono finalmente supportate ed aiutate nel difficile sempre più arduo compito della genitorialità...sapere, per certo, nei fatti, che questa eccellenza PUO' essere , con semplicità il basic da cui partire - proprio come il dottr Gino Strada dice per le prestazioni sanitarie di goni genere e grado di urgenza - sapere che tutto questo sta già accadendo, è un lavoro per la Nazione e l'Umanità... e' la prova provata che ,mentre i media ci bombardano manipolativamente e l'interazione con l'istituzionale è lacunosa e inadempiente..mentre lottiamo per ritornare da sudditi ad esser cittatini sovrani.. comunque gli Uomini e le Donne di buona volontà di cui un tempo normalmente si parlava..ci sono e sono operosamente al lavoro. faticando, con Poesia. Al Tuo Presnte futuro e quello delle generazioni che seguirai. Fiducia e Coraggio dottor Schiavo. E Libertà. Non di fare qul che ci pare mai di essere Noi stessi. Chapeau.
    TB

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  2. Grazie TB!
    ...sapere, per certo, che c'è chi percepisce il Valore (e lo sforzo per realizzarlo) di ciò che uno mette in campo per se e per gli altri, è un sostengo formidabile a proseguire su questa strada, anche nei momenti "peggiori", che tutti atraversiamo.
    Fiducia e Coraggio! ((Non lo dimenticherò' mai :-) ).

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