domenica 13 ottobre 2013
Foglie secche
Siamo in autunno; le piante caducifoglie si spogliano. Lasciano andare via il vecchio, il passato, tutto quello che è finito, per riposarsi e riprendere, di nuovo, con più vigore, in primavera. E' una strategia di adattamento che si è evoluta nei milioni di anni: si liberano di quello che, nelle condizioni ambientali della stagione invernale in cui vivono, sarebbe troppo dispendioso mantenere a fronte del beneficio che potrebbero, di contro, ricavarne.
La Natura non fa mai nulla di inutile.
Come le piante, dopo anni di grande impegno (messo - come mia indole - sempre per primo) e sforzi a mantenere aperte e vive situazioni, realtà e contatti che mi hanno richiesto un dispendio di energia non indifferente a fronte del beneficio globale ottenuto, ho deciso profondamente che può bastare e che non ho più voglia di tirare la carretta su cui stanno a sedere altri, intenti a guardare il panorama che scorre e a scaldarsi ai raggi del sole che dalla loro perenne posizione in ombra non avrebbero potuto ricevere.
Messa questa determinazione profonda, simultaneamente diverse foglie secche han cominciato a cadere. Tra queste, anche qualche branca dell'albero che invece sembrava fosse in salute. Eppure, sono cadute anche esse.
In un primo momento ho provato un senso di stranezza a sentirmi, così all'improvviso, leggero. Ma non ho mai lasciato scoperto il fianco allo stupore: messa la causa, ricevuto l'effetto.
E un attimo dopo, ho percepito che quella fosse una risposta, un segnale importante, che ho ricevuto dalla vita.
Ho deciso che non voglio più perdere tempo ed energie a condividere qualcosa con altri - chiunque essi siano - i cui valori, la cura e le attenzioni messi in campo non siano dello stesso peso specifico dei miei.
Sono cadute quindi le foglie secche e anche qualche branca importante dell'albero, di cui anche su queste pagine si è parlato in passato ampiamente.
Ma siamo in autunno: è il momento per l'albero di entrare in riposo, di eliminare tutto ciò che non gli serve, che lo affaticherebbe inutilmente, per poi riesplodere, con rinnovato e maggior vigore, in primavera.
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