lunedì 2 giugno 2014

"Li dobbiamo massacrare!"


Questo è quello che mi ha suggerito al telefono l'insegnante della V elementare con cui, due giorni dopo la sua chiamata preliminare di conoscenza reciproca e messa a punto del programma, sarei partito alla volta di un campo scuola di tre giorni nel Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi.
Quante volte ho sentito - ahimè - manifestare tali intenzioni da parte di chi i nostri bambini dovrebbe educarli a trovare i propri i ritmi e che, invece, a causa del fatto di non avere, purtroppo, nozione di quali siano i (propri) ritmi naturali (e quindi quelli degli altri) pensa di risolvere la questione, di "gestire" (sigh!) il gruppo, sfiancandone i membri per stanchezza...


La mia risposta fattiva?
Come prima attività in assoluto di gruppo della 3 giorni insieme, (breve) escursione alla località denominata Campo dell'Agio (sopra Badia Prataglia, AR) - il cui nome, assolutamente consono al luogo d'altronde, parla da sè - con un momento di raccoglimento individuale e attenzione alle proprie percezioni sensoriali.
Qualche foto di quella (per loro) insolita mezz'ora in questo post.


Alla fine, prima di rientrare in albergo, un giro di commenti dei bambini sull'iniziativa, ha confermato che nessuno ha sentito la mancanza della partita a pallone che - pare - desiderassero fare mentre salivamo alla radura nel magnifico bosco di abete bianco, faggio e acero.
Anche le insegnanti mi hanno ringraziato per il momento di relax e silenzio collettivo alla fine dell'attività e, alla fine dei tre giorni, per il coinvolgimento del gruppo, pur non avendo io massacrato nessuno.

In fondo, ci vuole poco. Basta volerlo, quel poco.

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