domenica 30 novembre 2014
Piramide di Bomarzo
Da qualche anno a questa parte, da quando è stata scoperta e totalmente ripulita da un appassionato locale, è scoppiata la piramidedibomarzomania.
Ogni fine settimana, e non solo, frotte di escursionisti, in gruppo o solitari, vanno praticamente in pellegrinaggio a vedere il curioso manufatto, di cui si ignorano le origini e l'originaria funzione, benché venga chiamata Piramide Etrusca pur non essendo propriamente una piramide e, forse, essendo di epoca precedente (ma, di fatto, non si può nemmeno escludere che sia successiva al periodo etrusco).
Nonostante questo, mi sono accorto che, girando - non troppo approfonditamente, a onor del vero - su internet e a parte una pubblicazione locale, non esistono (chiare) descrizioni dell'itinerario da percorrere per raggiungerla agevolmente, e tutti quelli che ci sono arrivati lo hanno fatto praticamente grazie al passaparola, modalità che si è mostrata la più valida fino ad ora anche perché, a partire dallo stesso scopritore, non è ben chiaro se localmente ci sia intenzione di valorizzare più di tanto la scoperta. C'è da dire, comunque, che negli ultimi tempi, qualcuno si è speso per una minima segnatura del sentiero che la raggiunge dal paese, nella sua parte più nascosta.
Trovandosi relativamente dalle mie parti, mi è stato chiesto di accompagnarci dei gruppi, pertanto non ho potuto fare a meno di andare anche io a dare un'occhiata, prima da solo e poi in gruppo per lavoro, e incontrando così ogni singola volta qualcuno che, vagando nei boschi lì intorno alla ricerca della medesima, aveva bisogno di indicazioni per arrivarci.
Riporto dunque qui la descrizione dell'itinerario più breve, quella che la raggiunge "da sopra" (è possibile arrivarci anche dalla frazione Mugnano, "da sotto"), nel tentativo di essere più chiaro possibile, anche se, per esperienza, ho ben presente che "la mappa non è il territorio" e che, quindi, quello che è chiaro e palese per me, non è detto che lo sia anche per chi legge.
Dunque: dal centro di Bomarzo, si prende la via d'uscita dal paese in direzione di Orte/Soriano/Viterbo e, poco prima di uscire definitivamente dal centro abitato, si imbocca a sinistra Via del Fossatello, che è la via che conduce al cimitero del paese (eventualmente chiedere a uno dei locali: anche la vecchina di turno sa dove si trova il cimitero del paese, mentre, magari, la piramide no). Parcheggiare l'auto appena possibile, al limite proprio al cimitero, che si raggiunge con una breve deviazione sulla sinistra. Si prosegue a piedi su Via del Fossatello, si ignora Via Cupa a destra, e ci si inoltra, ora non più su asfalto, nella campagna intorno al paese, su quella che era senza dubbio una antica via di comunicazione (per raggiungere la piramide?), come dimostrano i particolari muretti a secco "a lastroni verticali" che si vedono ai lati della strada, e che oggi è parte del sentiero (vedi segnaletica verticale) di lunga percorrenza Vulci-Calcata.
La strada attraversa oliveti, a destra, e, a sinistra, presenta ampi affacci panoramici sulla sottostante Valle del Tevere, rispetto alla quale si riconoscono, da destra verso sinistra, i borghi di: Penna in Teverina, Giove, Porchiano del Monte (in alto), Attigliano (in basso), Lugnano in Teverina, Alviano, Guardea, Montecchio e, in lontananza, Civitella del Lago.
Si prosegue ignorando tutte le diramazioni (e seguendo i segnavia del sentiero Vulci-Calcata). Dopo una netta curva a sinistra di quasi 90° in leggera discesa, si incontra un bivio. Qui si imbocca a destra, in leggera salita e, dopo un centinaio di metri, ci si ricongiunge perpendicolarmente con un'altra sterrata, che si attraversa totalmente ignorandone l'asse principale, per entrare nella boscaglia attraverso un abbastanza evidente tracciolino di sentiero, che, al momento in cui scrivo, è anche segnato con segnavia bianco-rossi su un paio di alberi sulla destra e una piccola freccia scura legata fissata a un tronco, in basso a sinistra.
Si segue la traccia che zig-zaga tra gli alberi; si supera una lapide dedicata a Musetto (ho sentito dire che si trattasse di un cavallo, ma non ci posso giurare, ovviamente) e si comincia a scendere, prima lievemente poi, più avanti, sempre più nettamente, tra i massi vulcanici che costituiscono il terreno della zona (questo è il punto meno agevole dell'itinerario, abbastanza impegnativo per chi non ha "piede fermo", soprattutto dopo pioggia o nel periodo autunnale, a causa dell'umidità che rende molto scivolosi i sassi).
Prima della parte più ripida, una diramazione a sinistra, porta sul ciglio della rupe (attenzione!), in posizione molto panoramica ed esposta sulla valle del Fosso Castello, praticamente sopra la piramide (che però da qui non si vede. Ma si possono già sentire le voci di chi è nei suoi paraggi, molto vicino in linea d'aria da qui).
Ritornati sulla traccia principale (se si è fatta la deviazione panoramica di cui sopra), si continua a scendere e si incontra una ulteriore diramazione a sinistra che, in pochi passi, porta al cospetto di una antica abitazione rupestre, completamente e precisamente scavata nella roccia. Tornando di nuovo sulla traccia principale, si superano gli ultimi gradoni di roccia, e si segue il sentiero, che piega a sinistra e che, in continua - ora leggera - discesa raggiunge, da dietro, lo slargo in cui si erge il manufatto, la cui scalinata ci appare una volta aggiratolo sulla sua sinistra. Tempo complessivo: 30 minuti circa da quando si è lasciata la macchina.
Beh, ora che ci siete (mi auguro!) arrivati, forse concorderete con me che si respira, tutto sommato, un'aria per niente eccezionale, nonostante diversi - li ho visti coi miei occhi - si rechino lì per "carpire le energie" di questo imponente masso scolpito, con anche atteggiamenti e pratiche a dir poco discutibili, in ogni caso frutto di approcci limitati, propri di Insegnamenti Provvisori.
A me da la sensazione di qualcosa che abbia fatto il suo tempo e che, nonostante la notevole dimensione e la simmetria della struttura, non è detto che abbia svolto una funzione poi così fondamentale, come oggi ce lo raccontiamo nel tentativo di riesumare dal passato particolari significati e valori di un modo di vivere che fu, che non riusciamo a far emergere dalla nostra esistenza attuale.
La cosa sicuramente interessante, dal punto di vista costruttivo, è che è perfettamente orientata sull'asse nord-sud (la scalinata sale verso nord) a differenza degli altri massi particolari - i cosiddetti Sassi del Predicatore - presenti sempre nella zona di Bomarzo (ma dall'altro lato, nell'area della Riserva Naturale di Monte Casoli), testimoni ulteriori della presenza di diverse zone sacre/cultuali (?) di una antica comunità molto attiva da queste parti, che personalmente trovo più intriganti, non foss'altro per il contesto (noccioleti e campi coltivati) in cui oggi si ergono, e che sono invece orientati verso punti apparentemente, e sottolineo l'apparentemente, "secondari": uno a nord-est e l'altro a nord-ovest.
Ad ogni modo, ne riporto anche una foto.
Mi è stata scattata sulla piramide, da Costantino Pellegrini, domenica scorsa, quando vi ho portato il gruppo escursionistico della Polisportiva di Castelgiorgio, di cui era uno dei membri, e che ringrazio per aver acconsentito alla pubblicazione della stessa e, prima ancora, per le altre che mi ha scattato, mentre ero all'opera, cosa piuttosto rara.
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