giovedì 15 ottobre 2015

Ecologia del fare


Un'esperienza significativa delle scorse settimane.
E' metà Giugno. Ci accorgiamo che due-tre vespe hanno iniziato a costruire un favo, al momento ancora piccolo, sulla grata della finestra esposta a sud.
Ci attiviamo subito per evitare una problematica convivenza ma decidiamo che non vogliamo far del male alle vespe. Così, con l'intento di farle andare via da sole, mettiamo sul davanzale, appena sotto il favo, alcuni barattoli con degli olii essenziali dal profumo intenso (cannella, menta piperita, eucalipto) in acqua, che, esposta al sole estivo, pian piano evaporerà, "investendo" in maniera continuativa gli insetti e il loro nido con odori a loro sgradevoli.
Ci allontaniamo per un paio di giorni e, al nostro ritorno, andiamo subito a controllare: delle vespe non v'è più traccia e siamo in grado di togliere il favo a mani nude.
Pericolo scampato, pensiamo, e nessuna vittima, come desiderato.
Passano un paio di settimane e un giorno mi accorgo che le vespe non erano scappate: si erano solo spostate e, nel frattempo, moltiplicate! Ora il favo è dieci volte più grande, ospita una cinquantina di vespe, assiepate e operose sulla sua superficie bucherellata, ed è posto a un paio di metri da dove era il precedente, però più nascosto.
Le vespe lo hanno costruito sotto il ballatoio, che, con qualche scalino, consente l'accesso alla porta-finestra della sala che da in giardino.
La questione, a questo punto, si è complicata: il favo è praticamente a 30 centimetri dalla finestra e dai nostri piedi: ogni movimento brusco potrebbe impaurire e scatenare lo sciame contro di noi, e non avremmo alcuna via di fuga.
Questi nuovi elementi suggeriscono di prendere una soluzione rapida e radicale.
Pensiamo a un forte insetticida per ucciderle tutte in un colpo solo o all'intervento dei Vigili del Fuoco.
Ci fermiamo però a riflettere prima di agire sull'impulso.
Tutto sommato non siamo preoccupati, soprattutto perché notiamo fin da subito che le vespe non sono aggressive come ci si aspetterebbe. Stanno lì a fare il loro lavoro e sembrano non prendersi cura di noi.
Ci ribadiamo a vicenda la volontà assoluta di non uccidere altri esseri viventi solo per nostra paura.
Pensiamo allora a delle soluzioni "soft", benché risolutive, data comunque l'evidente dimensione del rischio insita nella cosa.
Nel frattempo che prendiamo effettivamente di petto la situazione, passa comunque intanto qualche giorno, e le vespe sono sempre lì, forse aumentano pure, così come le dimensioni del favo.
Noi, dal canto nostro, continuiamo a vivere "normalmente", uscendo e rientrando da quella finestra, con un po' di cautela in più ma non altro, complice il fatto che a volte siamo noi ad allontanarci e lasciare le vespe lì tranquille per qualche giorno.
Decidiamo allora di riprovare con gli olii essenziali, questa volta però in dosi davvero massicce, perché l'obiettivo stavolta è far allontanare uno sciame di una cinquantina di insetti.
Siamo giunti a metà Agosto e una sera, al buio, mentre le vespe dormono, mi avvicino con grande cautela e posiziono una sedia proprio sotto il nido, adagiandoci sopra un bruciaessenze con candelina accesa per scaldare l'acqua in cui abbiamo messo di nuovo una grande quantità dei medesimi olii essenziali. Inoltre, poggio lì accanto, in terra, un secchiello con l'acqua e gli olii, che deve continuare ad evaporare ed emanare odori a loro sgradevoli anche quando la candelina sarà finita.
Ci allontaniamo con cautela, fiduciosi che anche questa volta risolveremo la situazione in tal modo.
Tuttavia, la mattina dopo, le vespe sono ancora lì. L'azione di dissuasione intrapresa non è servita a nulla.
A quel punto, decidiamo di nuovo di risolvere definitivamente la cosa ma senza alcun intervento aggressivo e cominciamo a pensare di tirare avanti così fino all'autunno e ai primi freddi, che naturalmente decimeranno quegli insetti.
Nell'attesa, torniamo alla nostra convivenza, con cautela e precauzione ma senza preoccupazioni reali.
Passano di nuovo alcune settimane e arriviamo a metà settembre.
Prime piogge e temperatura dell'aria lievemente in discesa.
Una bella mattina le vespe non ci sono più. Andate via tutte, da sole.

Morale: per un paio di mesi abbiamo convissuto con una situazione di rischio oggettivo (almeno secondo quanto si creda) ma un atteggiamento non di guerra verso ciò che ci spaventa ha avuto l'effetto di non scatenare una guerra nei nostri confronti, che avremmo ovviamente perso, e, in generale, non ha causato alcuna vittima.
Abbiamo così realizzato una pacifica convivenza con uno sciame di una cinquantina di vespe, che hanno vissuto per due mesi a 30 centimetri dai nostri piedi e dalla finestra da cui usciamo per andare in giardino.
Stretta di mano reciproca, di congratulazioni.

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