venerdì 19 agosto 2016
...Il bosco?!?
Ieri sera, nel centro storico del paese in cui vivo, si è tenuta una manifestazione denominata "LibriAmo - Sulle Ali della Fantasia. La Notte Magica dei Bambini". In sostanza, l'iniziativa prevedeva che nelle varie piazzette del borgo ci fossero delle postazioni di lettura ai bambini delle diverse fasce d'età.
Qualche giorno prima, attraverso una mia conoscenza in comune con quelli dell'organizzazione, sulla base della mia esperienza, sono stato "ingaggiato" per essere io uno dei lettori ai bambini, in una di quelle postazioni. Ho accettato subito e senza dubbi: in sostanza, faccio questo per mestiere; si trattava di contribuire in qualche modo alla vita della mia comunità (benché io sia un compaesano adottivo) e in particolare rivolgendosi ai bambini. Per di più, in genere, non partecipo quasi mai a eventi mondani o sociali.
Avevo libertà di scelta rispetto a quanto avrei letto e ho puntato, senza titubanze di sorta, sulle Storie del Bosco Antico, il libro di racconti di Mauro Corona, che, pur personalizzandoli io un pochino mentre li leggo, da anni accompagna le mie escursioni e le mie attività, con grandi e piccini. Avrei avuto il compito di leggere al gruppo dei bambini di età 9-11 anni, quindi il testo si addiceva proprio.
Un pifferaio ha portato il gruppetto, di una quindicina di bambini, nella piazzetta in cui era stata predisposta - deliziosamente - la nostra postazione di lettura: denominata "il Bosco dei boschi".
Ho accolto il gruppo, mi sono presentato e ho cominciato a leggere, fino a quando, dopo una mezz'ora che leggevo tra gli sguardi incollati a me dei bambini e degli adulti che li accompagnavano (qualche altro nel frattempo ci aveva raggiunto), uno dei membri dell'organizzazione (il vicesindaco) mi ha chiesto cortesemente di concludere, perché tutti avremmo dovuto raggiungere la piazza principale, in cui era stato predisposto un palco, su cui si sarebbe tenuta la parte festosa finale della manifestazione.
Le storie, non avevo dubbi, sono piaciute e io ho avuto anche il modo, tra una e l'altra, di legare ad esse, come sempre faccio, piccole pillole di concetti scientifici legate alla biologia degli animali protagonisti della singola storia letta.
Ci spostiamo e arriviamo in breve in piazza. Ci sono almeno un paio di centinaia di persone, famiglie con bambini ovviamente, che vengono un po' da tutto il circondario. Lo so perché incontro alcune mie conoscenze che vivono nei Comuni limitrofi e perché questa è una iniziativa che, da alcuni anni, nel mese di Agosto, in date diverse, si svolge in altri tre Comuni nella zona, come una sorta di viaggio culturale condiviso tra le varie comunità, che appunto di volta in volta si spostano da un paese all'altro per assistere all'evento di quella sera specifica.
Ringraziamenti da parte dell'Amministrazione e da parte degli organizzatori e inizia lo spettacolo. Mi fermo a vedere un po', per concludere la mia esperienza di partecipazione e costruzione dell'evento stesso.
Lo spettacolo consiste in due storie animate e raccontate direttamente sul palco dagli attori della piccola compagnia teatrale locale.
La prima: "innocua", mettiamola così.
La seconda è una filastrocca cantata e musicata, che racconta la storia di una famiglia di contadini che esce per andare a cacciare l'orso (?!), lo incontra quindi nel bosco, si spaventa, e torna correndo a nascondersi in casa, sotto le coperte. La strofa principale di questa storia, per la quale è stato richiesto al pubblico (ripeto: famiglie con bambini, anche piccoli) di fare il coro era: "...andiamo a cacciare l'orso/ l'orso grosso e cattivo..." (?!?!).
Ho alzato i tacchi, come si dice, e me ne sono andato, senza nemmeno aspettare la conclusione.
Magari mi hanno anche chiamato sul palco, alla fine, per ringraziarmi della collaborazione e non mi hanno trovato lì.
Quello che viene trasmesso ai bambini, a scuola, dalle famiglie, dalla comunità, attraverso questi eventi e queste storie (spesso pubblicate in libri bellissimi e coloratissimi) apparentemente innocue e divertenti, non è più adatto a questa epoca.
Codici culturali ormai più che datati, intrisi da sempre di ignoranza e superficialità, vengono inoculati in queste giovani e fresche vite, accompagnati da uno stecco di zucchero filato, per rendere dolce la terribile somministrazione.
Genitori, insegnanti, nonni, fratelli, avrebbero dovuto alzarsi in massa da quelle sedie e portare via i propri piccoli cari, non accogliendo così quello che veniva proposto. Invece no: tutti lì.
Mi dispiace, ma invece io non ci sto a questo, e mai potrò starci.
PS: fortunatamente, proprio ieri pomeriggio il WWF ha comunicato che, in Europa, grazie all'attività di protezione (ed educazione, aggiungo io), la popolazione di orsi è in ripresa e, inoltre, ho appreso di una pubblicazione molto ben fatta, che consiglio di leggere a tutti, da parte del Parco Nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise sulle proprie attività nei confronti della protezione della specie proprio simbolo.
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