venerdì 28 luglio 2017
Migliori?
Campo estivo Natura & Inglese - Parco Nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise - 16-23.07.2017
L'ho affermato per la prima volta il penultimo giorno, davanti agli sguardi increduli delle colleghe Roberta ed Elisabetta, e anche i vostri.
Il concetto vi è piaciuto subito e l'avete fatto vostro, fino a ripeterlo poi continuamente, le ultime ore che siamo stati insieme.
Non era una provocazione, l'ho pensato davvero.
Così come non scherzavo quando ho detto, in ragione di questo, che vi avrei voluto di nuovo tutti insieme ad un prossimo turno di campo.
Il tono forse, si, era scherzoso (ma ho e abbiamo scherzato per tutta la settimana, no?), soprattutto all'inizio. In fondo, un po' ...ero incredulo pure io.
Ma era la verità.
Siete stati, dunque, il miglior gruppo avuto finora?
Mah... Riflettiamoci: che senso ha dirlo?
Non si possono stilare queste classifiche. Ogni gruppo è unico; ognuno di voi è unico. E con ogni gruppo si creano situazioni e legami particolari, uniche, non comparabili.
Lo volete sapere per essere rassicurati?
Siete stati voi stessi.
Quindi, si, la miglior cosa questa che potessimo avere.
E anche se ci siamo scontrati, reciprocamente anche arrabbiati, ci siamo studiati, non ci siamo capiti, ci siamo difesi, non dobbiamo dimenticare che, prima di tutto: ci siamo incontrati.
La qual cosa, su un pianeta grande come il nostro (o semplicemente: la nostra nazione, dato che venivamo da tutti i capi della penisola), con sette miliardi di abitanti e qualche decina di anni di età di differenza tanto da far parte di due generazioni diverse, è il caso di considerarlo prodigioso, no? Ciò va tenuto in conto e onorato.
Ce lo stiamo dicendo ora, qui, ma il groppo in gola che a tutti ci è venuto al momento dei saluti abbracciandoci per la prima e ultima volta (per ora, chissà) - ...qualcuno lo maschera molto bene (io per primo) - è la manifestazione della consapevolezza condivisa che qualcosa di grande, di importante, si è realizzato.
Da giorni, da quando sono rientrato, sento i vostri pensieri.
Vi mancano le nostre giornate, le vostre nuove amicizie (chissà cosa vi state scrivendo sul gruppo whatsapp?!?), le nostre piccole grandi avventure. Vi manchiamo anche noi.
Beh... ci mancate anche voi.
Le vostre schiocchezze; i tormentoni (quanto pa' cul'oio vi siete mangiati, al rientro?? E... Bucio, dov'è?? ...ahahahah!! Rido anche adesso, a scriverlo); gli eccessi; le vostre (di qualcuno) mancanze di rispetto e maleducazione (eh, si) ma anche, di contro, l'autenticità e la schiettezza.
Simone era venuto "per passare il tempo" - parole sue di presentazione di se stesso il primo giorno, ricorderete - e alla fine avete legato tutti tantissimo, lui per primo. Forse - questo si - uno dei gruppi alla fine più omogenei in assoluto.
Il gioioso ritorno, per tutti noi, di Riccardo, l'ultimo giorno, la prima volta che mi capita, dopo essere stati io e lui in ospedale fino a mezzanotte passata a metà settimana (e abbiamo fatto pure questa!) ed essere stato lui l'indomani portato a Roma per accertamenti dalla famiglia, è stato il sigillo finale a questa esperienza.
Parole dure ma vere sono gentili, per il Cuore; parole gentili ma vacue, vuote, sono malefiche, false.
Non mi sono tirato indietro. Ho affondato senza timore la spada della Verità quando è stato necessario, più di una volta, e, come è naturale, avete compreso al di là della forma. Altrimenti non mi avreste scritto sulla cartolina finale che sono "simpaticissimo, comprensivo e giusto" (di nuovo), "paziente", che sono stato "un grande capo", che vi ho "aiutato nei momenti difficili". E "spero di rincontrarti".
No, non l'avreste fatto, se non fosse stato quello che realmente sentite. Non siete i tipi.
Abbiamo corso insieme una maratona e, nel contempo, una gara di velocità. Qualcosa del tipo dei 110 metri a ostacoli.
Ciò è un campo estivo. Per tutti. Una maratona è sempre una maratona, anche per il campione olimpico di specialità. Una gara di velocità richiede di tirar fuori esplosività anche all'uomo più veloce del mondo.
Una settimana che richiede l'uso sapiente delle proprie energie e risorse, per non scoppiare, ma in cui, nel contempo, devi dare tutto in pochissimo tempo. Adrenalina e resistenza. Un binomio incredibile, quasi un ossimoro.
Una piccola grande impresa, insomma. Comprendete?
Soprattutto se chi lo conduce, come noi sempre facciamo ormai da anni, si impone (senza imporlo a voi - e questo è il bello e la sua forza - come avete verificato, vero?) di non usare l'espediente di un "banale" pallone. Di ignorare il ping pong e il calcio balilla nella stanza di sotto (pensavate facessimo i tornei e, alla fine, non ci avete giocato nemmeno per dieci minuti dieci). Di vivere questi giorni come se i cellulari non esistessero. Di sforzarsi di proporvi altro, qualcosa che non avete la possibilità di vivere in altri contesti.
Avete avuto la possibilità, la libertà, di esprimervi, e a volte lo avete fatto anche in modi non consoni al comune vivere civile.
Mettendo alla prova la nostra stabilità. Scegliere di lasciarvi esprimere o garantire il "bon-ton" di certe situazioni.
Avete più di una volta superato il limite e, come è ovvio, noi non potevamo stare a guardare senza mai intervenire. Perché il mondo è vostro, magari non del tutto oggi ma domani, senza dubbio, lo sarà.
E il mondo di domani è quello che costruiamo oggi, con le nostre parole e le nostre azioni (e i pensieri che lavorano "dietro le quinte").
Possiamo sempre scegliere di non perseverare nelle nostre tendenze, che ci portano fuori strada. Di non seguire il gregge, e le sue.
Siamo in grado di trasformare tutto, in un istante. Siamo Esseri Umani proprio per questo e in questo. Non siamo migliori di qualcuno o di qualche cosa: siamo innatamente in grado di manifestare Altro, indipendentemente dal nostro punto di partenza. Per noi stessi.
Non ha senso, non serve, ambire a essere migliori di. Scegliamo, invece, di non essere inutilmente brutali, nei rapporti umani (che, come avete verificato, non significa non essere severi, quando serve. La vera compassione è dolcezza ma anche severità). Nei rapporti con tutti gli esseri viventi.
Scegliamo di non perseguire l'Inferiore a scapito del Superiore, ché il pianeta sta così proprio per questo motivo. (Ricordate, ad esempio, la questione della mancia che volevate lasciare al cameriere e che, infatti, non ha accettato con pure un accenno di arrabbiatura di fronte alla vostra insistenza? Ricordate quello che vi avevo detto a riguardo? "Attenzione! ...state facendo - ricopiando pedissequamente ciò che avete visto fare ad altri in altri contesti - un'offerta (per giunta in denaro, che non arriva dalle vostre proprie tasche) a una persona che incontrate si e no un'ora al giorno e non avete pensato a fare un dono - ad esempio: semplicemente dando attenzione quando vi si chiede di farlo, senza dovervi richiamare più volte - a chi si prende cura di voi per 24 ore al giorno come figli. Voi, figli degli altri.
Attenzione. ...state mettendo le cause per un mondo di domani non equo...
E se ereditate oggi un mondo non equo, non giusto, chiedetevi perché siamo giunti a questo. Quali sono le cause da trasformare, anche se non le avete messe voi").
Non pensiamo a essere migliori. Scegliamo di onorare gli incontri che abbiamo, le esperienze che viviamo. Attraverso una sincera e reale gratitudine. La Gioia nel viverseli pienamente. La comprensione e il rispetto dell'altro. Del contesto.
Riduciamo le distanze che naturalmente ci sono tra le vite di noi singoli individui. Non sprechiamo inutilmente tempo ed energie. Non ne abbiamo di infiniti a disposizione...
Anche avendo dodici anni, qualcuno non lontano nel tempo e nello spazio, ha cambiato il destino della propria comunità: non createvi questo alibi a priori. Lo ha fatto magari semplicemente evitando di uccidere un ragno, anche se gli "faceva schifo". O di ripetere "che schifo" di fronte a qualcosa che, semplicemente, non gli piaceva. Mettendosi in gioco. Questa è la Storia, anche se nessuno ve lo dice e vi impongono di impararla da noiosissimi libri.
Detto ciò, concludo. Come si conclude la stagione dei campi di quest'anno.
E' stato l'ultimo e non avremo ora altri ragazzi che "vi sostituiranno", nei prossimi giorni. Avremo modo di far sedimentare ancora per un po' tutto quello per cui, anche e soprattutto questa volta, ne è valsa la pena. Siete riusciti a farmi ridere anche mentre vi stavo redarguendo... Facendomi pensare alle mie ragazzate di un tempo. ...che altro posso aggiungere?!? :-D
Sarei dunque davvero felice di riavervi tutti insieme, ma proprio tutti, in un prossimo turno di campo, l'anno venturo. Non scherzavo, quando l'ho detto, non scherzo ora. Che forza, sarebbe! (...tipo un film, ..."Amici miei. Atto secondo"...)
La gran parte dei vostri genitori, quando vi sono venuti a riprendere, che non sanno nulla o quasi di quanto accaduto durante le nostre giornate, che hanno sentito solo la vostra voce (molto poco, e a centinaia di chilometri di distanza in alcuni casi, perché non volevate perder tempo a raccontare, tanto eravate immersi in quello che stavate facendo, un segnale importante per loro) ci hanno chiesto la stessa cosa...
Perciò...Grazie per essere stati con noi!
Di nuovo un abbraccio a tutti voi: Sara, Ilaria, Elena, Anna e Aurora, Camilla, Silvia, Simone "Sam", Simone "Simo", Simone "col ciuffo", Simone "Capellone", Giuseppe "Bucio", Pierpaolo "Pier", Paolo, Riccardo D., Riccardo P., Federico "Frata" e il piccolo Federico "Cicca".
E grazie per aver condiviso questa esperienza, stringendo insieme i denti nella consapevolezza che si vince all'ultimo istante, a Elisabetta, con la quale lavoravo per la prima volta, e a Roberta, con la quale ormai basta uno sguardo per comprendere e condividere il da farsi, in ogni situazione.
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