sabato 21 aprile 2018

Abbiamo ucciso un orso (marsicano)


Antefatto: http://www.parcoabruzzo.it/dettaglio.php?id=47317

Svolgimento...

Epilogo: http://www.parcoabruzzo.it/dettaglio.php?id=47353

Il mio compito di Educatore è quello di far emergere la Coscienza di Ognuno - diverso dall'idea di dover inculcare informazioni e concetti - e già mi prefiguro il dibattito che stimolerò, tra qualche settimana, con i bambini e i ragazzi dei campi estivi che avrò il piacere di condurre, anche quest'anno, in quelli che sono però stavolta i luoghi del... misfatto.
Luoghi che adoro, quasi una seconda casa per me, dove lavoro con continuità da ormai 13 anni, trascorrendovi decine di giornate e accompagnando decine di persone, grandi e piccoli. Luoghi che sono stati modellati dalla presenza, ormai quasi centenaria, del primo Parco Nazionale italiano in termini di ideazione, che mi adopero per promuovere nella sua importante attività di conservazione della natura.

La domanda che porrò ai ragazzi sarà questa: "se riempio un edificio di esplosivo, lasciandolo lì per un determinato tempo, fino a quando non accenderò la miccia: l'edificio esploderà perché l'ho riempito di esplosivo o perché ho acceso la miccia?
E ancora: il vaso trabocca perché è pieno o per via dell'ultima goccia che vi ho versato?"

I bambini, si sa, nella loro purezza, sono la voce della verità e fin da ora scommetto che la risposta che daranno, per entrambi i casi, sarà: "per tutti e due i motivi!"

Sui social s'è scatenata, come ormai avviene sempre, la gogna mediatica nei confronti di chi si ritiene essere responsabile. La gara a chi fa l'insulto più grosso.
Consapevoli di questo, chi si sente tirato in ballo (anche se non direttamente coinvolto nell'aver causato il fatto) parte subito sulla difensiva ma con atteggiamento, come si dice a Roma, di "chi mena per primo, mena due volte". Ho parlato, senza un destinatario preciso, di atteggiamento antropocentrico come causa di questi eventi, e una "scienziata" (collega a cui ho dato modo di lavorare nel campo che le piaceva e che le dava opportunità rispetto a quanto studiato...) mi ha letteralmente intimato di tacere e, in sostanza, di non toccare la Scienza (che nominava appunto lei e non io)...
Insomma, tutti impegnati a guardare il dito dell'altro (puntati tra loro a vicenda), in mezzo a interventi moderati di diplomatici finti saggi, tutti completamente immersi nella dottrina della colpa e da come uscirne personalmente indenni, e nessuno che guarda la luna.
Poi arriva il pronunciamento ufficiale - la pietra tombale - della cosiddetta Scienza, che ci dice che "sono state escluse relazioni dirette tra l'anestesia e le causa di morte dell'orso". Ovvero: il vaso si è rivoltato mentre l'ultima goccia cadeva... L'esplosivo si è autoinnescato mentre la miccia veniva accesa...

La luna, invece, è piena e luminosa come non mai. Solo se ebbri di profonda arroganza non la si vede - inimmaginabile fare l'unica cosa che ci sarebbe da fare, ovvero manifestare il proprio reale, sincero, dispiacere - e si è disposti a giustificare negando qualunque cosa, purché sostenga la versione dei fatti, edulcorata, che ci deresponsabilizza.
Si gioca con le parole, quando non si vuole ammettere che ci si sta sbagliando.
Occupati nella distribuzione di torti e ragioni, colpe e punizioni, non c'è spazio per ripartire dalla manifestazione autentica del proprio dispiacere e da un reale ravvedimento.
Un copione già visto, comunque. Niente di nuovo. Non è la prima volta e non sarà l'ultima.
Manca la comprensione della "relazione diretta", si: relazione diretta con la Legge di Simultaneità di Causa ed Effetto, che regola la vita nell'universo. Si vive come se non esistesse: costruendosi anche a opera d'arte le argomentazioni che lo confermano.
Il punto è che l'orso stava già male non che il narcotico gli ha dato il colpo di grazia, accorciandone chissà di quanto la preziosa vita (ma... la vita la consideriamo davvero preziosa, o no?).

Non più di un paio di settimane fa, è apparso questo video, davvero significativo:

http://www.ildolomiti.it/video/ambiente/2018/faccia-a-faccia-con-il-primo-orso-in-val-rendena-mirko-resta-calmo-e-lincontro-e


La questione da risolvere è la profonda dif-Fidenza dell'uomo moderno, la sua mancanza di Fede, gli effetti dell'essere succube delle proprie paure. Non gli "orsi con-fidenti", da cui tutto questo è nato.
Si cercava l'orso Mario, reo solo di aver fatto un gran trambusto per essere rimasto intrappolato in una cantina in cui era entrato, e invece ci si è trovati di fronte a quest'altro.
E' morto per averci incontrato e per le nostre azioni basate, in fondo, sulla Paura. Punto.
C'è una profonda relazione karmica tra quella vita e quella di tutti noi, da cui deriva un profondo senso delle cose, che in questo momento, "dall'interno" non vediamo, ma che senza dubbio ha un fine superiore. Ed è opportuno rendere Gratitudine, per questo, a questa vita che si è conclusa così.
Cercare il colpevole non serve ma affermare che non c'è relazione diretta tra l'una e le altre è altrettanto fuori luogo. Fuori dalla realtà.
Ciò che sappiamo con certezza è che sono gli animali che re-agiscono per paura. E che gli Uomini, invece, sono strutturati per fare anche molto altro.

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