sabato 6 dicembre 2025

Capitolo 2


Lunedì notte il mio organismo ha detto stop.

Ero a letto e ho iniziato a sentire un gran freddo. Ero anche molto ben coperto, e mi sono coperto a quel punto ancor di più, ma nonostante questo ho iniziato addirittura a tremare e a battere i denti. Questo fino alla prima mattina, momento in cui ho cominciato a valutare la situazione. Qualche ora dopo: trentanove di febbre.

Mentre scrivo, cinque giorni dopo, sono ancora in convalescenza: sono cinque giorni che non esco di casa (oggi, a onor del vero, pochi primi passi in giardino, nell'orto, nell'ora più calda, a dare un'occhiata all'andamento delle coltivazioni in campo, colte quattro cose e subito rientro) e me ne sto riguardato. La febbre in realtà è durata solo un giorno tuttavia sento di essere ancora non del tutto in forze, per cui ne ho approfittato per riposare quanto più possibile e dunque lo farò ancora per i prossimi due giorni, considerando il ponte di festività, l'aver ormai annullato tutti gli impegni previsti e il rendermi conto che forzare adesso una ripresa sarebbe sciocco. In passato ho compreso e verificato più volte una cosa, sentita da un (buon) medico in tv ormai diversi anni fa (è stata una delle ultime, credo, perché in casa non abbiamo il televisore da più di 18 anni): che non esiste ospedale migliore di un corpo felice.

Non è la prima volta che mi succede di avere un malanno, in coincidenza con la necessità, poi individuata, di mettere mano a qualcosa nella mia vita. Anzi, a pensarci bene, tutte le ultime volte che non sono stato bene, cosa che accade tutto sommato comunque di rado, dietro le quinte c'era sempre in ballo qualcosa da trasformare, fosse anche il "semplice" atteggiamento verso una situazione, o una questione da affrontare profondamente. In effetti, è un principio cardine della salute dell'individuo, che si ammala se e quando l'organismo è predisposto a farlo. A causa interna, manifestazione esterna.

Questo 2025 è stato un anno seriamente impegnativo, che mi ha, e ci ha, messo alla prova. Ho tenuto botta, tra tutte le necessità - di vita o di morte... - e gli ordinari impegni, sia fisicamente che soprattutto di testa ma, ovviamente: il conto a un certo punto arriva. In generale, comunque, vengo da anni non meno intensi. Ne ho approfittato dunque per riposare il più possibile e fare il punto. Sulla direzione e sul senso del cammino in essere. E ritornare ai... passi avanti da fare. 

Più penso a dove, e soprattutto cosa, sento di dover essere, più le strade del pensiero convergono qui. Qui in questo posto, questo blog, taccuino degli appunti di vita, che ormai - tra un mese esatto - sta per compiere nientemeno che il diciassettesimo anno di vita. Un luogo per me puro, incontaminato, a cui affidarmi per parlare di me stesso e nel contempo del mondo, il quale vorrei fosse ugualmente puro e incontaminato, che questa stessa piccola "goccia nell'oceano" ha come obiettivo - utopico, forse sì, ma innegabilmente vero - di realizzare. 

Un luogo di offerta: non lo faccio - non l'ho mai fatto - per un ritorno personale. Anzi, è proprio per mantenerlo puro che ho rinunciato a reali opportunità economiche in passato, che facevano leva sulla sua visibilità. Iniziai a usarlo naturalmente per questo scopo, fin dagli inizi (ricordo: primi giorni del 2009...), prima che le regole codificate del web marketing poi giunte e unanimemente accettate a livello mondiale decretassero che, se vuoi avere successo on line, prima devi offrire qualcosa, per poi, dopo, raccoglierne ricavi. Ma io non sono qui - come nessuno di noi - per avere fama e successo. Per ottenere. Siamo qui, su questa meravigliosa sfera galleggiante nell'Universo, per innanzitutto offrire. La nostra Umanità

Un luogo di semplicità. Come è, in fondo, la vita che vivo, e che in parte racconto. Non sono e non voglio essere un intellettuale. I pensieri devono scorrere liberi - come l'acqua di un ruscello - e i periodi e i paragrafi pure. Anche il layout del blog, ovvero la struttura e il tema (caratteri, colori, ecc) come si vede sono quelli basilari, messi a disposizione dalla piattaforma utilizzata. E, al momento, sono sempre quelli degli esordi, così come i contenuti sono ormai quelli di diversi anni fa, alcuni dei quali, a rileggerli, mi strappano un sorriso di tenerezza. Un taccuino, appunto. Virtuale. Ma anche assolutamente reale. Penso che qualcosa dal punto di vista grafico prossimamente sarà aggiornato ma si manterrà comunque nel suo complesso semplice.  La vita (naturale) è di una semplicità - e fluidità - disarmante e la nostra mente è in grado di renderla incredibilmente complicata. Mente, d'altronde.

Un luogo di rinnovata responsabilità. Siamo nell'epoca dell'abbuffata di contenuti, dell'obesità culturale. Della eccessiva quantità di informazioni a cui ognuno di noi quotidianamente è sottoposto e che il nostro cervello fatica a elaborare. Ormai l'attenzione individuale ai contenuti (on line) è di pochissimi secondi. Il rischio, esprimendosi, di mettere in circolazione ennesime opinioni proprie - non richieste e non necessarie - è alto. Non desidero essere un altro che crea inutile rumore di fondo: scrivere, esprimersi, sono azioni, hanno effetto e la responsabilità di chiunque lo faccia è quella di - come si dice - evitare di "aprire bocca e dargli fiato", perché oggigiorno si è arrivati veramente al punto che non ce ne è più bisogno. E non è opportuno mettere in circolazione quanto è a tutti gli effetti veleno, anche se nella forma apparentemente innocua di aggregati di sillabe e parole. 

L'obiettivo è, sempre, educarci alla Terra. Alle sue Leggi, ai suoi fenomeni e manifestazioni. Ai suoi, meravigliosi, abitanti e ai suoi processi naturali. Per fermarne la distruzione in atto e tornare ad abitarla, aiutandola a recuperare... la propria salute. E con essa, recuperare la nostra. Di pari passo alla Felicità. 



 


1 commento:

  1. Felice di leggere di nuovo un Tuo post, le Tue riflessioni, qui.
    Passi Avanti, sempre 🙏🏻

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