mercoledì 4 novembre 2009
Autunno sui Monti Lucretili
Ci sono giornate talmente belle che vorresti non finissero mai.
Se poi hai la buona intuizione di trascorrerle in un ambiente come quello dei Monti Lucretili, che in autunno danno veramente il meglio di sé, allora tale desiderio si fa ancora più forte.
Domenica scorsa eravamo in 20 con l'obiettivo di raggiungere la vetta del Monte Guardia, in termini di altezza una vetta secondaria del gruppo dei Lucretili ma non per questo meno interessante, anzi, soprattutto perché i luoghi attraversati dal nostro itinerario sono tra i più famosi e più frequentati intorno a Roma, proprio per la loro bellezza selvaggia idealmente inconcepibile a 30 km dalla città.
La giornata, dal punto di vista meteorologico, è stata semplicemente strepitosa: tempo soleggiato, sole che scaldava il giusto per farti apprezzare anche l'aria pura e frizzantina del bosco, non un filo di vento.
Siamo partiti da Prato Favale incominciando a salire sul sentiero che percorre l'affascinante Valle Cavalera, caratterizzata da esemplari secolari di faggio e, nei punti un po' più assolati, da aceri - dal colore ormai molto vicino al rosso – che, in collaborazione con la luce che filtrava tra le fitte fronde, davano una forte pennellata d'autunno al bosco, anche grazie al tappeto di foglie già cadute.
Le foglie cadevano al nostro passaggio e sembrava di essere in una situazione appositamente ricostruita, sul set cinematografico di un film, bellissimo, ambientato in un bosco d'autunno.
(Già, siamo ormai presi da molto altro nelle nostre vite che quando assistiamo al Bello, al Bello Naturale, invece di pensare a godercelo e sentircene magicamente appagati, di fonderci con esso, nella mente lo ricolleghiamo immediatamente ad una sua ricostruzione artificiale, virtuale, un qualcosa che riproduce in noi quell'emozione ancestrale ma che non è la vera emozione di quell'attimo.
Oppure ci concentriamo nel fare una bella foto ricordo, per rivedercela magari pochi secondi sullo schermo del computer ma, nel frattempo, ci siamo persi, in tutto o in parte, il soggetto originario...).
Dalla Valle Cavalera abbiamo seguitato a destra, tra grandi esemplari di agrifoglio, fino a raggiungere lo splendido pianoro di Campitello, alla fine del quale il famoso e pluricentenario fontanile permette alle centinaia di capi di bestiame, lì intorno al pascolo brado, di dissetarsi.
Proseguendo con il sentiero che va verso Roccagiovine e, all'altezza dell'altro imponente fontanile a poche centinaia di metri abbiamo preso a sinistra salendo a mezza costa dell'altura senza nome e raggiungendo la piccola sella che la divide con la cima del Guardia, raggiunta da lì in pochi minuti.
Dalla vetta (dopo esserci letteralmente lanciati sui nostri panini! Le emozioni fanno consumare!!) abbiamo potuto osservare i vicini monti Gennaro e Pellecchia e, in lontananza, Velino e Corno Grande del Gran Sasso (innevato) da un lato, Soratte, Cimino e Monte Amiata (intuito, data la foschia...) dall'altro.
Il percorso del ritorno, con una deviazione dal pianoro di Campitello, ci ha portato a toccare (come non farlo una volta lì!) il maestoso Pratone alle pendici del Monte Gennaro, illuminato dalla bellissima luce di un sole ormai sulla via del tramonto.
Lasciato il Pratone per ripercorrere la Valle Cavalera tra le splendide ultime luci del giorno e raggiungere le auto, l'appagamento per una giornata così bella non si è lasciato vincere dalla stanchezza.
Non potevano mancare un thè caldo e un ottimo pasticcino in paese, che hanno siglato in maniera oltremodo positiva la già meravigliosa giornata passata insieme.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Grazie Riccardo...davvero una bella scarpinata nell'incontaminato ambiente montano dei Lucretili...dentro una gajarda giornata autunnale. Anche domenica abbiamo imparato qualcosa... Ciaooooo da Annino E Mirella
RispondiEliminaGrazie a voi...
RispondiEliminaMi ha fatto molto piacere conoscervi e avervi nel gruppo.
Mi auguro di rivedervi presto per camminare insieme e scoprire qualcuno dei magnifici posti che ci circondano.
Un saluto ad entrambi!
Riccardo