giovedì 5 gennaio 2012
2012
E così, finalmente, è cominciato.
L'anno della "fine del mondo" è cominciato ed è cominciato sulla falsariga dei parametri che ci porteranno alla presunta e tanto chiacchierata fine del mondo, reale (catastrofi naturali) o metaforica (fine di una logica) che sia.
L'ONU infatti lo ha proclamato Anno Internazionale dell'Energia Sostenibile per tutti.
Proclamazione che è coerente, appunto, con la logica occidentale secondo la quale ci riteniamo i detentori del vero progresso e della democrazia e, in quanto tali, titolari del diritto/dovere di esserne esportatori verso quelli che riteniamo, invece, i Paesi sottosviluppati. Infatti, l'obiettivo che si prefigge l'Organizzazione delle Nazioni Unite è quello della diffusione su larga scala delle cosiddette "energie pulite", al fine di consentire la crescita e lo sviluppo nei Paesi in ritardo, dando per assunto che la maggiore presenza di energia, soprattutto quella elettrica, sia condizione necessaria per innescare un miglioramento duraturo delle condizioni di vita.
Si auspica quindi, in sostanza, la diffusione di pannelli solari, pale eoliche e quant'altro nei Paesi e nelle regioni del mondo che si considerano bisognose di energia per i risolvere i loro problemi relativamente alle condizioni di vita. Le multinazionali della cosiddetta "green economy" e della produzione di energia pulita, pronte a supportare questo nobile proposito, immagino si stiano già sfregando già le mani.
Di risparmio energetico da noi nemmeno una parola.
Dell'impossibilità di ambire in ogni caso, per i Paesi "sottosviluppati", al mirabolante sviluppo e alle condizioni di vita raggiunte dalle economie occidentali, senza che queste - ammesso che basti comunque - siano disposte a ridurre drasticamente il proprio consumo di energia, nemmeno.
Anzi, da quanto sembra, si punta all'opposto: l'obiettivo è produrre più energia - per produrre più beni e generare, quindi, più consumi -, energia però "sostenibile". Ecco la magica parolina in grado di farci mandare giù le pillole più amare di una realtà altrimenti difficile da accettare! Crescita sostenibile, turismo sostenibile, energia sostenibile... sono lì dove il magico aggettivo riesce a rendere tollerabile, sopportabile, difendibile (questi alcuni dei suoi sinonimi) quello che altrimenti, da solo, non lo sarebbe.
Ehi voi, mai sentito parlare dei Principi della Termodinamica? Sono due delle leggi fisiche più importanti su cui si basano i fenomeni dell'Universo. In genere, si studiano anche a scuola e possono essere riassunti con una breve frase: "la quantità di energia totale dell'Universo è costante e l'entropia totale è in continuo aumento". Senza entrare troppo nel merito scientifico, per quel che ci riguarda le implicazioni più importanti sono che l'energia non si crea ne si distrugge, passa solo da uno stato a un altro, e che, in particolare, si passa da uno stato di "ordine" a uno di "disordine" (aumento di entropia), in cui l'energia a disposizione per effettuare lavoro utile è sempre minore.
E' un processo dal quale non ci possiamo affrancare perché costituisce una delle fondamenta del nostro mondo. Tutti noi - così come i nostri antenati - siamo nati e nasciamo in un mondo che, al momento della morte, lasciamo un po' più "povero e in disordine" perché non esistono attività da parte degli esseri viventi che abbiano un impatto nullo sul sistema.
E' un processo però che possiamo scegliere di non accellare e questo è possibile SOLO attraverso il risparmio delle risorse energetiche e di materia di cui disponiamo.
Quello a cui dobbiamo puntare e che dobbiamo cominciare a costruire è una società a bassa energia e questo semplicemente significa, rispetto alla nostra attuale società ad alta energia, limitare i propri consumi e le proprie attività divora-risorse, limitare l'inutile e il superfluo.
Si obietterà che non si può fare una vita di rinunce, che il movimento è vita, e che le nostre coscienze hanno bisogno, per crescere, di una continua attività del fisico.
Ma allora - conclusione logica - un flusso energetico maggiore, un maggior disordine e una maggiore dissipazione conseguenti nel mondo creerebbero un ambiente più favorevole per lo sviluppo delle coscienze?
No, e l'evidenza dell'attualità ne è la controprova.
Se si aumenta il flusso energetico e il conseguente disordine non si garantisce un maggior sviluppo spirituale. Anzi, è vero il contrario. Tutti i grandi maestri della saggezza tradizionale hanno abbracciato i valori insiti in una vita a bassa entropia. Da Budda a Gesù, da Maometto a, più recentemente, Gandhi, hanno vissuto una vita fatta di semplicità, di povertà spontanea e di comunione.
La Felicità ha origine nella quiete e dalla constatazione della bellezza nell'"essere", non dal caos e dalle fatiche del "fare" ad ogni costo. Il Budda Shakyamuni si è illuminato seduto in silenzio sulle sponde del fiume mentre ne contemplava lo scorrere, diventando così una sola cosa con esso. Eppure, nella nostra logica di conquistatori, siamo arrivati anche a concepire che l'illuminazione stessa debba essere raggiunta (conquistata), invece che percepita dentro di se e manifestata.
Il nostro benessere spirituale e la nostra felicità non dipendono da quante cose facciamo; così vale per il mondo intero. Al contrario, più consumiamo energia facendo cose (futili) e più l'energia globale del sistema mondo diminuisce e con essa lo sviluppo della vita.
Per generare un reale Sviluppo, non abbiamo bisogno quindi di produrre più energia in un luogo - per giustificare l'esportazione in quel posto del nostro modo di vivere di per se già insostenibile - senza che vi sia una corrispondente diminuzione di consumo dall'altro. Abbiamo bisogno, invece, di conservare il più a lungo possibile l'energia del sistema e questo è possibile solo passando da una società ad alta energia quale è quella occidentale attuale a una a bassa energia, tipo quella delle comunità che oggi consideriamo sottosviluppate (e che vogliamo andare a colonizzare anche sotto questo aspetto) o tipo quella contadina che ci ha preceduto e che conosciamo molto bene. Siamo noi che dobbiamo, eventualmente, imparare dal loro "stile di vita"!
Adoperiamoci quindi perché il 2012 sia davvero l'inizio della fine di QUESTO mondo e la partenza per la costruzione di una nuova era, basata si sulle risorse energetiche rinnovabili (sole, vento, acqua, biomassa,...) ma in una logica di conservazione/trasformazione e non di produzione/consumo, anche se giustificati dalla presenza di tecnologie "pulite" (ammesso che il bilancio totale finale confermi che siano davvero tali).
Cominciamo quindi ora dal trasformare la nostra tendenza al considerare il benessere e la nostra felicità dipendenti da fattori esterni, che sono spesso beni e servizi di consumo di dubbia utilità.
"Una volta accettata la legge dell'entropia non possiamo più rifuggire dalla nostra responsabilità totale per tutto ciò che accade nel mondo in cui viviamo e su cui esercitiamo la nostra influenza. (...)
La legge dell'entropia da una risposta al problema fondamentale che ogni cultura, nel corso della storia, ha dovuto affrontare: quale deve essere il comportamento dell'uomo nel mondo? (...) Per preservare e accrescere la vita in tutte le sue forme è necessario che vi sia energia disponibile. Quanto maggiore è la quantità di energia disponibile, tanto migliori sono le prospettive di ampliare le possibilità di vita in futuro. Ma la seconda legge della termodinamica dice anche che le riserve disponibili di energia nel mondo si esauriscono continuamente al verificarsi di ogni evento. Quanto maggiore è l'energia consumata da ciascuno di noi, tanto minore sarà la quantità disponibile per ogni forma di vita che verrà dopo di noi. Il supremo imperativo morale, quindi, è di sprecare meno energia possibile. Così facendo esprimiamo il nostro amore per la vita e il nostro impegno d'amore perché ogni forma di vita continui a manifestarsi.(...)
Conservare nel modo migliore possibile la dotazione limitata di risorse che ci è stata lasciata e rispettare nel modo migliore il ritmo naturale che governa il processo del divenire significa esprimere il nostro amore supremo per ogni forma di vita che ci ha preceduti e per ogni forma di vita che seguirà. Essere consapevoli di questa duplice responsabilità costituisce il primo stadio verso la trasformazione da un sistema di colonizzazione a un sistema climax*. Noi siamo i custodi del mondo"**
* l'adattamento ottimale della comunità degli organismi viventi alle condizioni ambientali
** tratto da Entropia, di J. Rifkin
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