mercoledì 8 agosto 2012

DolomitiSuper...Group!


Più o meno di questi tempi, l'anno scorso, ho percepito che il 2012 sarebbe stato "un anno importante".
A dispetto dell'avvicinarsi della fine del mondo, prevista qualche secolo fa dai Maya, ho percepito che sarebbe stato, per me innanzitutto ma anche per gli altri, un anno di grandi cambiamenti in positivo e di grandi occasioni e opportunità.
Beh, il 2012 non è ancora terminato e chissà che cosa ci riserverà ancora ma se guardo all'anno lavorativo 2011-2012, quello compreso cioé tra i due periodi di ferie (ammesso che quei pochi giorni di riposo a casa che mi prendo si possano definire così), iniziato quindi a settembre dello scorso anno, è stato, senza retorica, grandioso. Il mio settimo anno da Guida professionista, quello della fine del primo ciclo, quello della maturità professionale, è stato foriero di situazioni interessanti, di incontri, di attività. E' stato ricco di azioni e di emozioni, riportate qui una a una man mano che sono state vissute.

Questo straordinario anno non poteva concludersi in maniera migliore se non con l'esperienza degli ultimi giorni, nei quali sono stato la Guida accompagnatrice del gruppo Cral Inpdap in vacanza sulle Dolomiti, nella fattispecie al cospetto delle Pale di San Martino di Castrozza.
Una delle zone più belle d'Italia, e forse del mondo, quella ricompresa nel Parco Naturale Paneveggio e Pale di San Martino, ha fatto da scenario per otto giorni alle avventure di un bel gruppone (110 persone in tutto; 50 e forse più ogni giorno sui sentieri a seguire il sottoscritto) che ha saputo interpretare col giusto spirito, vacanziero ma partecipativo, le giornate, cogliendo l'opportunità di camminare e ritemprarsi in natura stando... tutti insieme.
Con un programma da me appositamente studiato per cercare di ridurre la naturale selezione di partecipanti nel corso del passare dei giorni e per dare la possibilità ai singoli e al gruppo intero (formato da persone di ogni età, dalle famiglie con i bambini piccoli agli anziani) di affrontare uscite di difficoltà maggiore in maniera graduale, abbiamo raggiunto l'obiettivo che ci eravamo dati con lo staff del Cral di cercare di coinvolgere più persone possibile nelle uscite dei vari giorni.
Ovunque andassimo eravamo sempre in tanti ed è stato piacevole così, per tutti, come avevamo immaginato prima di partire.



Su e giù per stupendi boschi, verdi valli e rive di laghetti fiabeschi, all'ombra delle imponenti e affascinanti cime dolomitiche, raggiungendo malghe e alpeggi incantevoli, abbiamo vissuto insieme una settimana di belle escursioni, ristoratrici soste per gustare i piatti della gastronomia locale, divertenti giornate all'insegna di un ri-creativo contatto con la natura. E siamo stati a ritmo, improvvisando qualche volta ma evitando sempre scelte che si sarebbero rivelate sbagliate.

Ho ricevuto una calorosa accoglienza già dall'inizio della settimana da parte di quello che è un gruppo fondamentalmente consolidato, essendo i partecipanti in gran parte presenti da anni in questo tipo di iniziativa.
Ancor più importante, ho ricevuto, nel corso della settimana, e in particolare alla fine, tante manifestazioni di affetto da parte di tutti, segno che la mia presenza e il mio lavoro hanno sortito l'effetto che mi ero e ci eravamo dati come obiettivo con lo staff, e questo mi fa molto piacere.



Nel corso della settimana abbiamo incrociato sulla nostra strada Maurizio Zanolla, in arte Manolo, ovvero il Mago, il fenomeno dell'arrampicata libera, colui che ha "inventato" questa disciplina, l'artista della salita a mani nude su pareti verticali di roccia che ha fatto in questo campo cose incredibili, divenendo famoso per questo. Lo abbiamo incontrato sull'Altopiano delle Pale, al Rifugio Pedrotti/Rosetta, presso il quale ha tenuto un incontro per raccontarsi, nell'ambito di una giornata speciale all'interno dell'iniziativa I Suoni delle Dolomiti.
Così era presentato l'intervento dall'azienda che lo sponsorizza e che è anche il suo sponsor tecnico: "Maurizio Zanolla, Manolo, il Mago: l’uomo che, stringendo appigli sempre più piccoli, ha scritto la storia dell’arrampicata (e riscritto le regole della gravità). Mercoledì 1 agosto, alle 14, al Rifugio Pedrotti di San Martino di Castrozza racconterà il suo andare per montagne, la sua visione di equilibrio e serenità, lontana da forme esasperate di eroismo."

Manolo ha parlato per un po' della sua vita e della sua esperienza nel contatto (puro) con la montagna. Ha parlato anche di libertà e di realizzazione dei propri sogni e delle proprie passioni, che per lui sono (stati) indissolubilmente legati allo scalare montagne senza ausili.
Lo abbiamo ascoltato per una mezz'ora poi siamo andati via perché dovevamo rispettare la nostra tabella di marcia. Ma il suo incontro è continuato di fronte a una platea di un paio di centinaia di persone, giunte lì per questo.
Io lo avevo visto prima solo in una intervista in televisione e nei video su YouTube e l'incontro è stato per me molto educativo, nel senso letterale del termine: mi ha tirato fuori un po' di cose - riflessioni - anche in relazione alla esperienza che stavo vivendo con il grande gruppo che accompagnavo su quei sentieri.
Pensavo al fatto che Manolo ed io abbiamo molte cose in comune: la passione per la montagna, soprattutto. La determinazione a realizzare le proprie passioni; la ricerca della libertà attraverso il contatto con la natura. Siamo entrambe persone riservate, che non fanno quello che fanno per la fama ma per seguire una voce interiore. Da qualche tempo abbiamo in comune anche il fatto di essere richiesti da aziende di prodotti outdoor come testimonial e la cosa, per quanto mi riguarda, ha dell'incredibile.
C'è una cosa però che ci rende diversi, pur negli aspetti comuni: Manolo nel suo cammino di vita ha imboccato prima la via "solitaria", la via della montagna come terreno di sfida con se stesso, quella della ricerca del superamento dei propri limiti, e solo oggi persegue la "via della condivisione" con gli altri della sua esperienza.
Io, dal canto mio, nell'ambito della mia attività mi sono sfidato si, e mi sfido, ma sempre nella creazione di un qualcosa che abbia senso per tutti, non solo per me. Ho imboccato da subito la strada della condivisione - fin da bambino ho sempre desiderato essere una Guida per dare modo alle persone di avvicinarsi alla montagna e alla natura in genere - senza passare prima per la salita in solitaria. Tant'è che in montagna da solo, per puro piacere personale, alla ricerca di qualcosa per riempire i miei spazi interiori, non ci vado da tanti anni, praticamente da quando ho iniziato ad accompagnare gruppi sui sentieri.


Al momento del rientro, giunto nei pressi di casa, dove il gruppo mi ha riaccompagnato con il pullman, al momento di scendere, mentre percorrevo il corridoio del pullman tra tante mani tese di persone in piedi che, alzatesi, volevano salutarmi personalmente con un bel gesto - attestati questi di affetto e di riconoscimento - una voce ha affermato: "tanto lui ci è abituato!".
Lì per lì, pur avendo preso in mano il microfono per un ultimo saluto collettivo, non mi è venuto da rispondere prontamente. Ma la cosa ha però sortito in me non poche riflessioni nei minuti successivi, appena lasciato il gruppo: è vero che sono abituato a scendere dai pullman (accadrà 10-15 volte l'anno, più quelle che me ne ritorno in macchina per conto mio) - incontro tanti gruppi ogni anno - ed è vero che sono abituato ad affrontare il momento dei saluti, anche alla fine di un'esperienza di più giorni quasi sempre emotivamente forte, ma è anche vero che con ogni gruppo si crea un legame particolare, unico, che da all'esperienza contorni nitidi e la imprime piacevolmente e in maniera duratura nella memoria.
Come è stato anche in questo caso.

2 commenti:

  1. Grazie Riccardo per questo bellissimo racconto! Ci ha fatto piacere l 'averti conosciuto umanamente e come guida. Sono felice di sapere, le tue parole lo manifestano, che abbiamo lasciato in te qualcosa di ognuno di noi. Ma del resto anche tu non sei stato da meno e le nostre vacanze tra le Pale sono state davvero piu' belle! Grazie davvero, 
    Susanna Sulis
    s.sulis@yahoo.it 

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  2. Ciao Susanna! Piacere di risentirti. Grazie per aver lasciato la tua email, la inserisco nella mia mailing list per gli aggiornamenti sulle mie attività, oltre a quelle del CRLI, di cui avrete senza dubbio notizia.
    Ad ogni modo, ...ci vediamo presto!
    Un caro saluto
    Riccardo

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