giovedì 9 aprile 2009

Aquila Reale



Da oggi inizio una serie di approfondimenti periodici relativi alla fauna e alla flora. Da un po' di giorni desideravo farlo e oggi ho deciso di cominciare dall'Aquila Reale (Aquila Chrysaetos) sia perchè è l'emergenza faunistica principale dei luoghi che abbiamo attraversato nel corso dell'ultima escursione proposta sul Monte Pellecchia (una coppia di Aquile nidifica da molti anni sul versante sud-orientale della montagna e, a volte, è possibile scorgerle in volo), sia perchè simbolicamente lo ritengo di buon auspicio per i nostri connazionali della città che porta il nome di questo magnifico rapace che hanno subìto e stanno subendo grandi difficoltà dovute al recente terromoto. Un ideale incoraggiamento nei loro confronti a riprendere fiduciosamente "il cammino" (o meglio... "il volo") al più presto.

Classe: Uccelli
Ordine: Falcoformi
Famiglia: Accipitridi
Genere: Aquila
Specie: Chrysaetos

L'Aquila Reale è una specie rara e protetta nel nostro Paese. Chrysaetos, il nome scientifico, deriva dal greco chrysos che vuol dire "dorata" e aetos che vuol dire "aquila" e si rifà al piumaggio di color bruno, con riflessi dorati sulla parte posteriore del collo, tipico degli esemplari di questa specie, caratterizzati anche da chiazze candide sulle ali e sulla coda.
Escludendo il Grifone (anch'esso presente alle nostre latitudini), è il rapace più grande della fauna italiana: può arrivare alla lunghezza di 1 metro e un peso di 6 chili. La sua apertura alare può raggiungere anche i 2 m/2,30 m ed è questo l'elemento che la rende inconfondibile in volo così come le penne color oro sulla nuca e sul collo, se si riesce a vederle.
Vive in zone montuose, anche boschive, ma con ampi spazi aperti, nidificando in zone rocciose e impervie.
Volteggia in aria con un volo lento e maestoso, effettuando ampi giri di ricognizione prima di passare alla caccia vera e propria che in genere avviene all'alba o prima del tramonto (ed è quello il momento in cui è più facile avvistarla in volo). Si nutre di prede vive sfruttando la sua agilità e la sua potenza, cattura un'ampia varietà di uccelli, mammiferi (lepri e conigli ma anche volpi!) e rettili (serpenti) non disdegnando carogne di animali. E' capace di catturare prede piuttosto grandi, occasionalmente più pesanti di lei; caccia prevalentemente in volo, sia con un rapido volo a bassa quota, sia buttandosi in picchiata dall'alto ma anche stazionando in attesa della preda da un posatoio. E' stata avvistata anche mentre faceva cadere tartarughe vive da un'altezza considerevole evidentemente per spaccarne il carapace.
Può vivere fino a 20 anni e depone ogni volta da uno a tre uova di cui, dopo la schiusa, in genere, solo uno degli aquilotti nati sopravvive fino al momento dell'involo, a fine estate.

Re degli uccelli e uccello dei Re: per via delle sue dimensioni, della sua capacità di raggiungere grandi altezze, del volo sicuro e possente, della sua forza, in molte tradizioni in diverse parti del mondo è diventata, nel tempo, il simbolo del dio supremo e sua messaggera (per i cristiani, gli angeli hanno ali di aquila); emblema di maestà, autorità, elevazione spirituale, potere, vittoria e coraggio e anche d'altezza di ingegno (si usa dire di una persona dall'ingegno superiore al normale che è "un'aquila"). Quindi ha simboleggiato anche la persona e il potere del sovrano. In tal senso al tempo dei Romani veniva portata come insegna dai legionari nelle prime fila dell'esercito e divenne il simbolo dell'Impero in quanto gli imperatori erano considerati i rappresentanti dell'autorità, dell'onnipotenza e della giustizia divina
All'aquila, vista la sua importanza dal punto di vista mitologico, è da secoli dedicata una costellazione nel cielo stellato che contiene una stella piuttosto brillante Altair (il cui nome deriva dall'arabo "al nasr al tair" e significa "aquila volante"), la dodicesima stella più brillante del nostro firmamento. La costellazione si vede molto bene d'estate e la stella Altair insieme ad altre due stelle ben visibili (Deneb della costellazione del Cigno e Vega della costellazione della Lira) costituisce uno dei tre vertici di quello che gli astronomi hanno chiamato il "Triangolo Estivo" .

1 commento:

  1. ciao riccardo,molto bella questa tipologia di post. puoi occuparti anche di scoiattolo,porcospino,"spinosa",cinghiale,fagiano? grazie patti luce

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