sabato 16 ottobre 2010

Zecche


Qualche settimana fa, dopo anni di attività all'aperto, mentre mi facevo la doccia dopo una giornata di cammino sui Monti Aurunci (Lazio meridionale), per la prima volta mi sono trovato una zecca addosso (attaccata più o meno all'altezza della scapola).
La zecca è un parassita temporaneo: in alcuni periodi della sua vita deve attaccare un animale infilando (in modo indolore!) il rostro nella sua cute e succhiare il suo sangue per alimentarsi, in un lasso di tempo che va dalle poche ore ad alcuni giorni. In questa fase può infettare l'organismo ospite; nell'uomo in particolare può causare la cosiddetta TBE (Tick Borne Encephalitis - Encefalite da morso di zecca) e la Borreliosi di Lyme, entrambe possibile causa di problemi al sistemi nervoso centrale. Se è vero che nel 70% dei casi, nell'eventualità si sia stati morsi da una zecca infetta, non accade nulla se non una piccola infezione locale (come il morso di qualsiasi altro piccolo insetto), è d'obbligo non sottovalutare il restante 30%...

Naturalmente, prima si leva la zecca, minori sono le possibilità di contrarre una delle infezioni che può trasmettere. Ecco perché è importante controllarsi scrupolosamente sempre dopo un'escursione e, ancor di più, nel corso di un trekking itinerante di più giorni, durante il quale è più facile che sia necessario convivere con minori possibilità di provvedere a una pulizia approfondita del proprio corpo.
Le zecche sono diffuse in un areale che comprende tutto il territorio italiano e buona parte dell'Europa, fino a 1800 m di quota, motivo per cui nessun di quelli che sta leggendo è sicuro che non incapperà mai in un incontro con esse.

Il sistema per toglierle è di natura "meccanica" perché sembra essere quello meno soggetto alla possibilità di rigurgito di sangue infetto da parte della zecca (mentre il procedimento più "famoso", il soffocamento dell'insetto con sostanze di vario genere, tra cui l'olio, non esclude questa eventualità).
Con una pinzetta da depilazione è necessario prendere la zecca stringendo il più vicino possibile alla pelle, esercitare una trazione costante (non strapparla via!) in abbinamento ad una rotazione in senso antiorario. In questo modo può venire estratta senza particolari necessità, evitando che il corpo si stacchi dalla testa rimasta infilata nella pelle, cosa che non evita il rischio contagio di cui sopra.
Procedere poi ad una normale disinfezione e segnarsi sul calendario il giorno in cui è stata trovata: se nell'arco di 40 giorni non compare nessun eritema, né particolari sintomi, ci si può ritenere fuori pericolo (ad ogni modo, in caso di infezione, compaiono sintomi febbrili entro 2-3 giorni dal morso. Sintomi che, manco a dirlo, non andrebbero sottovalutati ovvero: comunicati al medico immediatamente).
A livello di prevenzione, due cose semplicissime, oltre al controllo della superficie corporea a fine giornata: portare sempre un abbigliamento protettivo (in particolare: pantaloni lunghi) ed evitare il più possibile di sedersi direttamente sull'erba, usando uno stuoino o un telo chiaro, che facilita l'individuazione.

[fonte: Prima che venga il lupo, Marco Fazion, Monte Meru ed., 2006]

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