lunedì 8 agosto 2011

Vipera


Dopo sei anni e mezzo di intensa attività escursionistica a livello professionale in Centro-Nord Italia - e molti di più, prima ancora, di frequentazione dell'ambiente naturale per hobby - ho visto la mia prima vipera (in realtà due, sullo stesso sentiero alla distanza di qualche centinaio di metri una dall'altra) agli inizi di giugno di quest'anno, sull'Isola d'Elba in occasione di uno dei nostri VelaTrekking.
La cosa di per sé dovrebbe tranquillizzare tutti quelli (adulti e bambini condizionati dagli adulti) che considerano tale animale "il mostro", e il fatto di essere morsi il rischio per antonomasia quando si va in escursione.
La vipera ha un areale di diffusione nel nostro paese piuttosto vasto (si trova praticamente ovunque tranne in Sardegna) ma la possibilità di incontrarla quindi non è così frequente. D'altro canto non è l'unico animale che striscia in cui ci si può imbattere: di altre specie anche io ne ho incontrati tanti in questi anni di camminate in natura.
Morfologicamente la vipera è più tozza (la coda si restringe bruscamente) degli altri serpenti e ha un colore della pelle grigio-marrone con una sorta di maculatura ma gli elementi che inequivocabilmente la caratterizzano sono la testa triangolare, con evidenza più larga del corpo, gli occhi con la pupilla verticale (come quella dei gatti) e una sorta di leggero corno sulla parte anteriore del muso, se osservato lateralmente.



Comunque, sia la vipera che gli altri serpenti (e, più in generale, tutti gli animali selvatici alle nostre latitudini, lupo e orso compresi) hanno carattere schivo e rifuggono l'uomo. Insomma la vipera può mordere si (ed è velenosa a differenza di molti altri colubridi) ma non ci viene a cercare...
Nonostante ciò, sarà che i serpenti da sempre rappresentano nella tradizione popolare l'Oscuro, l'Ignoto (e incontrarli in libertà, in effetti, fa un certo effetto: smuove paure ancestrali), le leggende metropolitane sulla vipera (che addirittura arriverebbe dal cielo sulle teste dei malcapitati escursionisti, lanciata dagli elicotteri della Forestale per motivi di ripopolamento o perché appena partorita sugli alberi) sono tra le più gettonate, alimentate da un terrore popolare comune che induce le persone a diffondere dicerie spesso prive di fondamento senza prima aver verificato quale sia la realtà.
Il medesimo discorso vale sulla pericolosità stessa del morso di vipera. Essere morsi o meno naturalmente non è la stessa cosa (la vipera in effetti è in grado di inoculare veleno) ma casi di mortalità registrati a causa di questo sono molto rari e riguardano inoltre un passato abbastanza remoto, soprattutto per alcune specie come la Vipera dell'Orsini, quella della foto in alto.
Come riporta Marco Fazion nella recente seconda edizione di Prima che venga il lupo - La prevenzione dei pericoli nell'accompagnamento escursionistico professionale, uno studio promosso dal Ministero della Sanità su 286 persone ha stabilito che la gravità dell'avvelenamento da morso di vipera è stata bassa (45% dei casi), debole (30%), moderata (14%), grave (8%) e mortale solo nell'1%. Quindi: bassa o debole nel 75% dei casi.
Naturalmente l'eventuale morso ha effetti diversi su persone sane e adulte piuttosto che su bambini, anziani, cardiopatici, diabetici, ecc.
A riguardo, la prevenzione è in ogni caso la principale arma a nostra disposizione e la consapevolezza è innanzitutto quello che deve supportarla.
Va premesso, innanzitutto, che la vipera usa il veleno per uccidere le sue prede e l'uomo non rientra in questa categoria; e che per accumulare una quantità adeguata allo scopo di veleno ci mette alcuni giorni (quelli che passano tra un pasto e l'altro), pertanto è ben conscia che se usa il suo veleno per scopi diversi poi non mangia! Tuttavia, un esemplare messo alle strette o sul quale semplicemente ci siamo seduti sopra perché non abbiamo controllato bene prima di "crollare" a terra - la gran parte dei morsi registrati è avvenuta, e non si direbbe, sui polsi - tenterà sicuramente di difendersi con l'unica valida arma che ha.
Pertanto: evitare di sedersi sull'erba alta o su pietre assolate e muretti a secco senza prima aver controllato; camminare nell'erba alta sbattendo i piedi a terra o il bastone (la vipera percepisce le vibrazioni del suolo, altrimenti ha un udito molto scarso) e, se in gruppo, disporre i membri più giovani o a rischio in fondo allo stesso.
Inutile dire che pantaloni lunghi, scarpe alte (come quelle da escursionismo...) e calzini alti e spessi (come quelli da escursionismo...) sono un altro valido elemento di precauzione dato che molto difficilmente la vipera morde sopra i 20 cm d'altezza e i suoi denti non sono molto pronunciati.
Infatti, il morso in sé non è doloroso ma lo è invece (e molto) l'inoculazione del veleno, caratterizzata anche da manifesto gonfiore e colorazione rossiccio-bluastra dell'area interessata.

Cosa fare in caso di morso?
Innanzitutto, siccome è difficile, nella concitazione, riconoscere con certezza come vipera un serpente che eventualmente ci ha appena morso e che ora si sta dileguando nella macchia, conviene considerare tutti i morsi di questo tipo come morso di vipera.
A differenza di quello che si credeva, il veleno non viene trasmesso per via cardiocircolatoria (e meno male, altrimenti si morirebbe in pochissimo tempo) ma attraverso il sistema linfatico. Ciò dà margini di tempo molto ampi (superiori alle 24 h) per raggiungere un presidio sanitario.
E' assolutamente vietata la famigerata incisione a croce con risucchio del sangue (che metterebbe la vittima a rischio di infezione) e finalmente é stato bandito il famigerato siero anti-vipera (può fare più danni del morso, a partire dallo shock anafilattico) pubblicizzato massicciamente negli anni '80.
La cosa da fare è un bendaggio compressivo (analogo a quello che si farebbe per una distorsione) a monte del morso, il più esteso possibile, per evitare che il veleno si diffonda verso il cuore. La vittima deve rimanere il più tranquilla possibile, ma è meglio che rimanga sveglia, in attesa di essere raggiunta dai soccorsi.
Segnala a tal proposito sempre Marco Fazion che recentemente è entrato in commercio un prodotto, Ecosave della Tecnimed, che con delle leggere scariche elettriche (come quelle delle piastrine per la riabilitazione muscolare che applicano in molti centri di riabilitazione fisioterapica) nell'area colpita è in grado di attenuare i sintomi e le conseguenze del morso di vipera. Un presidio funzionale probabilmente perché attraverso queste scariche provoca una scissione della proteina che costituisce il veleno.

Insomma: occhi sempre aperti e prudenza ma nessuna paura ingiustificata!

1 commento:

  1. Ciao Riccardo grazie , articolo molto bello nel senso di chiaro e assolutamente utile.Personalmente concordo sulla evocazione da parte della vipera delle (mie)paure ancestrali e nonostante io abbia in generale una buona conoscenza della risoluzione dei pericoli ambientali in escursione, non avevo tutte le indicazioni che ci hai fornito. Mi piacerà legger ela nuova edicione del libro di Marco (Fazion), di cui apprendo ora, dopo lentusiasmante lettura della prima ;) un salutone tuo Fabio Corsi

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