domenica 6 marzo 2011

Leone


Arriva la primavera: il ruggito del Leone torna a illuminare l'oscurità della notte.
Si leva a est in queste sere di inizio marzo e si erge, imponente e fiero, come un leone sdraiato nella savana che osserva e governa, sovrano incontrastato delle sue terre.
E' una delle costellazioni più antiche del nostro firmamento, la sua creazione si perde nella notte dei tempi. Anticamente segnava il passaggio del sole al solstizio d'estate, da cui il termine solleone. Gli antichi Egizi lo associarono alle piene del Nilo osservando i leoni che andavano ad abbeverarsi al fiume per sconfiggere anche loro la siccità. Da qui il successivo simbolismo legato all'acqua e la presenza di leoni sulle fontane artistiche, prima fra tutti quella dei Quattro Fiumi del Bernini a Piazza Navona a Roma ma anche, dello stesso artista, quella dell'antica Monterano, più volte vista nel corso di una delle nostre escursioni. L'acqua simbolo di potenza e di vita: quale animale più degno di rappresentarla se non il più potente?
Al tempo dell'antico Egitto, ma forse anche prima, il Leone, oltre ad essere rappresentato e venerato in cielo, lo doveva essere anche in terra: la Sfinge di Giza, che ne riproduce la sagoma, monumento antichissimo, serviva forse, nell'ambito del culto, per riportarlo a contatto con gli uomini.
Gli antichi Greci sapevano che Zeus avesse raffigurato il Leone in cielo perché era il re degli animali. In ogni caso, meritava senza dubbio uno spazio tra le stelle perché uccidere quello di Nemea fu la prima delle dodici fatiche di Ercole, dando così all'eroe il dono dell'immortalità.
La Falce della sua criniera, quando appariva in congiunzione col sole ricordava ai contadini che era giunto il momento di mietere il grano. E Regolo, invece, "piccolo re", che splende nel suo cuore, il "cuor di leone".

E' tornato il re e porta con se la luce. La notte tutta si inchina.

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