venerdì 5 marzo 2010

Sirio e il Cane Maggiore


Se alziamo gli occhi verso sud nei giorni d'inverno non possiamo non rimanere colpiti dalla luminosità di un corpo celeste in particolare: si tratta di Sirio, stella più luminosa del nostro firmamento, che peraltro splende molto vicino ad un altro delle figure celesti più imponenti e visibili, Orione, di cui ho parlato recentemente.

Sirio fa parte della costellazione del Cane Maggiore (perché c'è anche un Cane Minore, di cui tra poco dirò), che rappresenta da sempre il cane del grande cacciatore Orione e che fu posto in cielo da Zeus dopo la sua morte proprio vicino al padrone, in memoria delle loro imprese.
Sirio ha rivestito sempre una grandissima importanza per i popoli che ne osservavano e ammiravano dalla Terra la brillantezza. In particolar modo questo è vero per gli antichi Egizi che, tra il 4380 e il 2220 a.C., celebravano l'avvento del nuovo anno al suo sorgere in corrispondenza in quel periodo del solstizio d'estate e al benefico straripamento del Nilo, che avveniva nei giorni appena successivi.
L'anticipo da parte della stella di questo straordinario ma anche sconvolgente evento annuale dava modo alla popolazione di prepararsi allo straripamento mettendosi in salvo e portando con sé strumenti, animali e scorte di cibo. Per questo suo ruolo di "vedetta" fu considerata alla stregua di un cane da guardia: per questo motivo all'asterismo venne associata l'immagine del Cane.
Dai Greci era chiamata Seirios (da "seiriào", ardo, brucio) facendo riferimento probabilmente sia alla sua brillantezza, sia al fatto che - dopo aver perso nel 2220 a.C, a causa della precessione degli equinozi, il suo ruolo di annunciatrice del solstizio - iniziò a contraddistinguere, verso la metà del I Millennio a.C, il periodo più caldo e arido dell'anno; periodo in cui si levava insieme al Sole (fine luglio) e denominato in seguito, e ancor oggi, "canicola", in quanto associato all'immagine del cane.



In un antico mito arabo viene chiamata "Schira al-Abuz" (cioè "Sirio che ha attraversato") riportando antiche narrazioni dei nomadi del deserto secondo cui la stella avrebbe attraversato la Via Lattea, passando da un lato all'altro della stessa. Ebbene, i moderni astronomi hanno studiato e ricostruito il lento moto della stella scoprendo che negli ultimi 60.000 (sessantamila!) anni è effettivamente passata da una parte all'altra della Via Lattea.
Qualcuno se ne accorto molto prima di loro, senza strumenti sofisticati e facendo conto solo sull'osservazione continua nei millenni e sul tramandandare di padre in figlio quello che veniva osservato (molto prima dell'inizio dell'epoca storica quale è convenzionalmente accettata)...



Tolomeo, un importante astronomo di epoca classica, ne descriveva il colore rossastro, paragonandola ad altre stelle di evidente colore rosso: Arturo, Aldebaran e Antares. Considerando che oggi Sirio ha una luce vicino al bianco, possiamo dedurre che la frequenza luminosa sia cambiata in virtù del fatto che la sua temperatura superficiale sia notevolmente aumentata (le stelle di colore più vicino al rosso/giallo sono più "fredde", quelle più vicine al bianco/azzurro più "calde") e, forse, ci indica che la stella abbia iniziato la seconda metà della sua vita. In ogni caso, la sua brillantezza non è data da una magnitudine luminosa assoluta molto elevata bensì dalla relativa vicinanza al nostro Sistema Solare (dista da noi "solo" 8,7 anni luce, la seconda più vicina tra le stelle visibili).

In questi giorni, partendo da Sirio e tracciando una linea verso l'alto (verso il nord-est celeste) incontriamo - oltre all'onnipresente e luminosa Procione, la stella principale della costellazione del Cane Minore, così chiamata perchè sorgeva prima del Cane e quindi anche lei era "di guardia" (il nome deriva da "pro", prima, e "Kyon", cane) - anche Marte, il Pianeta Rosso che brilla della sua nitida e fulgida luce rossa proprio all'altezza (e subito a sinistra) dei Gemelli, Castore e Polluce.
Un'occasione da non perdere insomma per sentire dentro di sé, con un semplice sguardo verso il cielo, la gioia di far parte di questo straordinario Universo.

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