mercoledì 8 luglio 2009

Cipresso



Voglio inaugurare la sezione dedicata agli approfondimenti sulla flora dedicando questo post all'albero che è stato protagonista di una delle nostre ultime uscite, sui colli di Titignano, quando abbiamo attreversato l'affascinante Fosso dei Cipressi, un bosco naturale costituito dalla sola presenza di questa essenza, una situazione più unica che rara, a quanto ne sappia, dalle nostre parti.



Divisione: Spermatophyta
Sottodivisione: Gymnospermae
Classe: Coniferae
Famiglia: Cupressaceae
Genere: Cupressus

Come dice il nome, il Cipresso Comune (Cupressus Sempervirens) è un albero sempreverde. Ha un portamento colonnare e una chioma di colore verde scuro, tronco colonnare con un'alta densità di rami fin dalla base e una corteccia piuttosto sottile di colore grigio-bruno. Può raggiungere un'altezza di 30 m e il suo habitat va dal mare fino al piano collinare-pedemontano (0-800 m) su terreni sassosi e sostenzialmente aridi.
E' una specie tipicamente mediterranea che si stabilisce in aree dove il clima assicura inverni miti e piovosi ed estati calde e asciutte.
Le foglie sono squamiformi e lunghe fino ad 1 mm, di colore verde scuro, opposte e strettamente appressate in quattro file attorno ai rametti; presentano una ghiandola dorsale che sprigiona un aroma di incenso se strofinate.
Fiorisce nel periodo tra febbraio e maggio; le infiorescenze maschili sono ovali lunghe circa 3 mm, di colore giallo brunastro, poste alla fine dei ramuli, quelle femminili verdi, in piccoli grappoli.
I frutti sono galbuli legnosi con forma rotonda-ovale, lunghi fino a 4 cm, formati da 5-8 paia di squame irregolarmente poliedriche, di colore grigio-giallastro. Contengono un elevato tasso di tannino, con il quale i Romani usavano fare profumi.

Di origine orientale, si pensa sia stato portato in Italia dagli Etruschi o, più probabilmente, dai Fenici. Usato per scopi prevalentemente ornamentali, nel caso dello straordinario Fosso dei Cipressi ha trovato le condizioni per colonizzare un'intera area, formando un vero e proprio bosco sulle sponde del lago di Corbara. Anche in una delle altre nostre uscite abbiamo avuto modo di attraversare un'area, - il versante sud del Monte Costasole, sui Monti Ruffi, a est di Roma - caratterizzata dalla presenza di molti esemplari di cipresso, in quel caso più isolati e misti al querceto.



Anticamente, e ancora oggi in Oriente, il cipresso era simbolo di fertilità per il suo aspetto vagamente fallico. Da qui la tradizione a piantarlo nei pressi (o all'ingresso) degli appezzamenti di terreno. Tradizione che oggi prosegue più che altro per scopo ornamentale e che ha fatto la fortuna (meritata) per la sua bellezza caratteristica degli ambienti collinari della Toscana e, in parte, dell'Umbria. Inoltre, questo simbolismo è confermato, come riporta anche Catullo in una delle sue Poesie, dal fatto che al tempo dei Romani, in occasione delle nozze, gli sposi ricevevano un albero di cipresso tra i doni.





La fama funeraria invece deriva da un mito narrato da Ovidio nelle Metamorfosi e ripreso in epoche successive, che racconta del giovane Ciparisso che aveva uno splendido cervo dalle corna d'oro, da cui pendevano splendide gemme e pendenti preziosi, che si lasciava accarezzare da quanti lo volessero.
Un giorno, mentre si allenava al lancio del giavellotto, Ciparisso, inavvertitamente, con un lancio sbagliato, trafisse e uccise lo splendido cervo. Disperato, invocò gli dei affinchè uccidessero anche lui e chiese esplicitamente di poter mostrare lutto in eterno. Venne così mutato nell'albero che porta il suo nome.

A fronte di questa leggenda c'è l'aspetto "scientifico" che può giustificare l'uso di quest'albero come adatto a stare nei cimiteri: la sua forma e il suo aspetto "contenuto" e il fatto di avere radici che non si allargano molto e che quindi non vanno a disturbare le sepolture sotto terra.

Il suo legno è molto duro e resistente e, in passato, era considerato incorruttibile: con esso sono stati intagliati la freccia di Eros, lo scettro di Zeus e la mazza di Ercole

2 commenti:

  1. Trafitta... dalla freccia.Molto carino soprattutto l'accostamento al dipinto e i riferimanti poetici...
    e' stata una bella escursione...manu'

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  2. benenuta sezione "flora"..bellissimo post,grazie.Tb

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