mercoledì 24 agosto 2011

Sagittario


"Uaauu, che bello!", hanno detto Livio e gli altri ragazzi quando gli ho indicato sulla volta celeste l'arco e la freccia del Sagittario.
In effetti è davvero suggestivo, perché molto realistico (la foto qui sopra non rende bene l'idea), e quell'arco ampio con la freccia ben tesa sembra proprio voler colpire lo Scorpione, che è lì alla sua destra.
In queste calde e terse serate d'estate, in cui siamo portati a stare un po' più all'aperto e, lo auguro, ad alzare gli occhi al cielo, la costellazione si può vedere bene a metà serata a sud, non molto alta sopra l'orizzonte.

Il Sagittario viene rappresentato come un arciere con il corpo di cavallo e il torso umano, mentre tende l'arco verso lo Scorpione.
La sua presenza tra le stelle viene spiegata, nell'interpretazione più diffusa, dal fatto di essere Krotos, figlio di Pan e di Eufemia, la nutrice delle Muse. Proprio queste ne apprezzavano la compagnia perché era un grandissimo cacciatore dei boschi (con l'arco che si era costruito da se) e allo stesso tempo un raffinato artista "a tutto tondo", tant'è che chiesero a Zeus, il padre celeste, di rappresentarlo nel firmamento.
Zeus le accontentò ma volle ricordare tutte le sue attività in una sola immagine: gli attribuì gambe di cavallo perché aveva praticato l'equitazione in maniera eccellente; gli diede una coda da satiro per ricordarne le ispirazioni artistiche; gli pose tra le mani un grande arco con freccia per ricordarne l'estrema bravura nella caccia.
Fra le sue zampe posteriori vi sono alcune stelle disposte in cerchio. Un tempo facevano parte della sua stessa figura celeste, poi furono "staccate" per creare una costellazione indipendente, la Corona Australe.

E' una costellazione antichissima che compare praticamente in tutte le antiche mappe del cielo con queste sembianze, metà uomo e metà animale, tranne in quella indiana, rappresentato solo dall'arco e dalla freccia.
Alcuni mitografi suppongono che il primo e originale Sagittario sia stato introdotto dai Sumeri - che in effetti sono stati i primi a catalogare le costellazioni che riconoscevano in cielo, molte delle quali noi ancora utilizziamo! - per rappresentare Enkidu, il quale, insieme al suo amico Gilgamesh (Orione) avrebbe sostenuto e vinto il duello contro il Toro Celeste, raccontato dal celebre poema epico di cui sono i protagonisti.

La costellazione si trova pressapoco nel mezzo della Via Lattea e all'interno di questa svolge un'importante funzione simbolica: ne parlerò in un prossimo post dedicato a questa. E' importante invece considerare che, in condizioni non ottimali di osservazione a causa della presenza di eccessiva luce per cui non si riesce a distinguere bene l'alone luminoso della Via Lattea, il Sagittario può aiutarci a individuarla partendo da lui, proseguendo verso il nord celeste e passando anche per il Cigno. La "Via di latte" ci apparirà in tutta la sua maestosità!

Per concludere mi piace ricordare che una mia conoscente di origine inglese che ha partecipato un paio di anni fa a una delle serate di osservazione delle stelle aperte al pubblico che ho fatto, mi ha spiegato che nella loro tradizione popolare il Sagittario è invece la Teiera (Teapot): infatti, a guardarlo con un occhio diverso (e un po' allenato), si riconosce molto bene la figura di una teiera inclinata, da cui magari sta per essere versato del tè, con il beccuccio, il coperchio, il manico, con la sua forma davvero tipica!
Come stupirsi che proprio gli inglesi abbiano potuto individuarla nel firmamento!!

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