sabato 28 marzo 2009

Come vestirsi


Ci vorrebbe più di un post per affrontare bene questo argomento e in effetti più di qualcuno gli ha dedicato parte di un libro. In questa sede cercherò però di descrivere quanto ci interessa in relazione al genere di attività che propongo (nella fattispecie uscite giornaliere, quando si parlerà di trekking di più giorni affronterò l'argomento per quel caso).
Immaginiamo di voler cominciare a fare escursioni - e di avere quindi una condizione fisica che lo consenta - ma di non avere alcun capo di abbigliamento o attrezzatura specifico e quindi di dover cominciare ad acquistarne.
La prima cosa da dire è che, pur avendone la possibilità, è sconsigliabile acquistare subito tutta l'attrezzatura , in quanto l'esperienza, nel tempo, ci farà scegliere quello che è davvero il meglio per noi e inoltre impareremo che "l'ultimo modello" non è sempre il migliore e che l'articolo più adatto alle nostre specifiche esigenze non è per forza il più costoso , così come, di contro, l'articolo più economico non sempre è all'altezza perchè alcune caratteristiche giustificano un prezzo più alto.
Dovendo stare per diverse ore all'aria aperta, spesso in ambienti non per forza "ospitali" (in vetta con molto vento; su un costone innevato all'ombra; un bosco in una giornata molto calda e umida;...) bisogna considerare che un abbigliamento adeguato contribuisce al benessere e alla comodità dell'escursionista, contrastando quelli che sono i nemici di questa comodità: pioggia, vento, neve, calore, freddo, umidità, terreno sconnesso, sforzo intenso e fatica accumulata. E, poichè la cosa a cui dobbiamo più prestare attenzione quando siamo in escursione è la sicurezza, dobbiamo tener presente che anche questo è uno degli scopi di un abbigliamento adeguato, avventurandoci per ore in aree isolate, lontano dai centri abitati.
Uno dei segreti è quello di rimanere asciutti (o, se siamo bagnati, di asciugarci in fretta) e di consentire che il corpo abbia la giusta temperatura. Questo obiettivo si raggiunge più facilmente se l'abbigliamento che indosso è pratico e versatile. In altre parole la cosa migliore, come spesso si avrete sentito dire, è vestirsi a strati, avendo così la possibilità di aggiungere o togliere uno strato al bisogno.

Prima di affrontare però questo argomento vorrei invece parlare di quello che è, a mio avviso (ma non sono l'unico), l'elemento dell'abbigliamento più importante Intendo qui dire che mentre di alcune cose se ne può fare inizialmente a meno, questo è quello da cui non si può prescindere, anche nelle uscite più facili): le scarpe. L'esperienza mi insegna che - mentre è possibile fare un certo tipo di uscite con, ad esempio, dei pantaloni o un maglione che non siano "tecnici" - il livello di sicurezza (prevenzione di cadute, distorsioni, ecc) e in generale il confort nell'arco della giornata (la mancanza del quale, a sua volta, può essere causa di incidenti e comunque di disturbo) si abbassano notevolmente anche in uscite più semplici se non si calzano scarpe adatte. Le scarpe da jogging che molti usano anche in città per vestire casual perchè i canoni della moda lo impongono o le scarpe da "finto outdoor" con la suola dentata lasciatele a casa! E voi, care signore, non cercate di convincermi (come spesso provate a fare) che quelle scarpine "sportive", dalla tomaia morbida, con il tacco un po' rialzato, la suola leggermente incisa e la pianta stretta, che non mettereste mai per andare una sera a teatro, sono delle scarpe da trekking!...
Così come esistono le auto fuoristrada (quelle vere, non i SUV) e le city-car, ci sarà un motivo per cui hanno inventato sia le scarpe da jogging, sia quelle da donna un po' più sportive, sia quelle col tacco a spillo, sia quelle specifiche per il trekking! Avete mai provato a fare un viaggio di molte ore in autostrada con un fuoristrada 4X4 (di quelli veri)? E poche decine di metri di una stradina di campagna non in piano, infangata dopo giorni di pioggia? Bene, rispetto a quelle scarpe che al momento dell'acquisto in negozio vi sembrano delle zavorre ai piedi pur avendole scelte del numero giusto - che è quello leggermente più grande, mezzo numero in più, al massimo uno in più delle scarpe di "tutti i giorni" -, cambierete idea dopo pochi minuti di cammino su un sentiero su terreno sconnesso e soprattutto diminuirete di molto la possibilità di farvi male (ad alcune ore di cammino dalla macchina...). Eppoi, sfatiamo un mito: a fine escursione anche io ho piacere di levarmi gli "scarponi"! E' naturale, sono scarpe mediamente più rigide e più pesanti di quelle "da città", ma con la suola adatta - scolpita e "dura", in genere il marchio Vibram è una garanzia, ma non è l'unico - vi consentono di non aver dolore (soprattutto sotto la pianta dei piedi per via dei sassi appuntiti e indolenzimento a caviglie e polpacci) anche nei giorni successivi.
In genere le scarpe da trekking hanno un prezzo abbastanza elevato (superiore ai 100,00 euro) anche se minore di tanti modelli "di moda" e la Grande Distribuzione di materiale sportivo consente di trovarne alcuni tipi anche a 50,00 euro. Vi invito a considerare il fatto che la qualità è molto diversa e che questo secondo tipo è costruito spesso con materiali che, ad esempio in caso siano sottoposte a ore di pioggia, fanno perdere di molto la rigidità globale e la stabilità della scarpa e quindi la capacità di contenimento e di protezione del piede in caso di caduta... Se si ha la possibilità di spendere 50,00 euro in più oggi si ha una scarpa che ci garantisce molto di più e che comunque, ben tenuta, dura anni.
A mio avviso, la scarpa deve essere alta, a protezione dei traumi della caviglia
Scegliete dunque il miglior compromesso tra comodità e prestazione tecnica (vi consentirà di avere un unica scarpa per molte occasioni) e al momento dell'acquisto cercate di misurarle bene (l'ideale sarebbe con lo zaino pieno sulle spalle e imitando tutti i movimenti che potreste fare in escursione), con le calze che poi indosserete e di scovarne tutti i punti critici per il vostro piede: ancora rimpiango l'acquisto di quel fantastico "ultimo modello" consigliatomi da molti di una delle più famose aziende di calzature da trekking d'Italia che, per una curiosa saldatura verticale sopra il tallone, mi creava per lo sfregamento ogni volta delle grandi vesciche (a me che non ne ho mai sofferto) dopo pochi minuti di cammino...
Le scarpe in cuoio in linea di massima sono "migliori" e durano di più, le scarpe in tessuto sintetico sono più leggere ma meno resistenti. Sceglietele impermeabili, potrebbe capitare di mettere il piede in un rivolo d'acqua o per pochi passi nella neve fresca, ma traspiranti: in questo senso le membrane di ultima generazione (come il Goretex e altre) sono ottime.
Poi, le scarpe, prima di inziare l'escursione e nel corso della stessa, andrebbero allacciate bene...

Detto questo, potremmo aver trovato le scarpe più adatte a noi ma con dei calzini non idonei potrebbero perdere molte delle caratteristiche che ci hanno convinto a prenderle.
La funzione dei calzini è quella di isolare e proteggere il piede, ridurre l'attrito contro lo scarpone, assorbire il sudore .
Evitiamo quindi di usare per le uscite i calzini comprati al mercato con i quali andiamo a lavoro in ufficio e, se proprio non possiamo procurarcene un paio adatto, per far sì che queste funzioni siano presenti contemporanemente e non una a discapito delle altre, si possono mettere dei calzini di seta molto fini sotto e calzini più spessi (tipo quelli in cotone, da ginnastica) sopra, stando attenti a che siano ben aderenti e a non far formare piccole pieghe (che dopo ore di cammino diventano come chiodi infilati nelle scarpe...).

Risolta la questione più importante, quella delle scarpe e dei calzini, possiamo tornare ad occuparci di come ci si veste a stati.
Innanzitutto, in generale, gli strati sono tre: quello a contatto con la pelle, quello isolante, quello esterno.
Lo STRATO A CONTATTO CON LA PELLE deve assorbire (o meglio espellere) il sudore, mantenendo la pelle asciutta. Vestiti bagnati a contatto con la pelle causano una perdita di calore molto superiore a quelli asciutti.
Lo STRATO ISOLANTE è quello che si occupa di mantenere la temperatura corporea in caso di freddo. In soldoni, trattiene uno strato d'aria a contatto con il corpo, consentendogli di mantenersi più caldo.
Lo STRATO ESTERNO serve a proteggersi dal vento, dalla pioggia e dal sole.
Anche qui, se entrate in un negozio specializzato e avete un limite di spesa consentito dalla vostra carta di credito molto alto, potete trovare capi d'abbigliamento dalle prestazioni tecniche fantasmagoriche.
Se invece potete acquistare solo un pezzo per volta, il mio consiglio è quello di iniziare dallo strato più interno.
Anche perchè magari un bel pile o un maglione di lana ce lo abbiamo un po' tutti nell'armadio e l'impermeabilità esterna possiamo garantircela (almeno inizialmente) con un buon poncho sopra una giacca a vento.
Consiglieri quindi di partire dall'intimo. Le maglie intime prodotte con i moderni materiali (polipropilene, capilene, e quant'altri) consentono una grande traspirabilità corporea "espellendo" il sudore verso l'esterno e facendo in modo che la parte a contatto della pelle rimanga più asciutta, evitando così quella fastidiosa sensazione di sudore che si ha (soprattutto sotto lo zaino) e soprattutto bruschi raffredamenti corporei se si alza un po' di vento. Sono capi che non costano molto (in proporzione) ma rispetto alla classica maglietta di cotone, che se si bagna non s'asciuga più, fanno davvero la differenza in termini di confort. Per quanto riguarda la biancheria vera e propria meglio gli slip e i boxer elasticizzati che non consentano sfregamenti di sorta e i reggiseni sportivi per le donne.
In un secondo tempo l'acquisto di un buon pile prima (ce ne sono di ottimi anti-vento e un minimo impermeabili, molto leggeri e caldi) e di una giacca anti vento e anti pioggia dopo (le migliori, in Goretex, costano diverse centinaia di euro e la differenza si sente in termini di protezione ma sono molto delicate, basta un piccolo strappetto per la spina di un rovo e si butta tutto...).
Si consideri che con questi tre capi: maglia tecnica (eventualmente a maniche lunghe per l'inverno), pile e giacca anti-vento e un paio di pantaloni tecnici (inizialmente degnamenti sostituti anche da quelli di una tuta), camminando e in tal modo scaldandosi, praticamente si va (quasi) dappertutto.
I pantaloni conviene prendere quelli in tessuto leggero che hanno la possibilità di essere accorciati per la presenza della lampo per l'estate e, se possibile, impermeabili per l'inverno.
Anche i colori sono importanti (soprattutto d'estate): i colori scuri attirano maggiormente la luce e quindi aumentano la temperatura del corpo, di contro consentono un'asciugatura più veloce del vestiario.
In ultimo, è molto importante (anche d'estate) coprire il più possibile la pelle delle braccia e delle gambe - anche se desideriamo fare il contrario - per evitare scottature solari e/o punture di insetti o piante urticanti.
Non dovrebbero mai mancare nello zaino (anche d'estate) oltre al pile e alla giacca anti-vento e pioggia, un berretto di lana, soprattutto se in quel momento siamo in montagna e anche se stiamo indossando il cappello che ci protegge dal sole (chiaro, a falda molto larga per fare un cono d'ombra maggiore); un paio di guanti per le mani (che siano tali che anche bagnati svolgono bene la loro funzione) e occhiali da sole.

2 commenti:

  1. Molto molto utile, in quanto mai nessuno ne parla, tantomento così precisamente ed in dettaglio, grazie. luana latorre

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  2. se dovete fare escursioni lunghe diversi giorni e avete dubbi sullo zaino e cosa metterci dentro:

    http://www.pellegrinipersempre.it/viewtopic.php?f=14&t=42

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