sabato 8 agosto 2009

Tasso



Regno: Plantae;
Divisione: Pinophyta;
Classe: Pinopsida;
Ordine: Pinales;
Famiglia: Taxaceae;
Genere: Taxus;
Specie: Baccata L.

Abbiamo incontrato il tasso recentemente in due escursioni, la salita al Monte Lupone, sui Monti Lepini, ai margini del pianoro di Campo di Segni, e la salita al Monte di Cambio, sui Monti Reatini.
In entrambe le situazioni, lo abbiamo incontrato in abbinamento al faggio, in zona quindi ombrosa, umida e fresca, e in terreno calcareo, che è la tipologia preferita da questo tipo di albero.
E' un albero relativamente raro e protetto: proprio alla base del Monte Lupone l'area della sua diffusione è una ZPS - Zona a protezione speciale.
E' una albero sempreverde della famiglia delle conifere, dalla crescita molto lenta, per questo lo si incontra quasi sempre di dimensioni contenute, in forma di piccolo albero o arbusto anche se, in condizioni particolarmente favorevoli, può raggiungere i 15 - 20 metri d'altezza. D'altro canto, sua caratteristica legata a questo aspetto, è il fatto di essere un albero molto longevo: si registrano esemplari che hanno più di 1500 anni d'età! E' difficile comunque stabilirne l'età precisa in quanto gli anelli del tronco non si distinguono con facilità e l'interno del tronco stesso tende a diventar cavo col passare del tempo.
La chioma ha forma globosa e i rami partono da molto in basso. La corteccia è di colore bruno-rossastro e, inizialmente, è liscia poi tende ad arricciarsi e a dividersi in placche con l'età.



Le foglie sono permanenti, aghiformi, appiattite, non pungenti, lineari e leggermente arcuate, lunghe fino a 3 cm, di colore verde scuro sulla pagina superiore, più chiaro su quella inferiore. Sono molto velenose: per questo motivo il Tasso è conosciuto anche come Albero della Morte .
E' una pianta dioica, il che significa che porta i fiori maschili (amenti gialli) e quelli femminili (verdi) su due esemplari diversi. L'impollinazione è anemofila (avviene con il vento) e quelli femminili si trasformano in arilli che sono falsi frutti, escrescenze carnose (commestibili) che ricoprono l'unico seme (molto velenoso).



E' accertato che i ruminanti siano in grado di mangiarli e di espellerli senza digerirli, questo li preserva dal veleno, contribuendo alla diffusione dei semi. In questo senso la pianta può definirsi "zoofila", cioè che si serve degli animali per riprodursi lontano dalla pianta madre, che la priverebbe della luce e dei sali minerali nel terreno, elementi indispensabili alla crescita.
Il Taxolo è la molecola responsabile della tossicità di rami, foglie e semi. Ha effetto narcotico e paralizzante sull'uomo e su molti animali domestici. Tale situazione può portare fino alla morte.
Tuttavia, alla luce del principio universale per cui il veleno può essere trasformato in medicina (che è, tra l'altro, il principio su cui si basa l'omeopatia), questa sostanza tossica è utilizzata nella cura di diverse tipologie di cancro, nella fattispecie quelle ovariche.

Il nome viene dal greco taxon che significa "freccia". In effetti l'appellativo di "albero della morte" nasce probabilmente dal suo impiego nell'antichità nella fabbricazione di dardi velenosi. Comunque, il legame di questa pianta con il mondo dei morti è testimoniato anche da Ovidio secondo il quale la strada verso il mondo degli inferi era ombreggiata da tali piante.
Oggi il suo legno, molto duro, è usato principalmente in ebanisteria ma storicamente è stato il legno per eccellenza nella costruzione di archi (e frecce appunto) per la sua ulteriore caratteristica, l'elasticità, abbinata alla resistenza. Si ha testimonianza di questo con il ritrovamento di diversi archi da guerra medioevali e, soprattutto, a conferma del fatto che è una tradizione antecedente, che parte addirittura dalla preistoria, l'arco della Mummia di Similaun (il corpo dell'uomo preistorico ritrovato quasi integro nel ghiaccio sulle Alpi di confine tra Italia e Austria) è di legno di tasso.

2 commenti:

  1. Albero triste... ma dove le trovi tutte queste informazioni...manu'

    RispondiElimina
  2. ...basta essere un professionista con spirito di ricerca.....? ;) ciao bello, a presto, enzo

    RispondiElimina