sabato 23 gennaio 2010

Agrifoglio


Domenica scorsa sul sentiero verso Monte Gennaro abbiamo incontrato diversi esemplari di agrifoglio che, con il loro verde intenso abbinato al rosso altrettanto vivo delle bacche, davano un'importante mano di colore al paesaggio tipicamente invernale, imbiancato dalla neve e ingrigito dalla nebbia, dei Lucretili.
E' una pianta che abbiamo incontrato diverse volte, molte delle quali in abbinamento col faggio, di cui ne forma il sottobosco.

Divisione: Spermatophyta
Sottodivisione: Angiospermae
Classe: Dicotyledones
Famiglia: Aquifoliacee
Genere: Ilex
Specie: Aquifolium

In genere lo si incontra nella forma di arbusto ma può presentarsi anche come vero e proprio albero, mediamente alto 10 m. Vegeta fino a 1400 m di quota sulle Madonie, in Sicilia, dove si rilevano celebri esemplari di dimensioni eccezionali, alti fino a 18 m.
Una sua caratteristica singolare è che le foglie della parte più alta della pianta tendono ad avere meno spine sul bordo della lamina, alcune sono del tutto lisce: come se "sapesse" che dalle nostre parti non vi sono erbivori in grado di insidiarlo a quell'altezza.



Considerata da sempre la pianta del Natale, il suo nome deriva dal latino acer, acuto/acuminato, e folium, foglia.
Questo simbolismo inizia al tempo dei Romani, che non festeggiavano il Natale bensì la festa che questo ha sostituito: i Saturnali del solstizio d'inverno, durante i quali portavano dei ramoscelli di agrifoglio perchè li consideravano dei talismani. La credenza era che piantando un albero di tale pianta vicino casa si sarebbero tenuti lontani i malefici. Una usanza che ancora sopravvive nelle comunità rurali.
Tale usanza probabilmente prende vita dall'aspetto di questa pianta: le sue foglie coriacee e munite di spine pungenti evocano infatti la funzione di "difesa".
Allo stesso tempo, sempreverdi e lucide, evocano anche un'immagine di sopravvivenza e durata, di prosperità e longevità. Inoltre, i frutti rossi e carnosi che durano per tutto l'inverno sembrano rappresentare la vita e la rinascita dalle tenebre invernali (un po' l'effetto che ha fatto anche a noi in escursione, domenica!).
Per questi motivi, i contadini dei paesi nordici usavano questa pianta per propiziare la fecondità degli animali e, in seguito, anche come decorazione del periodo natalizio, visto che era considerata una pianta "povera" (probilmente perchè i suoi frutti non sono commestibili) e quindi accessibile a tutti.
Il suo legame al Natale cristiano è rafforzato anche dal fatto che le sue foglie ricordano la corona di spine che Gesù fu costretto a portare e le bacche rosse il suo sangue. Ancora, i suoi fiori bianchi richiamano la purezza della Madonna.



Viene considerato il cugino del Pungitopo perché utilizzato in passato come quest'ultimo per proteggere le carni e i formaggi riposti in cantina dall'assalto dei topi. Si tratta comunque di due piante diverse anche se il pungitopo ha sostituito in parte l'agrifoglio come pianta del Natale perchè quest'ultimo è divenuto ormai una pianta protetta.

Una curiosità che racconto quasi sempre ai gruppi che accompagno in escursione: in inglese agrifoglio si dice holly. E' lecito quindi affermare che il toponimo Hollywood stia ad indicare un luogo nei pressi dell'attuale Los Angeles in California dove cresceva un rigoglioso bosco di agrifogli.

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