mercoledì 14 ottobre 2009

Crisi: "pericolo" e "opportunità" (in cinese)


Per l'"economia del denaro" è suonata la campanella dell'ultimo giro.
Per la verità, suona già da un po' - dal 2000 almeno, anno in cui, dopo decenni di crescita ininterrotta, c'è stato il picco dei mercati finanziari - ma le sirene tentatrici della logica del profitto ad ogni costo, di cui le nostre orecchie sono invase, ne copriva i rintocchi. Fino ad adesso però.
La crisi economica attuale che non a caso si manifesta inizialmente come crisi finanziaria, è la dimostrazione che il capitalismo (e, con lui, il consumismo e il produttivismo) ha i giorni contati.
Da oggi (vale da sempre ma solo ora cominciamo ad esserne realmente consapevoli) ogni volta che sceglieremo in base al nostro interesse privato piuttosto che a quello della comunità, ogni volta che tenderemo a massimizzare i guadagni (del singolo) invece che minimizzare le perdite (del Pianeta e quindi anche della nostra civiltà), ogni volta che decideremo di se compiere un'azione o meno in base esclusivamente al tornaconto economico personale, alimenteremo, con una sorta di "accanimento terapeutico" inutile, un sistema di valori (o presunti tali) in agonia, a sua volta parte di un eco-sistema sull'orlo di un collasso, che invece non ci possiamo permettere. Anche quest'anno l'Ecological Debt Day (il giorno entro il quale l'umanità ha consumato tutte le risorse che la Terra riesce a generare in un anno) è caduto il 25 settembre. Mentre scrivo siamo arrivati al consumo del 104% delle risorse annuali del nostro pianeta e, per fine anno, saremo intorno probabilmente al 140%.
Il futuro è decrescita, è rallentare, è solidarietà, collaborazione, ben-essere, equità nella distribuzione della ricchezza, attenzione alle dinamiche sociali nel locale, autoproduzione energetica e alimentare, riduzione della mobilità inutile, bassi consumi, poca produzione.
Risparmio, Riduzione, Recupero, Riuso.
Nulla di tutto questo ha a che fare con la necessità di accumulare denaro come obiettivo della propria vita.
Uno strumento obsoleto, inventato per gli uomini e al quale, nel tempo, gli uomini hanno votato la propria esistenza, che tornerà ad essere solo un mezzo (chissà, forse utile ancora in alcuni frangenti) e non più un fine.
Diceva H.D. Thoureu che: "ognuno è ricco in proporzione alle cose di cui può fare a meno".
Siamo tutti ricchi, ma finora abbiamo creduto di esserlo rispetto alla cosa sbagliata.

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