domenica 22 maggio 2011

Pensieri al tramonto


Domani si parte per un altro campo scuola (l'ultimo, per quest'anno) e non ho ancora avuto modo di scrivere nulla su quello trascorso, terminato oramai 10 giorni fa.
Doveva essere una classe di scalmanati - così ce l'avevano descritta - e invece è stata una classe come le altre. Per certi versi anche più tranquilla.
Come spesso succede, queste esperienze mettono in luce la parte migliore dei ragazzi e non mancano le "sorprese": elementi che certo non danno soddisfazioni ai professori durante l'anno scolastico, si rivelano in queste occasioni i più interessati e partecipi (così come il caso opposto, purtroppo), e questo non può che far piacere a chi, come me, è li apposta - mi auguro - per loro.
Ho faticato un po' più del solito, questo si, e glielo ho manifestato durante la condivisione finale con il gruppo delle impressioni di fine-campo, ma non perché fossero, appunto, più scalmanati di altre classi che ho accompagnato. E' stato un mix di cose, complice anche la stanchezza di fine stagione e un mal di gola fastidioso che mi sono portato dietro fin dal secondo giorno.
Di certo quello che ho notato è stata la superficialità di alcuni di fronte alla bellezza dei luoghi, al fascino della scoperta e il forte distacco dalle (loro) emozioni. Per qualcuno, in alcuni momenti, sembrava come fossimo sotto casa, in un giorno qualunque. La sensazione che ho avuto, e non è la prima volta, è che molti bambini/ragazzi di oggi non abbiano abbastanza stimoli, da parte delle loro famiglie soprattutto, a godere appieno delle cose che gli capitano nella vita. Con una tendenza all'appiattimento emotivo generale e alla scontatezza di quello che viviamo. Questo mi dispiace e, se lo vedo manifestare dalle ragazze, ancora di più.



In questa occasione ho perso per la prima volta seriamente la pazienza con uno di loro. Un po' la stanchezza personale, un po' il doverli richiamare continuamente per non rovinare la sorpresa in un'attività studiata per loro, mi ha fatto perdere le staffe come non si dovrebbe. La cosa mi capita molto di rado e, nonostante tutto, credo che, in questo caso, sia stata opportuna. Il giorno dopo, in un momento di tranquillità, ho preso in disparte Luca (12 anni) e gli ho manifestato il mio dispiacere per l'accaduto, facendogli notare però che tutto era dipeso da suo comportamento, che stava per rovinare una sorpresa che era stata costruita per lui e i suoi compagni. Prima ancora che finissi, Luca, che in quel momento ha dimostrato maggior maturità della sua età, mi ha interrotto e si è scusato lui, dicendo di aver imparato la lezione. Serviva quindi uno "scossone" forte: è arrivato - in maniera bizzarra (per usare un eufemismo) - e ha funzionato.

L'ultimo giorno, alla fine, ci siamo fatti i complimenti a vicenda. I loro, nei confronti della Guida che li ha accompagnati, nella quale forse hanno trovato qualcuno che, nel breve lasso di tempo in cui siamo stati insieme, li ha sostenuti a scoprire un po' di più se stessi e a manifestarsi, come ha potuto. I miei, nei loro confronti, perché doveva essere una classe di scalmanati e invece è stata, alla fine, semplicemente quella classe.

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