giovedì 6 ottobre 2011

Sulle orme di Francesco


Domenica scorsa eravamo in escursione sul Monte Subasio, sopra ad Assisi, un gruppo di 20 soci dell'Ass. Ettore Majorana di Orvieto. Un'uscita che non avevo messo in programma io bensì il collega P.Biazzi e, poiché per lui era sopraggiunto un impegno non previsto, l'ho sostituito per accompagnare il gruppo.
Come ho detto in occasione della presentazione iniziale della giornata al gruppo, ho accettato con piacere non solo perché ero disponibile ma considerando anche il fatto che questa uscita - non so se in maniera programmata - coincideva con il periodo delle celebrazioni di S. Francesco (che immagino tutti sappiano cade il 4 ottobre), a 830 anni dalla sua nascita.
Francesco d'Assisi è stato uno dei più grandi camminatori che la storia ufficialmente ricordi e, potremmo dire, il primo "ecologista", due aspetti che senz'altro non stonano all'interno di questo blog e, in generale, rispetto alle (piccole) iniziative intraprese che vi vengono raccontate.
Il Subasio è senza dubbio un luogo particolare. Probabilmente risente ancora della presenza di questo piccolo grande uomo che incarnò nella sua vita nella maniera più aderente i valori del messaggio originale di Gesù. Ma credo si possa anche considerare che lo stesso Francesco, nascendo e vivendo la propria giovinezza ad Assisi e alle pendici del Subasio, fosse stato influenzato dalla sacralità di cui la montagna è stata, fin dalla notte dei tempi, investita.
E', in effetti, un grande "panettone" di origine calcarea (e di altezza tutto sommato "modesta": meno di 1300 m) che emerge da un'ampia pianura alluvionale, corrispondente alle Valle del Tevere e alla Valle Umbra - al centro dell'Umbria e quindi al centro della Penisola - che consente di avere una visione amplissima a 360° gradi sul Centro-Italia. Tali caratteristiche hanno fatto si che fosse da tempo immemore considerata una montagna sacra dalle popolazioni che ci hanno preceduto e ricovero per chi avesse voluto approfondire la propria spiritualità, ritirandovisi.


Noi abbiamo percorso un grande anello intorno alla vetta, perlopiù attraversando i pascoli d'alta quota, che ci ha portato a toccare alcuni dei punti più rilevanti, per motivi storici o naturalistici, del luogo : il fosso di Vallonica, la Croce di Sasso Piano (che consente una splendida e inconsueta veduta aerea di Assisi e dei principali luoghi "francescani" della zona: S. Maria degli Angeli, Rivotorto, ecc.), Fonte Bregno (dove una delle moderne statue celebrative ricorda Sora Acqua), i Mortari (enormi doline considerate erroneamente in passato crateri vulcanici), fino ala panoramicissima vetta da cui è possibile spaziare dal Monte Fumaiolo (dove sgorga la sorgente del Tevere) al Gran Sasso, dai monti delle Marche a Montefiascone (!), dall'Amiata ai Sibillini e, soprattutto, dal Monte Penna (alle cui pendici sorge il Santuario de La Verna molto caro a Francesco d'Assisi) al Terminillo, alle cui pendici sorgono i santuari francescani del Reatino, in una "linea" ideale che segna l'intero percorso di Francesco e che è stata di recente ripercorsa da Angela Maria Seracchioli, che ha individuato e segnato al suolo l'originario cammino di Francesco.
Di questo itinerario noi, domenica, ne abbiamo percorso un piccolissimo tratto, seguendo la traccia del sentiero n. 60, dalla Croce di Sasso Piano a Fonte Bregno.



La giornata ci ha riservato un cielo sereno e un sole caldo (come le precedenti settimane) ai limiti dell'irrealtà.
Irrealtà, perché tutti noi siamo tornati a casa con i visi e le braccia quasi ustionate e, prima ancora, rientrando alle macchine alle cinque del pomeriggio a fine escursione e a 1000 m di quota, ci siamo trovati circondati da decine di persone in costume a prendere il sole, accaldate, sui lettini. Nemmeno fosse fine giugno.
A guardar bene, quindi, dal punto di vista meteorologico, dietro a quella che è stata una strepitosa giornata c'è qualcosa di letteralmente straordinario che non andrebbe sottovalutato. Soprattutto se pensiamo, ad esempio, anche alla seconda parte di luglio di quest'anno (che è in genere il periodo più caldo dell'anno) in cui l'Europa fu attraversata da una perturbazione "autunnale", fredda e piovosissima. I cambiamenti climatici sono ormai un fatto, e si manifestano attraverso una intensificazione dei fenomeni estremi. Gli scienziati concordano - ma anche chi non lo è ma ha un minimo di coscienza e di onestà intellettuale rispetto alle sue percezioni istintive a riguardo - che questo è dovuto anche e soprattutto alle emissioni di gas serra dovute a uno stile di vita dei paesi del mondo industrializzato che non è più sostenibile.
In questo senso, allora, guardare all'esempio di Francesco - un essere umano come ognuno di noi - che ha fatto della semplicità e della essenzialità motivo di gioia e di condivisione, non può che essere il sentiero da seguire per tornare a un rapporto più armonico e in sintonia con lo splendido mondo e la ricchezza della vita che ci circonda.

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