venerdì 23 marzo 2012

Messaggi (non) sibillini



Campo scuola Parco Nazionale Monti Sibillini - 19/22 Marzo 2012

Istituto Geometri Pacinotti di Bologna, classi III D e III E

"Questa esperienza ci ha fatto crescere molto, sia dal punto di vista della responsabilità sia della collaborazione; abbiamo colto diversi insegnamenti tra cui il rispetto per la natura e il lavoro di squadra. Come in ogni gita gli errori si commettono sempre ma crediamo che gli obiettivi preannunciati nella giornata di arrivo siano stati raggiunti. Per quanto riguarda gli accompagnatori, vorremmo fare un particolare ringraziamento per la loro comprensione e la loro dedizione e per la voglia di trasmetterci un qualcosa che, a quest'età, da soli non avremmo colto.
Un saluto a Silvio e Riccardo! I ragazzi e le ragazze della III E"


Nel titolo di questo post si fa riferimento a un momento specifico del campo scuola in cui si scherzava, come molte volte è stato in quei giorni anche su altre questioni, sull'enigmaticità dei messaggi della Sibilla, la quale ha dato il nome alla catena montuosa e al Parco che ci ha ospitati per 4 giorni.
Ma qui c'è poco da scherzare. Rileggendo quello che hanno voluto scrivere i ragazzi, praticamente in diretta (grazie!), come ricordo per se stessi e per tutti su questo blog, mi rendo conto quanto poco sibillino sia quello che hanno scritto e quanto sia, invece, un profondo messaggio del cuore, da cui trapela l'autenticità di quanto affrontato nei giorni in cui siamo stati insieme e, di conseguenza, di quanto da loro provato.
Si parla tanto degli adolescenti di oggi e lo si fa per lo più evidenziando soprattutto il loro disinteresse, la loro superficialità, i vizi, la trascuratezza, la noia, eccetera eccetera eccetera.
E noi, invece? Dove siamo?
Quanto abbiamo voglia di stimolarli, spronarli, di dedicarci a loro, di dargli dei punti di riferimento, di ascoltarli al di là di tutto, per questo periodo della loro vita che è per natura complesso e impegnativo da vivere?
Ancora una volta sono qui a riportare, anche attraverso le loro stesse parole, che invece molto altro c'è. E che va assolutamente aiutato ad emergere. Per la ricchezza di tutti.



Ricchezza, appunto: in questa epoca storica in cui si paga ogni cosa, pure l'acqua che beviamo, quanto vale il leggere negli occhi dell'altro di aver contribuito a far nascere delle amicizie, a far consolidare quelle che già c'erano, a far scaturire delle passioni, a far sorgere un interesse?
Non c'è prezzo, non c'è tariffa per quello che si prova in ragione di questo. Non c'è tariffa che possa sostituire la soddisfazione di aver assistito ad un arrivo caratterizzato da un lieve, legittimo, dubbio nei confronti dell'esperienza che si stava per affrontare e, pochi giorni dopo, alla fine di tutto, a una ripartenza verso casa con quasi le lacrime agli occhi.
Non si può - e non si deve - quantificare. Ma non si può ignorare.
Come direbbero loro, semplicemente: "ci sta!".

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