sabato 23 agosto 2014

Vagabonding


Stavo guardando su Youtube il video di una traversata oceanica e ho avuto una piccola illuminazione: adesso che sono (sufficientemente) in grado di governare una barca a vela, sono anche (idealmente) in grado di compiere il giro del mondo viaggiando con "mezzi sostenibili" (a piedi, in bicicletta e a vela), senza utilizzare quindi mezzi meccanici mossi da combustibili fossili, e con l'aiuto della sola forza delle mie gambe e degli elementi naturali.
Quello del viaggio di questo tipo - con la V maiuscola - è un desiderio del Riccardo giovanissimo, e anche un po' dell'adulto, come dimostrano i molteplici titoli di letteratura di viaggio presenti nella mia libreria personale e sul comodino accanto al letto.
Tuttavia, si dice, tra il dire e il fare c'è di mezzo... il mare, (e, a mio avviso, questo detto è stato senza dubbio inventato proprio nel momento in cui qualcuno stava pensando ad affrontare un'avventura del genere).
Non è però il mare che ferma dal partire per raggiungere gli immensi boschi del Canada; veleggiare in acque cristalline alla volta degli atolli della Polinesia; pedalare lungo le steppe sconfinate della Mongolia; salire sul Kilimangiaro per ammirare le distese della savana africana dall'alto e attraversare le Alpi neozelandesi, dalla parte esattamente opposta del mondo.
Come ha detto acutamente qualche anno fa il mio amico Pietro con un'affermazione che è molto efficace e che mi è altrettanto cara: "anche adesso siamo in viaggio. Va solo scoperto per dove"

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