mercoledì 15 luglio 2015

Eroici


Campo estivo WWF - Parco Nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise - 4-11 Luglio 2015

Lo ha detto la Mamma di uno di voi, quando i vostri genitori son venuti a prendervi, sabato alla fine del campo.
In effetti, avrebbe potuto essere una mission impossible. Ma qui siamo abituati alle imprese e siamo orientati a trasformare in possibile l'impossibile. Ed è anche divertente adoperarsi e riuscire a farlo.
Certo, non è stata una passeggiata: con questa settimana di campo estivo ho perso un chilo e mezzo e, domenica, dopo il rientro, ho dormito per complessive 15 ore.
Se siete 29 non è che uno dà 1/29esimo di se a ciascuno: dà il 100% a 29, che fa 2900%...
Noi eravamo in quattro e nessuno è tornato a casa riposato.


Questo campo segna, comunque, uno spartiacque per me: è stata l'ultima volta che ho accettato di lavorare in ambito educativo (ma, in generale, ovunque) in una condizione di potenziale "sovraesposizione". Mia, del gruppo dei partecipanti, dei colleghi, della struttura.
Siamo la parte debole della catena, da cui però dipende la gran parte della tenuta della stessa, del risultato, e non è possibile farlo più, per soddisfare un modo di fare ormai fuori luogo e fuori tempo, non giusto.
E' finito il tempo del pressapochismo; non c'è più tempo, in realtà, ormai bisogna andare fino in fondo, lì dove ci troviamo ad agire in prima persona, soprattutto sui "grandi temi": la salvaguardia ambientale, i diritti umani, l'educazione. Lo avete verificato di persona anche con l'attività sugli sprechi alimentari che abbiamo fatto insieme.
Oggigiorno, non possiamo più permetterci di ignorare l'esigenza impellente di instaurare una visione profondamente ecologica della società in cui viviamo.
Avevo lasciato delle indicazioni, basate sul buon senso, su sani principi di realtà e sull'esperienza accumulata in anni, e non sono state tenute in debita considerazione. Questo non va bene. Non va bene per noi, per voi, e per le vostre famiglie che scelgono di mandarvi a fare esperienze di qualità.
D'altronde, se la catena tiene, come accade quasi sempre, è tutto nella normalità. Ma, se la catena si rompe, si va a cercare l'anello debole.


Alla fine è andata benissimo, comunque. Siamo stati bene insieme, ci siamo divertiti, abbiamo scherzato, ci siamo incontrati e ci siamo "scontrati", e ne siamo usciti, alla fine, come gruppo. Per nulla scontato, questo: poteva andare molto diversamente.
E' anche merito vostro, di come siete riusciti ad amalgamarvi, nonostante tutto. Siete stati un gruppo equilibrato, omogeneo, e ciò ha permesso di conseguire l'ottimo risultato, come è stato. E ci siamo, mi sento di dire senza paura di sbagliare, reciprocamente affezionati.
La cosa però ha richiesto tanto impegno, più del solito, e concentrazione, e dedizione. Tanto che, per quanto mi riguarda, quando sono rientrato in casa, sabato sera, ho vissuto alcuni istanti di "sfasamento spazio-temporale".
So - sappiamo - quanto sia difficile guadagnare la vostra fiducia. Ancor di più: quanto sia difficile guadagnarla in sette giorni, partendo da zero. Avevamo 29 atti di fiducia da stipulare (che, moltiplicati per noi quattro, fa 116!) e, in fondo, ci siamo riusciti. E questo è quel che conta.


Bello realizzare e assistere a trasformazioni epocali! Ribaltamenti completi di atteggiamento nel giro di meno di un'ora.
Bello vedervi entusiasti e bello vedere entusiasti i vostri genitori, di avervi sentito felici e a vostro agio per tutta la settimana.
Da qui bisogna ripartire. La qualità non si vende un tanto al chilo. E' necessario perseguirla, in ogni singolo dettaglio. Come avete avuto modo di provare in prima persona, vivendo per una settimana in un'atmosfera permeata di questo, costruita fin da prima che arrivaste.
Fatene tesoro. E' importante.


In questi giorni ho avuto modo di vedere i vostri talenti; ho ascoltato le vostre passioni: coltivateli! Ne avremo bisogno tutti.
Anche se è vero che il mondo intero punta al contrario, non pensate prima ai soldi e all'eventuale ritorno economico, come vi ho visto fare in alcune occasioni nei passati giorni: è la stessa logica che ci ha portato ad essere un gruppo oltremodo numeroso, cosa che anche voi avete puntualmente segnalato come poco preferibile, in generale.
Mio unico rammarico personale: non aver avuto la possibilità di dedicarmi ulteriormente ai singoli e di approfondire alcuni temi importanti. Non ce ne è stata la possibilità.
Come anche l'incorrere nel rischio, a volte, di generalizzare.
D'altro canto, è vero, un'esperienza del genere non è solo "rose e fiori".
So che, in fin dei conti, comprendete quanto sia difficile essere da questa parte del gioco, soprattutto quando la stanchezza accumulata comincia a pesare e la lucidità traballa. Ci sta ed è parte del tutto. Anche noi abbiamo imparato, grazie anche alla vostra sincerità.


E' stato un piacere condividere questa esperienza con voi: abbiamo creato un importante precedente che, non ci crederete, ha cambiato per un pezzetto la storia di come si fanno le cose.
Molto bene! Grazie!

Di nuovo quindi un abbraccio, e un auspicabile arrivederci, a: Benedetta, Irene, Emma, Margherita, Veronica, Laura, Chiara, Giorgia, Eliana, Giulia, Ambra, Camilla, Giulia, Laura, Thiery, Chanty, Martina, Sofia, Laura, Matteo, Michelangelo, Riccardo, Edoardo, Giuseppe, Andrea, Lorenzo, Alessandro, Corrado, Fabrizio.
E anche ai miei colleghi presenti lì con me: Valentina, Elena e Antonio.


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