venerdì 21 gennaio 2011

La neve


Sarà che dalla nostre parti è un evento relativamente raro ma quando vedo la neve, e in particolare una nevicata, torno un po' bambino.
E' come se la vedessi per la prima volta, l'effetto che mi fa è lo stesso.
Ne sono affascinato e attirato: mi viene naturale interrompere quello che sto facendo per osservare, per almeno qualche minuto, i fiocchi che cadono.
Sono anche abbastanza "elettrizzato", proprio per il senso di novità che un evento del genere - ripeto: dalle nostre parti - porta con sé.
E non mi viene da pensare subito ai disagi e alle difficoltà che può comportare nel nostro modo di vivere odierno. Anzi, il primo pensiero che faccio è proprio l'opposto: mi auguro che un alto e soffice strato di neve ricopra al più presto tutto quanto.
La neve è un qualcosa di magico.
L'atmosfera che crea una nevicata (se non cade a mo' di bufera, naturalmente) è unica, anche se ci trova nel bel mezzo di un caotico e trafficato centro urbano.
Porta con se tranquillità e una dimensione di maggior raccoglimento, anche interiore, che, a volerla ascoltare, ci dona una temporanea maggiore serenità.
La natura si ferma quando nevica. Gli uccelli smettono di cantare, e tutti gli altri animali, la cui operosità anche se non visibile "sentiamo", letteralmente si rintanano nei loro ricoveri. Non vi sono suoni; l'atmosfera diviene magicamente ovattata grazie a quei batuffolini bianchi che scendono dall'alto.
Anche noi, sono certo che chi legge condividerà, proviamo subito il desiderio di volerci rintanare nella nostra casa, accanto ai nostri cari e al caldo di un caminetto acceso (eh si, l'ancestrale focolare domestico...).
Una nevicata (sempre se non sottoforma di tormenta), nella nostra percezione profonda, è tra i fenomemi atmosferici quello che ha meno "impatto". Quando non la guardiamo con gli occhi da adulti che pensano subito al disagio conseguente (vialetto da spalare, strade bloccate, macchina ingovernabile, ecc) la apprezziamo in ogni caso. Un esempio su tutti: sotto una abbondante nevicata ci viene di uscire a fare due passi (meglio se su stradine secondarie o sentieri); sotto una pioggia battente o anche una giornata di solleone estiva, no.
Questo perché la neve, col suo lento e silenzioso adagiarsi, ci da l'occasione per rimetterci, lentamente e silenziosamente, di nuovo in contatto con noi stessi e, attraverso la "mente di bambino", con la nostra natura.
Evviva la neve!

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