venerdì 8 luglio 2011

Siamo salvi



Reduce da cinque giorni intensi dal punto di vista emotivo, sul treno, di ritorno dal VelaTrekking che si è svolto dal 29 giugno al 3 luglio, mi sono ritrovato a pensare a quando, nell'ormai lontano 2008, proposi per la prima volta a Mario, il mio amico skipper e oggi compagno in questa avventura, di organizzare insieme questo tipo di esperienza, che si sarebbe poi alla fine concretizzata solo due anni dopo. In particolare, mi sono ritrovato a riflettere sul fatto che, a quel tempo, nonostante il mio entusiasmo a riguardo non immaginavo che questo tipo di esperienza potesse essere così importante dal punto di vista relazionale e potesse contribuire a creare legami forti e autentici anche tra persone che si conoscono, per lo più, solo in quel momento e che trascorrono insieme quei pochi giorni.
In questo la barca con i suoi spazi limitati, le sue peculiarità (positive e negative) e le sue potenzialità sono determinanti. E' un microcosmo che impone una vita di comunità senza compromessi e il modo di dire "siamo tutti sulla stessa barca" è veramente rappresentativo della situazione. In più, se ci mettiamo il mare e le sue "bizze" che spesso mettono i membri dell'equipaggio di fronte alle proprie paure ancestrali (chi ha provato, come in questo caso, l'esperienza di essere in navigazione durante un severo acquazzone, sa di cosa parlo) e alle proprie difficoltà - come il fatto di sentirsi male per la nausea al cospetto di persone per lo più sconosciute - la necessità di doversi "aprire" al confronto autentico con l'ambiente e con l'altro emerge minuto dopo minuto in maniera determinante.
Come se non bastasse, con questo tipo di attività, per "svagarsi" si scende a terra e può capitare, dato il periodo e i luoghi, che si cammini per qualche ora sotto il solleone tra la macchia mediterranea senza un filo di vento e sognando l'ombra, o in un bosco, al calar del giorno, facendo i conti con la propria ancestrale angoscia dovuta al volerne uscire prima che faccia buio.
Ingredienti importanti quindi, per una ricetta impegnativa ma realmente appagante per gli amanti del gusto dell'avventura nel proprio animo.



Il "siamo salvi!" di Carla è diventato il "tormentone" dell'intero viaggio. Riferito a una situazione particolare e circostanziata, è stato poi usato in altre situazioni nei giorni successivi per scherzare ma anche, in fondo, per sciogliere in una risata quelle piccole ansie del quotidiano che tutti ci portiamo dietro e che, in situazioni come questa appunto, emergono ineluttabilmente e ci mettono nelle condizioni di doverle affrontare e trasformare, per noi stessi e per "il buon vivere comune".
Siamo salvi quindi non perché abbiamo superato incolumi il temporale che ci ha colto in navigazione o perché siamo usciti dal bosco con ancora un po' di luce del giorno: siamo salvi perché non abbiamo permesso a questi fattori di turbarci profondamente.

Si è salvi quando si sa vedere ogni cosa in se stessa, comprendendone la causa.
Si è salvi quando si antepone l'interesse comune al proprio e si è salvi nel compiere azioni che siano rivolte alla manifestazione di quanto è giusto e vero.
Si è salvi quando si è generosi con gli altri e, quindi, con se stessi, vivendo nel presente e nella consapevolezza che nessuno è perfetto e che tutti dobbiamo innanzitutto accogliere i nostri conflitti.
Si è salvi quando si mette da parte la diffidenza e il giudizio e ci si dedica a dare un conforto o un incoraggiamento.
Si è salvi quando si superano i propri "muri" e non si ha paura di lasciarsi andare per creare un legame, fosse anche della durata di pochi giorni.

Siamo salvi perché, in quei cinque giorni, abbiamo fatto tutto questo.

[Una è la luce del sole, anche se divisa da muri, da monti, da mille altre barriere. Una è la sostanza comune, anche se divisa in un'infinità di corpi individuali. Uno è il soffio vitale, anche se diviso in un'infinità di forme naturalie caratteri individuali. Una è l'anima razionale, benché all'apparenza divisa. Delle cose sopra citate, tutte le parti - ad esempio, il soffio vitale degli esseri organici e i corpi inorganici - sono estranee le une alle altre, per quanto tenute insieme dal principio d'unità e dal fatto che gravitano tutte verso uno stesso centro. Ma l'intelletto ha la proprietà particolare di tendere verso ciò che gli è affine e di unirvisi, e il suo istinto sociale non conosce ostacoli. Marco Aurelio]

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