martedì 21 luglio 2009

La Città Eterna



Domenica scorsa, nell'ambito delle attività di Four Seasons, che gestisce la Casa del Parco della Riserva di Monte Mario, ho avuto modo di accompagnare un piccolo gruppo di visitatori in una breve passeggiata al tramonto in questa interessante area protetta nel cuore di Roma.
La passeggiata, partita da via Gomenizza, a livello del Tevere, non poteva non concludersi in cima al Monte, ai piedi della quattrocentesca Villa Mellini, la più antica tra le ville storiche della Riserva, sede dell'Osservatorio e Museo Astronomico.
Da lì, uno dei punti più alti della città, si può godere di un vasto panorama sulla Città Eterna , fino alle propaggini occidentali dell'Appennino Centrale.



La Città Eterna, dunque.
Proprio mentre ero lì, mi sono ricordato che quest'anno, dal 9 al 15 novembre, la Settimana UNESCO per l'Educazione allo Sviluppo Sostenibile sarà dedicata al tema: "Città e Cittadinanza" per "...sviluppare, negli individui come nelle collettività, la consapevolezza e le capacità operative necessarie a costruire una città ecologica e solidale, orientata alla qualità della vita e animata da una cittadinanza responsabile e democratica" . La Settimana s’inquadra nel ‘DESS - Decennio dell’Educazione allo Sviluppo Sostenibile 2005-2014’, campagna mondiale proclamata dall’ONU e coordinata dall’UNESCO, allo scopo di diffondere valori, conoscenze e stili di vita orientati al rispetto del bene comune e delle risorse del pianeta.
Che dire?

Una città come Roma - che non è ne la più grande al mondo, ne la più popolosa, anzi nella scala delle metropoli potremmo definirla medio-piccola - necessita di una quantità di sabbia e ciottoli (per creare calcestruzzo) pari a 18 milioni di tonnellate all'anno, equivalenti ad una cava profonda 10 metri per 1,3 km quadrati di estensione.



Nella periferia della città (come in molte altre) continuano a crescere come funghi palazzoni e centri commerciali, arrivati ormai ben oltre la cintura del G.R.A. e, notizia dell'altro ieri, è stato deciso, per decreto, che nei prossimi 5 anni verranno costruiti (in tutta Italia) 100.000 nuovi alloggi.
Tutto questo mentre decine di appartamenti di quelli appena costruiti sono ancora invenduti - chi ha fatto un giro tra i quartieri appena sorti se ne sarà di certo accorto - perchè le famiglie sono in difficoltà per la crisi economica, o semplicemente aspettano che i prezzi, che hanno iniziato a scendere in barba alla credenza che i prezzi delle case salgono sempre, lo facciano ancor di più (tipica scelta in un periodo di deflazione).
Le località di villeggiatura sono piene di seconde case vuote e chiuse, abitate solo per brevi periodi nel corso dell'anno. Non è quindi una questione di esigenza abitativa.
Mentre la cementificazione del Paese continua inesorabile, c'è da sperare che un altro terremoto non sbricioli come meringhe decine di vecchi edifici, abitati da centinaia di famiglie, in qualche altro angolo della nostra penisola ballerina.

Non è un qualcosa che riguarda solo gli abitati urbani. Lontano dalla città, tale fenomeno produce comunque evidenti effetti. Chi ha avuto modo di (ri)percorrere recentemente l'Autostrada del Sole in direzione di Firenze si è senza dubbio accorto che tra Attigliano e Fabro stanno aumentando a vista d'occhio enormi cave per l'estrazione di sabbie e ciottoli.... Il terreno lì è l'ideale perchè formato dai depositi alluvionali (sabbia e ciottoli appunto) portati dal Tevere e dal Paglia nel loro scorrere da milioni di anni. Queste cave pian piano si riempono d'acqua perchè il loro fondo è fatto di materiale impermeabile.
Tralasciando l'aspetto estetico della vicenda (campi coltivati sostituiti da enormi pozze d'acqua stagnante dalla sagoma squadrata) e le opportunità conseguenti per le attività umane e animali (pesca sportiva nel peggiore dei casi, un ulteriore area di sosta per uccelli acquatici migratori nella migliore, che farà sì che probabilmente qualche organizzazione ambientalista proporrà in futuro di annettere una parte di questi laghetti alla palude dell'Oasi di Alviano, già zona protetta), c'è da tenere in considerazione il cambiamento micro-climatico di quell'area. Chi abita da quelle parti, e mio nonno è uno di questi, garantisce di non aver mai visto la nebbia, se non di rado, prima degli ultimi 5-6 anni. Oggi è una costante importante della situazione meteorologica autunnale e invernale di quelle zone. Con conseguenze rilevanti anche sulla vita e le attività degli abitanti.

Perciò mi domando: arrivati a questo punto, è ancora possibile una "riconversione" ecologica di un sistema abitativo, e di conseguenza di stile di vita, quale è quello delle grandi città, Roma su tutte?
Cemento ovunque, risorse naturali depredate attraverso uno sfruttamento incontrollato dai territori limitrofi, inquinamento da smog e da rumore a livelli altissimi, variazione del microclima dell'aree circostanti e all'interno della città, impossibilità per gli abitanti di trovare spazi dove godere di un vero e proprio relax e un ambiente salubre, costo della vita insostenibile a fronte di ipotetiche maggiori opportunità lavorative e di vita... ma non sarà che la Città Eterna merita questo appellativo non per il suo straordinario patrimonio storico-artistico che abbraccia migliaia di anni ma perchè sopravviverà anche a noi stessi, intendo dire: il genere umano?
(e, in fin dei conti, se il Colosseo, per dirne uno, sta su da duemila anni essendo le tecniche costruttive degli antichi Romani più semplici delle nostre, i palazzoni in cemento armato che costituiscono le nostre città, quanto dureranno?
Sempre che, direte voi, non ci pensi qualche altro terremoto prima...)

1 commento:

  1. Forza e coraggio continua così... comunque vista da lassù Roma è bellissima... tutti quei monumenti riconoscibili,le cupole e tutti quei tetti...tutte quelle vite laggiù... manù

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