martedì 30 marzo 2010

Monte Casoli, di (Bo)Marzo



Ormai c'ho preso gusto con i titoli dei post! Anche se per aprile sarà più difficile...

Scherzi a parte: domenica è stata una splendida giornata di sole caldo che ha reso ancor più piacevole l'uscita nella piccola ma sorprendente Riserva Naturale Monte Casoli di Bomarzo, che si trova dirimpetto al più famoso Parco dei Mostri (in realtà è il Bosco Sacro degli Orsini).
Eravamo in 19 e abbiamo attraversato letteralmente in lungo e in largo la piccola area protetta che racchiude alcuni pianori tufacei creati dalle deposizioni delle ceneri derivanti dall'attività vulcanica del vicino Monte Cimino e delimitati da profonde e fresche forre scavate nei millenni dallo scorrere dei torrenti, di cui abbiamo potuto sentire il bel fragore dell'acqua nelle vicinanze.



In questo tipico ambiente della campagna viterbese, tra campi coltivati, olivi e noccioleti, si sono conservati i resti di antichi insediamenti umani e, soprattutto, dei siti delle pratiche sacre qui effettuate da chi li abitava.
Non è stato difficile quindi sorprendersi davanti alle rovine dell'antica Abbazia di San Nicolao, costruita sopra un enorme masso di origine vulcanica come i tanti che caratterizzano la valle, e, ancor di più, davanti (e sopra) i due Sassi del Predicatore - ritenuti due pulpiti ma, a mio avviso, sono are sacrificali o osservatori per gli auruspici e/o gli "astronomi" del tempo - che come molti hanno notato ricordano, in piccolo, le piramidi maya (che non a caso avevano la stessa funzione...). In ogni caso, si tratta di monumenti davvero unici dalle nostre parti. [nella prima foto]



La successiva traversata dell'altopiano tra le prime numerosissime fioriture primaverili, con vista su Bomarzo e sui Monti Amerini, i Sabini e il gruppo del Terminillo, ci ha portato fino all'antico abitato di Monte Casoli (da: Monte delle Case). Qui sono ancora ben visibili le grotte e i locali ipogei scavati direttamente nel tufo da mani di migliaia di anni fa e poi riutilizzate di certo in epoca successiva: etrusca e medioevale, e (quasi) contemporanea, in quest'ultimo caso non più per abitarci ma come ovili, uno dei quali ancora in "funzione" nelle grotte che custodiscono anche le centinaia di celle "colombari" (piccole nicchie ricavate dalla pietra vulcanica per contenere le urne con le ceneri dei morti o, come suggerisce il nome, per l'allevamento dei colombi).





Un itinerario poco frequentato e interessante al quale abbiamo pensato bene di abbinare anche una breve, ma altrettanto interessante, visita del borgo di Bomarzo, che mantiene ancora intatta la sua caratteristica e accogliente struttura di origine medioevale.



La primavera è arrivata: le montagne e le cime si avvicinano! Ma non prima però di esser passati dalle parti di un'altra antica città e della Riserva che la protegge: Monterano, che ci attende con un'altra escursione non impegnativa per il 18 di Aprile.

Dunque... arrivederci a tutti alla prossima!

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